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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 3) — Neapel, 1762 [Cicognara, 2645-4]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3734#0100
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o

T A V

X V.

zione , che gli fa delf inceftuofo amore di Fedra M Tua
matrigna la balia (4) di quefta : fé pure la lunga afta ^\
che i? giovane ha in mano -, e 1 cavallo , che comparite
in parte al di fuori della Jfc#30 , ove fi finge la principa-
le azione, con panno sulla Jchiem (6), col pettorale luna-
to (7), colla /t^/Vr^, col ^rar/^ , e colla ^r/^/i^ W , per
cui è tenuto da un giovanetto veftito di abito corto, che
non giunge al ginocchio -, non rifvegliaffero il fofpetto di
Peleo , che rigetta le amorofe imbafciate & Ippolita , (9^ mo-
glie

cfe ^feta* /'Ippolito. Ovidio Met. XV. 497. <? fegg.
accenna quefta favola, e aggiunge, che Diana coll'ope-
ra di Efiulapìo fece ritornare in vita Ippolito, e col
nome di Virbio lo refe immortale, facendolo un nume
abitatore del lofio Arie ino.

(3) Di F-edra , for ella di Arianna , fa menzione
anche Omero ; e nelle pitture di Polignoto fi vedea
fofpefa alla fune, come narra 1? anfani a X. 29.

(4) Euripide Hipp. Aéfc. III. introduce in una fi ef-
fa fieno, la dalia di Fedra , che dichiara ad Ippolito
V amore di quefta ; Ippolito , che finte con orrore , e
con fdegno V infame dichiarazione ; e Fedra, che fian-
do all' vfiio della Jìanza afiolta i loro difiorfi, e fi
di [pera , e confonde pel di/prezzo del figliaftro , e pel
rcfjòre di efjerfi fioverta la fua vergognofa pajjione . Lo
Hejjò poeta v. 171. e iegg. defirive Fedra agitata dal-
la pajjione, e languente, ed inferma. Seneca Hipp.Aét.
IL v. 585. e iegg. unendo V uno, e V altro penjìero fa
comparire Fedra in fiena , che alla vifta d'Ippolito
cade a terra tramortita , e fillevata da Ippolito ftefifo
e dalla Balia, gli manìfifia il fio amore; ed è da quel-
lo rigettata, e fuggita. Si veda la nota feg.

(5) Seneca nel cit. 1. finge, che all' inafpettata di-
chiarazione che Fedra fa ad Ippolito del fio amore,
inorridito il giovane firinge la fpada per ammazzarla,
e la prende pe' capelli : ma dopo per non macchiar/i nel
fivgue della moglie di fuo padre , la lafiia, e parte
rejìando in mano a Fedra la fpada , della quale ella
poi fi avvale per render verifimile la falfa accufa, che
fa al marito . Vedendofi qui dunque armato d'afta il

giovane , ciò non combina colla finzione di quefto poe-
ta . Per dame ragione , potrebbe dirfi , che V afta fi è
data dal pittore ad Ippolito, come un arme da caccia:
effendo noto , che tra V armi da caccia vi era anche
V afta ; e paufinia II. 7. dice , che in un tempio di
Apollo vedeafi V afta con cui Meleagro avea uccifo
ii Cignale Calidcnio : n?V \óyyyiv , vj rò» S> xarsip-
yaaaro. In fatti Euripide Hipp. v. 221. così fa parlare
Fedra, che defidera divenir e acci atri e e per effer compa-
gna ad Ippolito: spasoci fitteci QiasyJhov opnaxa,em'-
?:0yypy tyz® L'v yjip* BtAec : dcfidero lanciar i' afta
Teflalica, avendo in mano il dardo colla punta di
ferro : dove lo Scoliate nota : Gsaac'Àuv yxp 'ìiprijxct
to Sópu: poiché l'afta è invenzione de'Teftali: Con-
tinua poi laftejfa Fedra v. 230. a dir così: sWs ys-

voi[xaì> nuKdQ èvhocg ?apaiophu : potefii io divenire
domatrice de5 cavalli Veneti : fi veda ivi lo Scolia-
fie. E la fteffa Fedra preffo Ovidio Epift. IV. 79. così
dice ad Ippolito:

Sive ferocis equi luótantìa colla recurvas.
onde fi darebbe anche ragione del cavallo qui aggiun-
to dal pittore: potendofi dire oltraciò , che alluda an-
che ad nome d'Ippolito } e alla morte , che da' caval-
li sili fu cagionata.

(6) Sì è già altrove ojfervato , che gli antichi in
luogo delle felle ufavano porre 0 qualche pelle , 0
qualche panno mi dorfo de'cavalli. Si veda la n. (13)
della Tav. XII. del II. To. e la n. feg.

(7) Stazio Theb. IX. 685. così defirive un ca-
vallo da caccia:

. . . primas tum paffus habenas
Venator raptabat equus, quem difcolor ambit
Tigris , & aurati s adverberat unguibus armos ;
Colla fedent nodis , & caftigata jubarum
Libertas , nemorifque notae fub pecore primo
Jaétantur niveo lunata monilia dente.
E Calpurnio Ecl. VI.

.... ubi pendulus apri
Dens fedet, & nivea diftinguit peòtora luna.
non effendo altro la lunetta , che qui , e in altri mo-
numenti antichi fi vede avanti al petto de' cavalli,
che un dente di qualche animale filvaggio . Si veda
il Fabretti Col. Traj. p. 221.

(8) La teftiera col morfo , e colla briglia a due
coregge , come qui fi vede , s' incontra anche sulle co-
lonie di Trajano, e d'Antonino. Si veda il Fabretti
Col. Traj. p. 226. E così anche fi ojèrva nel bellìfi-
fimo cavallo di bronco del Mufeo Reale trovato ulti-
mamente negli fiavì di Refina ; e in altre noftre pit-
ture dì quefto terzo Tomo , dove verrà più opportu-
na Voccafione di ragionarne.

(9) Peleo, famofo padre del grande Achille, effen-
do andato ad Acafto Re d' Meo , per farfi efpiare
dall' involontaria morte da lui data ad Eurito, Ippoli-
ta, 0 fecondo altri , Aftidamia , innamoratati di luì
fece dichiarargli la fua pajjione. Ma Peleo rifpettando
/' ofpitalità non volle condifiendere alle premure di lei:
onde ella fdegnai a V accusò al marito di averle ufata
violenza. Acafto per non violar le leggi dell' ofipizio,
portò fico a caccia Peleo, ed avendolo lafiìato filo, e

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