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Le Gallerie nazionali italiane: notizie e documenti — 3.1895-1896

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Le Gallerie Italiane
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Cipolla, Carlo: Museo nazionale di Ravenna: il velo di Classe
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https://doi.org/10.11588/diglit.17328#0225
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196 . LE GALLERIE ITALIANE

ragione, cioè la presenza della ricordata cornice costituita dal filo rosso,
ci persuade che le due fascie verticali sono complete al margine superiore.

Ogni immagine è chiusa in un cerchietto, circondato da ornamenti.

Ciascuna di queste fascie è formata nel modo seguente, secondo che
mi risultò dall'esame fattone il 21 ottobre 1891, quando le potei esaminare
personalmente. Quei cimeli trovavansi allora nella Biblioteca comunale
di Ravenna.

Sono adunque queste fascie costituite da due canevacci di lino, dei
quali.il superiore è sottile e di tessitura fine, paragonato al canevaccio
inferiore, più spesso e più rozzo. Il fondo sul quale spiccano i cerchielli
e gli ornati relativi, è aureo, ed è formato da un ricamo'a punto semplice,
di seta bianca, quale apparisce sul rovescio; ma sulla faccia superiore la
seta bianca venne coperta da pagliuzze auree risplendenti. I cerchielli, le
figure in essi racchiuse, i circostanti ornati e le leggende dichiarative, sono
in ricamo di seta di vario colore, bianco, azzurro, verde, verde-chiaro,
rosso, rosso-chiaro. Il ricamo a colori è parimenti a punto semplice, e
passa al di sotto anche del secondo canevaccio. In generale, dove si ha
il ricamo a colori, manca invece il fondo a punto di seta bianca.

Per quanto parvemi, si dovrà tuttavia fare un'eccezione a questo
riguardo, sia per il filo rosso costituente la cornice di contorno, della quale
si è detto, sia anche per qualche sottile tratto a colore; qui può essere
avvenuta la sovrapposizione del ricamo sul fondo bianco. Infatti non era
quasi possibile fare altrimenti.

Il canevaccio inferiore ben di spesso (ma non sempre per altro) si
estende al di là della descritta riga rossa di contorno. Quanto poi al ca-
nevaccio superiore, esso ha costantemente un margine di circa mezzo cen-
timetro, che si allarga ai due lati della parte ricamata e corniciata e quivi
il canevaccio stesso è sempre scoperto e quindi privo di qualsiasi disegno.
In altre parole, il canevaccio superiore è più largo dell'inferiore.

I lacerti di Ravenna si trovano da molto tempo in questa condizione.
Ma nel secolo xvi assai più che non oggi rimaneva delle preziose fa-
scie, del-che ci conservò testimonianza Girolamo Rossi, archeologo e sto-
rico ravennate, vissuto tra il 1539 e il 1607. 1 Al tempo del Rossi queste
fascie, secondo che da lui medesimo apprendiamo, adornavano una pia-
neta, che stava deposta a Classe, nel monastero, tra le reliquie dei santi.
Egli, parlando in generale dei dittici episcopali, scrive : «... In liane sen-
tentiam adducit me, tum quod ea sit vestis duplex, anterius, ac posterius
ex humeris delabens, tum quod inter sacras Divorum reliquias, in Clas-

1 G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, VII, 1352-3, edizione di Ve-
nezia, Antonelli, 1824.
 
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