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(14)
Infegna della /&«&* „
Cartella col ^o^^.
Parte fupenore della prora ^ .
Chenifco ^ .
Quefto è quel che fi è fatto, refta a vederfi , fé quefto
fia quel che far fi dovea . Ma chi può mai aflìcurarcene?
Pochiffime fono le notizie , che ci reftano sulla marina
degli antichi : moltiffirne le controverfie molle dagli Eru-
diti ; che han fatto a gara di accrefcer dubbii , e render
fempre più incerto quefto punto di antichità di per se
fieffo baftantemente intrigato per la varietà della corru-
zione ne1 divertì tempi, e preffo le diverfe nazioni. Con-
vien dunque contentarli di quel poco lume , che a tra-
verfc della eonfufione , e dellbfcurità ci fi fcovre in qual-
che rottame di anticaglia , e in qualche decitìva autorità
di antico fcrittore 9 che non può, o non dovrebbe alme-
no controvertirfi , E per cominciar da ciò, che forma l'og-
getto principale della difputa , non lèrubra poterli ormai
più controvertire lenza far violenza al fenfo comune, che
gli antichi avellerò navi a più ordini di remi Fimo io-
vraflante all'altro -, e di ciò par, che ci perfuada la ragio-
ne, e ci convinca il fatto . Non è da porli in dubbio, che
tìccome
(46) 17 luogo occupato da' remiganti diceafi xojtt"/]-
r-Jlgia : Polluce l.gz.(da xanr/Typ , ó mfà(j.óg, Bfichìo ) :
0 sipsat'a ; onde quello fpazio a poppa , e a prora libero
da' remiganti , diceafi •nxps^sipsaìa : lo Scoliate di
Tucidide I. 4. il quale conchiude: èst Ss tsto tò xKpó-
TUTOv iyìq npé/xv/ig, ucci ?%g npapccg : è propriamente
la parte più alta delia poppa , e della prora .
(47) Merita di efifer letto attentamente tutto quel
fhe dice Polluce I. 85. e fegg. dove defcrive tutto il
prò/petto della prora . Si figurava la nave , coma .un
grande animale, la di cui fronte era la prora, l'efire-
tnità la poppa (fi veda Scbeffero Mil.lSJav,!. 6.) : on-
de Tucidide II. 90. ixstoò7ìYìSÒv snhsov navigarono di
fronte : dove lo Scolìafie : ?ò ydp [xhunov tìi; vsòg
fi Ttpupx t<st , poiché la fronte della nave è la prora:
e quindi in Orazio Epod. IV. 17. ora roftrata na-
vium ( dal Bentlei col folito ardire mutato in aera
ipfirata , che non ha né graziq , né fenfo ), e \n
■jivieno facies cymbae ; perchè veramente rapprefenta-
va la prora 0 la faccia di un animale , 0 un volto
umano : e quindi ancora fé le davano nxpsixi , le
guance : Polluce I. 89. e offlotAfioS gli occhi : Pol-
luce ibid. ed Euftazio II, O. p. 1039. 1. 41. dove
così fpiega le varie parti della prora : dy.po^ó?uov . . .
tò dna i7\g mvyfjg 'di/atstvou "fcvì.ov siri r/jy lìfapav ...
dxtcwAio», fVii/ dxpog s'ÓAog. só?icg Ss ht tò dna T/\g
TvsyoiJLSvyg muyjig ty'hov 7TMw . mùyyi Ss 'k'iv, on$
oirs ò00cc?i[j.oi fyjypxCjlSnai , xxi tò TYig vsùg 'òvo-
fx» sniypdQsrcti : acrofiolio è un legno ftefo dalla
pticbe (òpra la prora , detto quali acro fiala ( efire-
mità dello ftolo ) : ftolo poi è un legno piatto dalla
.parte, che chiamali pticbe, nella quale pticbe li di-
pingono gli occhi, e fi feri ve il nome della nave. Pol-
luce I. 86. dice , che la ptiche fava fopra V acrofto-
lio ; e che lo ftolo chiamavafi anche nspixeQxte/iX.
galea , cimiero . Rapprefenta in fatti quella parte
quafl una celata , 0 vijiera con gli occhi , e coli' el-
metto : e molti credono, che da quefia parte così det-
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Quefto è quel che fi è fatto, refta a vederfi , fé quefto
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degli antichi : moltiffirne le controverfie molle dagli Eru-
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fempre più incerto quefto punto di antichità di per se
fieffo baftantemente intrigato per la varietà della corru-
zione ne1 divertì tempi, e preffo le diverfe nazioni. Con-
vien dunque contentarli di quel poco lume , che a tra-
verfc della eonfufione , e dellbfcurità ci fi fcovre in qual-
che rottame di anticaglia , e in qualche decitìva autorità
di antico fcrittore 9 che non può, o non dovrebbe alme-
no controvertirfi , E per cominciar da ciò, che forma l'og-
getto principale della difputa , non lèrubra poterli ormai
più controvertire lenza far violenza al fenfo comune, che
gli antichi avellerò navi a più ordini di remi Fimo io-
vraflante all'altro -, e di ciò par, che ci perfuada la ragio-
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da' remiganti , diceafi •nxps^sipsaìa : lo Scoliate di
Tucidide I. 4. il quale conchiude: èst Ss tsto tò xKpó-
TUTOv iyìq npé/xv/ig, ucci ?%g npapccg : è propriamente
la parte più alta delia poppa , e della prora .
(47) Merita di efifer letto attentamente tutto quel
fhe dice Polluce I. 85. e fegg. dove defcrive tutto il
prò/petto della prora . Si figurava la nave , coma .un
grande animale, la di cui fronte era la prora, l'efire-
tnità la poppa (fi veda Scbeffero Mil.lSJav,!. 6.) : on-
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fronte : dove lo Scolìafie : ?ò ydp [xhunov tìi; vsòg
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e quindi in Orazio Epod. IV. 17. ora roftrata na-
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■jivieno facies cymbae ; perchè veramente rapprefenta-
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umano : e quindi ancora fé le davano nxpsixi , le
guance : Polluce I. 89. e offlotAfioS gli occhi : Pol-
luce ibid. ed Euftazio II, O. p. 1039. 1. 41. dove
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