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46 LE GALLERTE ITALI. INE

patria, lasciò, con testamento del i° giugno 1885, ad uso pubblico. Fra
quelle vanno specialmente annoverate una Madonna col Bambino del Cor-
reggio e il Redentore che porta la croce di Andrea Solario (tav. Yl I <• Y 111 .

La Madonna col Bambino, del Campori, fu dal Meyer 1 indicata, nel
catalogo delle opere del maestro, tra quelle di dubbia autenticità, forse
perchè alcune parti, le mani specialmente, guaste da antichi ritocchi,
hanno perduta la delicatezza correggesca. E tuttavia il Morelli2 vi rico-
nobbe il maestro, nel suo periodo di transizione, dalle castigate forme
degli anni primi dell' artista alle libere concezioni del genio ; e corrisponde
in vero al tipo della Vergine, quale si andò elaborando nella mente del
Correggio, al tempo in cui eseguiva la Madonna d'Albinea, e il suo colore
prendeva già l'intonazione festosa e luminosa propria del pittore delle Grazie.
Il quadro si trovava già nel castello di Soliera nel secolo XVII, in cui passò
nelle mani del cardinale Campori. Tutta rifatta e coperta da uno strato
moderno di colore, sarebbe stata irreconoscibile come opera del Correggio,
se il pittore Vincenzo Rasori non avesse messo a nudo l'antico intonaco.

L'altro dei quadri più importanti del lascito Campori è il Cristo che
porta la croce, indicato nel catalogo come opera del Bonsignori, certa-
mente perchè Crowe e Cavalcasene 5 a quest' artista 1' attribuiscono ; ma
non è di lui, anzi in molti particolari ricorda i Redentori di Andrea So-
làrio, eseguiti nella prima decade del secolo XVI. Non ha la profondità
di quello del Redentore del Museo Poldi Pezzoli, ma esprime bene l'ac-
casciamento dell'Uomo-Dio.

Un altro quadro degno di essere qui ricordato, pure del lascito Cam-
pori, è la Madonna col Bambino, di Bartolomeo Montagna, con la firma
dell'artista (BARTHOLOMEI MONTA GNAAE {sic) OPUS MCCCCCIII
DIE XIII APRILI), che lascia dubitare alquanto della sua autenticità;
ma certo è opera del maestro, per quella forma a lui propria, intagliata
e vigorosa; e infine accenneremo a un disegno, che il catalogo Campori
indica come di Guido, ed invece è ad evidenza della mano di Giulio Pippi,
detto Giulio Romano. 4

Oltre i quadri del Campori si sono aggiunti alla Galleria, per dono,
per deposito o per acquisto, altri dipinti degni di menzione, specialmente

1 Meyer, Correggio. Leipzig, 1S71.

2 Lermolieff, Die Verke iialienischer Meister in den Galerien Mùnchen, Berlin,
u. Dresden. Leipzig, Seemann, 1880.

3 Geschìchte der italienischen Malerei. Leipzig, Yerlag von S. Hirzel, 1870.

4 Ecco la nota dei quadri lasciati in deposito dal Campori alla Galleria di Modena:

Lanfranco........Liberazione di San Pietro.

Roos da Tivoli......Due grandi paesi, con pecore.

Cigoli.........San Francesco in meditazione.
 
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