Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0054
Überblick
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
38 TAVOLA Vili.

lacci (6) una lira ^), o limile ifìrumento di mufica W.

Sceptra tenens laeva triftis acertta manu: tarco Symp. Qu. I. 5. ) dice , che Amore infegna la

dove Einfio, dopo Scaligero, legge filiera , e Io fpie- mufica anche ai rozzi', e Platone ( Conv. p. 325. )

ga per baftone ; notando, che Anacreonte ( Od. VII. dice , che Amore è il maefìro della poefia, e della

I. ) dà anche ad Amore ùay.ivBivviv gctfòw» il baftone mufica. Qui prò par che Amore fi rapprefenti piut-

a color dt giacinto : benché il Paw , contro il /enti- tqfto colle fpqglie di Apollo, portandole quafi in trionfo ;

filanto degli altri Commentatori di Anacreonte, lopren- come delle jpoglie di tutti gli altri dei da lui jupe-

àa per lo fiejfo fior di giacinto . Comunque fi a , il vati, e di/armati fi è detto nella Tavola precedente.

vederfi qui unito fl/nftrumento muli co// baftone, par Che la lira, 0 qualunque altro ifirumento di mufica,

che indichi tutto altro, che lo feettro di Amore. Nel appartenga propriamente ad Apollo, è noto ; e per ri-

Tomo 1. delle noflre Pitture Tav. 31. fi vede un guardo al baftone 0 voglia prenderfi anche ejfo per

Amorino in atto di ballare con una verga, come qui, ifirumento, che abbia rapporto alla mufica {fi veda il

appoggiata sulla /palla finijlra, mentre un altro Amo- Muf. Rom. Seéfc. IV. Tab. VI. n. 18. e la nota feg.)

lino Juona due tibie; e nella jlejfa Tav. 31- fi vedo- 0 piuttqfio per la verga divinatoria ( della quale fi

ino parimente ìnfieme due Amorini ; uno de* qua- veda lo Scoliafte di Omero II. 0. 256. ), anche ejfa è

li ballando juona una lira , e l'aìtro tiene appog- propria di Apollo. In una gemma ( Thef.Brand. To.

giato sulla fpalla finijlra un legno fpaccato ( forfè I. p. 59. ) fi vede una donna appoggiata a un baftone

una Jpecie di crotalo, xpcruMv, ifirumento da fuono accanto ad Apollo colla lira , per efprimere appunto

formato da una canna fpaccata : lo Scoliafte di Ari- una Sibilla , 0 fimil donna vaticinatrice. Cajfandrct

Jlofane Kuh. 259- ). Si veda la rota (7). (preJJ'° Ejchilo Agam. 1272. ) dice dì se fi ejfa, che avea

(6) La lira , che portavafi fofpefa dalle fpalle, OKrj7tTpo», il baftone divinatorio; ed Efichio: ì&wtvì-
diceafi propriamente forminge ( Efichio in (£o'p/juy% ), piou,o (pspsoiv 01 (j.ólvtsiq^KYimpov dnò MQy/ig \itin-
inventata da'Siciliani ( Clemente Aleffandrino Str. % terio, il baftone di lauro, che portano gl'indovini,
p. 132. ). Del refto dice Apalejo ( Fior. 15. ) Ci- In una gemma ( Gorleo P. II. n. 662. ) fi vede lo
thara baltbeo caelato apta ftri&im fuftinetur. Efi- Jfojfo Amore con fiondi di lauro in una mano , e con
chio poi fcrive dse'teQog , tò Kepi Tyjv mM%av Up- una verga nell' altra : e in un' altra gemma ( Gorleo
fLCt : afelefo , la pelle, che ( fuol porfi) intorno al- I. c. n. 595. ) lo flejfo Amore in atto dì porre fui
la cetra : potendofi anche quefia fupporre accennata fuoco una verga, eh" era appunto il cofiume di prender
nella noflra piLtura. gli augurii dal ramo di lauro gettato mi fuoco ( Tì-

(7) Le divife ordinarie di Amore fono la fare- 'bullo II. El. V. 81. Properzio li. El. XXI. 36. e il
tra, e l'arco ( Anacreonte Od. III. 17. e 18. Pro- Pottero a Licofrone v. 6. ) anzi Platone ( 1. c. )
jierzio II. El. IX. 9. e 10. e altri ) , e talvolta an~ chiama Apollo difcepolo di Amore anche nel va-
ora la face ( Mofco Id. I. 23. Ovidio Pont. III. El. ticìnio.

III. 59. e 60. Achille Tazio I. p. 5. ). Ma Paufia (8) Non è deci fa quefia pittura, ma appena toc-
dipinj'e Amore , che lafciando l* arco , e la fa- caia ; onde non ben fi difiingue , fe fia quefto firu-
retra jonava una lira ( Paujanìa II. 27. ) ; e colla one*"» di ™rde, una lira, 0 altra fimil cofa. La fi-
lira infatti, c xw> nit*; ìfiVu*v,0»t; mmfivc* è Jpejfò gura par che converrebbe piuttqfio a un falterio ( di
rapprejentato ( Muf. Fior. Gem. To. II. Tav. I- 1. cui fi veda il Muf. Rom. Seà. IV. Tab. V. n. 12.
Tav. XVI. 2. Thef. Brand. To. I. p. 180. e nelle e Ateneo IV. p. 183. C*/*«z>vfi» ).
Kofi t e £itt. To. I. Tav. 38,). Euripide {J>rejf0 Pia-

TAVOLA IX.
 
Annotationen