TAVOLA XXXVH.
NCHE in quefta pittura M di campo
bianco fi vede un Fauno quafi nudo,
con capelli biondi , coronato di pampa-
ni, e con pelle W di color rofficcio sul-
le /palle , che tiene con una un
grappolo rT ìtó* ^ , e coir altra
regge un ripieno della fìeffa
uva (4h mentre una donna, anche effaSeminuda, e con
&w/^i coronata di con Jafcetta gialla , e
con jfowww dello fìeffo color giallo al di fuori, e paonaz-
Tom.V.Pit. Z zetto
Vaiìintellt del
(1) Fu ritrovata nelle fcavazionì di Civita .
(2) Ey noto , che le nebridi , 0 Jìen le pelli de1
daini , de' cervi , «? animali erano proprie de'
Fauni , * de'Baccanti ( Euripide Bacch. 695. For-
*w/o cap. 30. Lattanzio a Stazio Theb. II. 065.
«/fri) ; <? generalmente le pelli degli animali erano le
vedi de' pallori t e di Jimil gente della campagna
( Teocrito Id. V. ) ; nè i Fauni altro rapprefentavano,
che gli uomini di campagna, come fi è altrove avver-
tito ; e può vederfi anche il Begero (Thef. Br. To.I.
(3) Delle diverfe fpecie di uva e per la qualità,
e pel colore, fi veda, Plinio (XJV. 1. e fegg. e XXIII.
1. eregg.). E' notabile quel, de dice Catullo (Carm.
17. v. 16.) :
Ut puella, tenellulo delicatior haedo,
AiTervanda nigerrimis diligentius uvis:
quafi voglia dire , che le uve nere fieno le più de-
licate ; fe pur non voglia iatenderfi delle uve ma-
ture . Così Orazio ( Epod. XVI. 46. ) :
Suamque pulla ficus ornat arborem .
Si volle qui accennare, che anche oggi ne'contorni del
Vefuvio V uva nera è frequentissima , e propria a far
del vino; onde chiama(i uva da vendemmia , e vol-
garmente Glianica, quafi Hellanica, 0 fia greca.
(4) Può dirfi egualmente quefla uva e per man-
giare »
NCHE in quefta pittura M di campo
bianco fi vede un Fauno quafi nudo,
con capelli biondi , coronato di pampa-
ni, e con pelle W di color rofficcio sul-
le /palle , che tiene con una un
grappolo rT ìtó* ^ , e coir altra
regge un ripieno della fìeffa
uva (4h mentre una donna, anche effaSeminuda, e con
&w/^i coronata di con Jafcetta gialla , e
con jfowww dello fìeffo color giallo al di fuori, e paonaz-
Tom.V.Pit. Z zetto
Vaiìintellt del
(1) Fu ritrovata nelle fcavazionì di Civita .
(2) Ey noto , che le nebridi , 0 Jìen le pelli de1
daini , de' cervi , «? animali erano proprie de'
Fauni , * de'Baccanti ( Euripide Bacch. 695. For-
*w/o cap. 30. Lattanzio a Stazio Theb. II. 065.
«/fri) ; <? generalmente le pelli degli animali erano le
vedi de' pallori t e di Jimil gente della campagna
( Teocrito Id. V. ) ; nè i Fauni altro rapprefentavano,
che gli uomini di campagna, come fi è altrove avver-
tito ; e può vederfi anche il Begero (Thef. Br. To.I.
(3) Delle diverfe fpecie di uva e per la qualità,
e pel colore, fi veda, Plinio (XJV. 1. e fegg. e XXIII.
1. eregg.). E' notabile quel, de dice Catullo (Carm.
17. v. 16.) :
Ut puella, tenellulo delicatior haedo,
AiTervanda nigerrimis diligentius uvis:
quafi voglia dire , che le uve nere fieno le più de-
licate ; fe pur non voglia iatenderfi delle uve ma-
ture . Così Orazio ( Epod. XVI. 46. ) :
Suamque pulla ficus ornat arborem .
Si volle qui accennare, che anche oggi ne'contorni del
Vefuvio V uva nera è frequentissima , e propria a far
del vino; onde chiama(i uva da vendemmia , e vol-
garmente Glianica, quafi Hellanica, 0 fia greca.
(4) Può dirfi egualmente quefla uva e per man-
giare »