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Le pitture antiche d'Ercolano e contorni (Band 7) — Neapel, 1779 [Cicognara, 2645-8]

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https://doi.org/10.11588/diglit.9170#0236
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a26 TAVOLA LI,

tutta ravvolta in un panno (3) fottiliffimo , e trafparente
dello fieffo color rojo chiaro, il quale giunge fino al collo
del piede deftro, che è nudo W \ e alla metà della gamba
faiifira , dove comparifce V abito interiore & di color ver-
de , che la covre fino all'altro piede anche nudo \ e fedendo
con una gamba pofla sull'altra(ó) tiene Xindice della mano
fmìftra, che fola comparifce, accollato alla bocca M.

TAVOLA LIL

riprendendo V effemminettezza degli uomini , che ufa- vafa ( Giovenale VI. 525. ) , 0 per funerali ( Sita-
vano le reti , proprie delle donne {fi veda anche Lam- nio Aug. 100. ove il Cafaubono ) , e in altre occa-
pridio Helag. ti. e Luciano de Mere. Cond. 33.), e le fioni, pub veder/i il Giraldi ( Di al. X. ) , e'I Sagii-
cbiama dorate, perchè erano anche di tal colore, e tef- tario ( de Nudiped. ). Nè follmente ne' tempii , e per
fate di fila fottilifiìme (Salma/io ad Jus Attic. cap.5. le Jlrade in fimi li occafioni le donne andavano /calze
p.162.): ed è notabile, che fi faceano tali cuffie a ma- ( Stazio Theb. IX. 572. Bìone Id. I. 5. E/chilo
glie anche di una fpecie di amianto, che fi trovava nelle Prom. Vinét 134. ) ; ma anche in cafa , quando era-
miniere di ferro {Plutarco de Orac. def. p. 434. ). Ri- no in lutto : Terenzio ( Phorm. I. a. 56. ) parlando
guardo alla forma del cecrifalo, Arifiofane { BscfioQ. di una donzella, che piangea la fua madre morta :
145. ove HBurdino, e il Bifieto, e 264. ) loparagona Capilìus pafliis, nudus pes, ipfa horrida,
ad una berretta di notte: e Polluce (X. 192.) ojferva, Lacrymae , veftibus turpis .
che quelli , che Demo/iene chiama Goc>iyù(PoiVTSg, tefiì- Del rejlo ordinariamente le donne andavano per cafa
tori di Tacchi, da alcuni fono [piegati per ■Ksv.pù^aTùiQ colle folee, 0 pianelle. Properzio ( IL 22. 40. ) di~
HÀSKonss intrecciatoli di cuffie a maglie ; ed Efichio, ce della fua donna , che fi alzava da letto :
e Suida notano, che cecrifalo anche è detto il ventre Profìlit in laxa nixa pedem folea :
degli animali ruminanti, verifimilmente dalla figura, e così anche Catullo (INI. 72.): arguta conftitit in fo-

(3) Ovidio ( Art. I. 529. ) così deferive Adrian- lea: e può vederfi anche Perfio (Sat.V. 169.), Giovenals
na, che s'alza dal letto: (VI.612.), Terenzio ( Eunuch. V. 8. 4. ), e gli altri.

Utque erat a fomno tunica velata recinga, (5) Virgilio ( 0 altri che ne Jìa l'autore Ciri v.

Nuda pedem, croceas irreligata comas : 256. ) così dice di Scilla , che fi alzò dal letto per

e altrove (III. Amor. VII. 81.) dice della fua donna: andare alla flanza di fuo padre:

Nec mora defiluit tunica velata recinBa , Prigidulam injeéta circumdat vefte puellam,

Et decuit nudos proripuiffe pedes: Qyae prius in tenui fteterat fuccin&a corona :

e così anche altrove ( III. Ara. El. I. 51. ). Onde po- e poco dopo:

irebbe fupporfi figurata quejìa donna in atto di ejferfi Marmoreum tremebunda pedem quam rettulit intro :

alzata. Si veda la nota (5). defcrivendola fcalza , e colla femplice gonna , sulla

(4) La nudità de* piedi potrebbe indicare adora- quale poi la vecchia Nutrir» &*t±z l'altra ne.fle : e In
zione , 0 preghiera, fecondo il precetto di Pittagora : fieffo potrebbe dirfi delle due vefti della nojlra giovane.
dwnóòriTCg Sós , mi npoGY.W£i , a piedi nudi facrifì- @) Quella pofitura efclude il penfare a facrafun-
ca , e adora {famblico Vit. Pyth. cap. 23. ). Sfa- zione, dicendo Plinio (XXVIII.6.), eòe il tenere una
nemio per altro offerva ( a Callimaco H. in Cer. gamba sull'altra non filo era atto indeoente e di cat-
125. ) , che un tal rito conveniva agli uomini più , t'ivo augurio in prefenza d'altri, ma era anche vie-
che alle donne, delle quali dice Clemente Aleffandrino tato nelle preghiere , e ne' voti : Adfidere gravidis,
( Paed. non effer proprio, nè decente moflrare vel quum remedium alicui adhibeatur , digitis pe-
ipiedi nudi. Ad ogni modo le donne Greche compari- dinatim inter fe implexis, veneficium eft .... Pe-
vano fcalze nelle pubbliche procejfioni di Cerere ( Cai- jus fi circum unum , ambove genua. Item poplites
limaco H. in Cer. 125. ) , e le Dame Romane nelle alternis genibus imponi . Ideo haec in conciliiì, Du-
fejìe Veflali { Ovidio Faft. VI. 397. benché non per Cum , Poteftatumve fieri vetuere majores , velut
motivo di religione > ma perchè anticamente il luogo omnem aótum impedientia. Vetuere & facris votifva
era paludofo ) . Anche le vergini Veflali faceano a limili modo interefie

piedi nudi le fiacre funzioni, come da Floro ( I. 13. ) (7) noto , che il roderfi V ugne dinota medi fa -

ricava il Braun ( de Veft. Hebr. I. 3. §, 48. impu- zione ( Orazio I. Sat. io. 71. Perfio Sat. I. io5. );

gnato per altro dal Bineo de Cale. Hebr. II. 5. ). ed efprime anche il pentirfi con trasporto ( Perfio Sat.

Generalmente dice S.Giuflino ( Apolog. II. p. 74.) V. 162. ); ficcarne il morderfi le labbra è fegno di

che i Gentili prefero il cojlume di entrare ficalzi ne* rabbia , e d' ira { Ariftofane Velp. 1078. ) . //

tempii , dagli Ebrei , de* quali ( oltre alla Sacra morderfi leggiermente il dito , come par che qui fac-

Scrittura , e Gìufeppe Ebreo II. 15. ) fi veda Gio- eia la nojlra figura , è un atto folito farfi da chi

venale { Sat. VI. 159. ) . Del rejlo fui rito di an- vuol ricordar/I di qualche cofa : Luciano ( Dial. D.

dare a piedi nudi nelle procejfioni per impetrar la piog- XXII. i.):ri $oikw tod SclxtuTiov tyrsfs , xxi stwio-

gia ( Tertulliano Apol. 40. e de Jejun. 16. ), 0 per M rinopsTg; Perchè mordendoti il dito vai ricercan-

qualunque dijgrazia, che fi temeffe 0 pubblica, 0 pri- do, e fìai molto fofpefo'i
 
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