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Le Gallerie nazionali italiane: notizie e documenti — 5.1897-1902

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Le Gallerie Italiane
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Venturi, Adolfo: R. Galleria Nazionale d'arte antica in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17330#0426
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R. GALLERIA NAZIONALE D'ARTE ANTICA IN ROMA 357

quadri d'altare che di lui si sono conservati; la fantastica scena di casa
Giovanelli a Venezia, e le altre dei « Tre Filosofi » a Vienna, dell' « Età
d'oro » della National Gallery di Londra, di « Orfeo e Euridice » a Ber-
gamo formano un gruppo col nostro San Giorgio. A questo elenco noi
pensiamo che si possano aggiungere soltanto la « Giuditta » di Pietroburgo,
la « Venere » di Dresda compiuta da Tiziano, « Mosè salvato dalle acque »
della Galleria degli Uffìzi, la « Madonna » col Bambino della Galleria di
Vienna e un ritratto della quadreria di Budapest, attribuito sin qui a
Sebastiano del Piombo.

Un altro quadro, che stava nei magazzini, è apparso un dipinto del
Morales, una delle opere che meritarono al maestro spagnuolo il sopran-
nome del divino : è un Cristo coronato di spine, con raggi di sole intorno
al capo doloroso. Esso richiama l'Ecce Homo della Galleria di Dresda,
specialmente per la finezza estrema con cui sono disegnate le socchiuse
labbra violacee, i capelli abbondanti e la barba; ed è dello stesso tempo
all'incirca di quello, mentre il Cristo dello stesso autore conservato in una
quadreria privata a Desenzano ha un maggiore magistero di chiaroscuro
e una minore determinatezza di contorni.

Anche un ritratto di Giov. Lorenzo Bernini, della mano di Giov. Bat-
tista Gaulli, detto il Baciccia, entrato a far parte della Galleria Nazionale,
merita d'essere segnalato. Si conoscevano del grande scultore del Seicento
il ritratto inciso da Ottavio Leoni quand'egli era in età giovanile, quelli
in disegno del Gabinetto Nazionale delle stampe in Roma, della Raccolta
Chigi e del Museo di Weimar, gli altri in pittura della Galleria di San Luca,
della Galleria degli Uffizi e di casa Andreozzi in Roma. Questo di Giam-
battista Gaulli, eseguito poco tempo prima della morte del Bernini, è lo
stesso che nel 1889 fu esposto dal barone di Geymùller in una esposizione
di Parigi tra i ritratti degli architetti ? Giunse a questa Galleria Nazionale,
per dono, come opera di Filippo di Champaigne; ma il riscontro con la
incisione, che Arnold Van Vesterhout fece del ritratto del* Baciccia, tolse
ogni dubbio che a quest'artista si debba l'immagine del grande scultore
ancora con l'energia che gli anni e gli acciacchi non avevano doma.

Lo studio dei maestri olandesi, ora raccolti in una stessa sala, ha
portato a modificare parecchie attribuzioni erronee degli antichi inventari.
Il ritratto di vecchia signora, vista di faccia, con cuffia e collaretto, con
abito a fiorami neri su fondo grigio, indicato nel Catalogo della collezione
Torlonia (n. 66) come Peeter van der Faes, detto il cav. Lely, si dimostra
opera di Thomas de Keyser di Amsterdam; il quadro de « la Carità
Romana », attribuito già al Rembrandt nella Galleria Torlonia, poi desi-
gnato come di Govaert Flink, appartiene invece a Ferdinand Boi, nato
a Dordrecht nel 1611, morto ad Amsterdam nel 1680; il dipinto di na-
 
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