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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0174
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IÓ2

TAVOLA

XXXVII.

zetto al di dentro, tuona colle due mani una lira ^ di-
pinta a color d" oro .

giare, e per vendemmia (Petronio cap. 41 • ove il Bur-
niamo ). E benché Jembri più proprio il dirfi di ven-
demmia , così pel caneftro, 0 corba, come pel Fauno,
0 certamente rujìico giovane , che la porta ; vedendo/i
anche nel Teforo Brandeburgico ( Toni. III. p 257.)
un Satiro con calato Jìmile in tefta ; e un altro prefiò
il Maffei (Stat. p. 19.) , e due in una gemma prejfo
il VVilde (N, 5 y.): ad ogni modo merita di avver-
ti rji quel che fcrhe Fanone ( R. R. I. 54-): Nani &
praecox , & mi/cella ( uva ) , quam nigram vocant ,
multo ante coquitur,; quo prìor legenda .... In
vindemiam diligentius uva non folum Iegitur adbi-
bendum, fed edam ad edendum . . . eleda in fecre-
tam corbulam , unde in ollulas addatur. Delle uve
©Ilari. e delle diverfe maniere di confervar le uve da
mangiare , fi veda ìl £7»»»»» ( Ao E.^ n\u \ ^ )
Delie corbe ufate nella vendemmia , Lampridio ( in
Heliogab. 11.) dice : Quum ad vindemias vocaffet
amìcos nobiles, & ad corbes fedifl'et : Dove il Ca-
Jaubono intende delle uve fcelle per mangiare, e ripa-

Jle nelle corbe . notabile quel , che Jlegue a dire
Lampridio, che a queflo Imperatore attribuiva/i l'ori-
gine del cojlume di dirfi nelle vendemmie degli fcberzi.

(5) Si è già avvertito , che tra gli Jìrumenti
bacchici avea luogo anche la lira ( Buonarroti Ap. a
Demft. p. 15. e Med. p. 437-)> e può convenire anche
alla gente di campagna. Così tra i Marmi di Torino
( p.*77. ) ve ne è uno , in cui rapprefentafi una Ven-
demmia , e tra la molta gente , che beve, e fcherza,
fi vede una donna , che fuona la lira : e quantunque
il Begero dia la cetra propriamente alla città , e la
fìfìula alla campagna ( Th. Br. To. I. p. 171.) ; nondi-
meno egli Jlejfo ( p. 190. ) porta una gemma con due
Satiri, uno colla cetra, altro colla Aringa. Notif-
Jìmo oltraciò è quel, che dice Omero ( II. a. 561. e

fpg<T ) il qu/ila moÌÌa Affivivinvij AMn fetido d'i jLcbìl-

le, traile altre co/è rapprefentandovi una vendemmia,
in mezzo al coro delle donzelle , e de' giovanetti, che
portano V uva , introduce un ragazzo , che fuona la
cetra.

Glie,', ffit/i- tric.

TAV. XXXVIII.
 
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