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/ MUSEI CIVICI ITALIANI 103

Le parti monumentali dell' edifizio artistico non furono naturalmente
toccate: si provvide solo alla loro miglior conservazione, che veramente
deplorevole era lo stato in cui si trovavano. Nel secondo chiostro, sotto
gli archi, furono murati i frammenti antichi della Spina, trascurati in
quel disgraziato restauro, le statue tolte dal Battistero pisano e rinvenute
nei magazzini dell'Opera, gli avanzi figurati delle antiche gradole del
Duomo, le iscrizioni dimenticate nei magazzini del Comune. Al piano
superiore, le ampie corsie e camerate furono ridotte in tante sale, illu-
minate dall'alto per mezzo di lucernari, ove ora l'osservatore vede svol-
gersi la storia dell' arte nostra in una non interrotta serie di importanti e
pregevoli opere, degne di conservazione non solo, ma di ammirazione
e di studio.

Nel primo salone, che misura 35 metri di lunghezza, per ottenere
un effetto artistico e decorativo, furono posti gli arazzi, per la maggior
parte di Scuola fiorentina della fine del sec. XVI, dalla Casa Reale con-
cessi all' antica Pinacoteca comunale, intramezzati dalle storiche bandiere
dei Rioni di Pisa, che sventolarono al sole della città nostra nell'ultimo
Giuoco del Ponte, avvenuto nel 1807.

Nel mezzo, in due ampie vetrine riccamente intagliate, sono conser-
vati 12 messali con infinite miniature, notevoli alcune, altre veramente
pregevoli, di Scuola pisana, senese e fiorentina dei sec. xiv e x\r, per-
venuti alla Galleria dai soppressi conventi di San Nicola e di San Fran-
cesco. Nella prima sala, attigua al salone, sono depositate tutte le opere
d'arte cedute al Museo dall'Opera della Primaziale.

Fra queste:

i° UExultet, « pergamena miniata che il Lanzi vuole del sec. xn
e di artefici greci operanti a Pisa, e il Rosini del sec. XI, per la special
forma delle lettere e per la mancanza delle note musicali, il che mostra,
secondo lo storico pisano, che è stata eseguita avanti l'invenzione di esse.
Questa pergamena, con altre di minor importanza, che avevano in ori-
gine la forma di rotolo, si solevano mettere per le Pasque sul pulpito
grande del Duomo. (Arch. del Capit., filza Q).

20 Gli avanzi dell' antica Fascia o Zona con la quale ne' dì solenni
si cingevano i larghi fianchi della insigne Cattedrale pisana ; consistenti in
un niello con la figura di Sant'Agostino, quattro placchette di rame indorato
a sbalzo, con figure di alto rilievo su fondo smaltato, lavoro finissimo
di oreficeria pisana, della fine del sec. XIV, e molte pietre di secondaria
importanza. Ma è veramente da deplorarsi che di così prezioso monumento
non restino che questi pochi avanzi, imperocché grandissimo era il pregio
che aveva, talché si custodiva nel tesoro pubblico del Palazzo degli An-
ziani. Nell'inventario dell'operaio Lupo di Vanni degli Occhi, del 1368,

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