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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 5): Busti — Neapel, 1767 [Cicognara, 2645-6]

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https://doi.org/10.11588/diglit.3709#0162
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ii4 TAVOLA XXXI. XXXII.

fifonomla feriiffima e tetra , che corrifponderebbe al fuo
cofiume, e alla fua maniera di penfare (5).

b





in quejlo bronzo ; incertijfimo per ogni riguardo rie-
[ce un tal foretto , che fi è voluto proporre foltanto
per non tacere quel che alcuni ne avean penfato , e che
nella dubbiezza , in cui fi è tuttavia della vera im-
magine di quejlo Filofofo , non lafcia di ejfere ne' li-
miti del verifimile .

(5) Laerzio IX. 1. 2. e 6. lo difcrive di un
genia di/prezzante , di cattivo umore , pieno di atra
bile , nemico del genere umano , e tale in fomma,
Che gli occhi porta per fuggire intenti,
Dove veftigio uman l'arena fìampi :
come è defcritto da Omero IL VI. 202. il folitario ,
e malinconico Bellorofonte

0'i> Svfiòv xaréSdiy, ndroy dvSp&mw ctPissi'mif,
Ipfe fuum cor edens , hominum veftigia vitans,
come è tradotto da Cicerone Tufc. qu. III. Ora un
uomo di tal carattere , vero mifantropo ( Plinio VII.
19.), e altiero a tal fegno, che dicea di faper tutto
( Laerzio IX. 5. ) , <? tutto avere apprefo da fe{Sui-
da JEL'pocxAeiTos ) , e che tutti gli uomini foffero in-
giuri , e bugiardi ( Laerzio 1. e. 13, ) ; non è cre-
dibile , che fqffè così tenero , e così compajjìonevole ,
che fpargsJJ'e continue lagrime sulle azioni, e sulle infeli-
cità Umane , da lui creduto ivrempiìtaliìli , p ragmwafn rial

defiino { Laerzio IX. 6. ) : la compajjione nafee dal-
la filma , e dall'amore , che fi ha per uno ; e le la-
grime fuppongonó una bontà di cuore incompatibile
con quello fpirìto di ferocia t e di trafporto , con

cui Eraclito dicea, che Omero, edArchiloco merita-
vano fichi affi ( Laerzio IX. 1. ) , e che filmava de-
gni di morte tutti i fuoi compatrioti , perchè aveano
efiliato Ermodoro fuo amico ( Laerzio IX. 2. di cui
fi vedea in Roma la fiatua: Plinio XXXIV. 5. perchè
elle parte nella formazione delle leggi delle XII. Ta-
vole : Pomponio L. 2, de O. J. $.4. e Str abone 1. e.)
e con quel difprezzo , col quale rigettò le preghiere
degli Éfefini , che gli chiedeano le leggi per gover-
narfi ( Laerzio 1. e. ) : ne quejlo fuo pretefo pianto
( del quale poi non parla né Laerzio , né altro feria
fcrittore ) combinerebbe col porfi nel tempio di Diana
a giocar co' ragazzi ( Laerzio Le). E febbene
Luciano Sacrif. 15. e Vitar. Auót. 14. e Giovenale
X. 30. lo deferivano piangente ; e Sidonio Apollina-
re IX. 9. dice , che fi dipingea con gli occhi chiuii
pel continuo pianto : ad ogni modo ben potrelle cre-
derfi un racconto popolare , ed una caricatura adotta-
ta da Luciano per ritrovarvi il ridicolo , da Giove-
nale per fervire alla poefia ; e da' pittori del tempo
dì Sidonio per un errore già comunemente ricevuto.
Anche Gelilo X. 17. Tertulliano Apol. 46. ed altri
più antichi , e gravi autori dicono , che Democrito fi
nrcpcò volontariamente • e pure Plutarco dt Cur. To.
II. p. 521. fiima quejlo racconto una favola ; e Bayle
Art. Democrite . Rem. L. ne fa vedere V inverifimi-
glianza.

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TAVOLA XXXIII.XXXIV.
 
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