Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Überblick
loading ...
Faksimile
0.5
1 cm
facsimile
Vollansicht
OCR-Volltext
■ —-:■-,■■ .V

Volume III. - Pitture

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA — PREFAZIONE

Monum. II. - Dichiarazione

tyiv K£(pahv\v spsveyaelv ov-a \ayyovaiv. E a pa-
gina 180 si avverte, che dai magi le fu di nuovo
segnato il collo: y,ct) ròv rpa-^Yt^ov ctiirrn; ird'Kiv
eacpp&ytactv, fx-knac, rivìq iripav àvr aìn^g u7ro/3a-
Xacxiv. La miniatura sopra avorio del dittico qui-
riniano di Brescia, non dovrà parere un piccolo
guadagno per chi cerca il vero ritratto dei tre
Padri della Chiesa latina, Girolamo, Agostino e
Gregorio. Pongo termine alle miniature dei codici
colla pubblicazione delle composizioni celebratis-
sime del rotolo palatino, che tutta quasi rappre-
sentano la storia di Giosuè. Questo insigne monu-
mento si compone di più fogli di pergamena insieme
incollati fino alla lunghezza di undici metri. Essa è
dal Seroux D'Agincourt assegnata al VII od Vili se-
colo (Storia dell'arte, ed. Prato, voi. IV, pag. 189,
voi. VI, pag. io5). Il Winckelmann ne fa elogi ma-
ravigliosi : non avrebbe quindi potuto tralasciarsi
nella Storia dell'Arte Cristiana. Tutto questo rotolo
si è per la prima volta interamente dato alla luce
nelle undici Tavole, che cominciando dalla 15 7
vanno alla 167.

Vi ha un genere di pittura che sta tra mezzo
al musaico in vetro e allo smalto. Esso è in foglia
d'oro saldata a fuoco fra due lastre di vetro, graf-
fita, e in certi particolari dipinta a colori di smalto.
Sono calici, sono patere, che il Buonarruoti chiamò
cimiteriali, perchè nella maggior parte cavati dai
sepolcri, fuori dei quali trovansi affissi, ma non
perchè destinati dall'arte a quell'uso. A me è sem-
brato, che partecipando essi della pittura e del
musaico stessero bene collocati fra l'una e l'altra
classe. I Vetri adunque cominciano dalla Tavola 1Ó8
e terminano colla Tavola 20?, dove il volume terzo
della Storia e secondo dei Monumenti ha fine.

Se le dichiarazioni di questi Vetri trovansi esser
generalmente più ampie delle altre di questo vo-
lume, il motivo si è, perchè a questo prediletto

genere di sacri cimelii non mi è sembrato dover
togliere quel manto, del quale gli ho vestiti la
prima volta, quando niuno dei moderni scrittori
aveva pubblicato alcuna classe di figurati cristiani
monumenti primitivi. I miei lettori vi troveranno
nuovi ritocchi e novelle osservazioni, specialmente
relative ai dubbii mossi dai critici, ovvero alle
spiegazioni diversamente proposte dai dotti.

Il metodo da me seguito nel dare incise le mi-
niature dei codici è tale, che le iscrizioni inseritevi
dai calligrafi siano stampate nel testo, ma omesse
nelle Tavole il comun delle volte. Così ho prov-
veduto alla istruzione e insieme sgombrate le com-
posizioni dalle frequentissime leggende, che di
necessità avrei dovute dare in piccolissima forma,
dappoiché le originali pitture sono generalmente
ridotte alla metà del vero : il che avrebbe anche
accresciute le difficoltà della incisione.

Il carattere greco, che vedesi adoperato nel testo
è quello del codice greco sinaitico, simile a quello
dei codici stimati più vetusti. Non ho peraltro
inteso di esprimere la particolar forma degli al-
fabeti, ma me ne son servito, perchè non ho qui
trovato altro carattere, che mi rappresentasse le
tre lettere di forma tondeggiante e, e, OD, che
sono comuni a tutti quei codici, dai quali ho tratte
le miniature. Altro di meglio non v'era nella tipo-
grafia. Riguardo alle epigrafi latine, ho adoperato
il carattere comune, con questa particolarità sol-
tanto, che niuna differenza ho posta fra il v con-
donante e Yu vocale, tutte le volte che ambedue
questi elementi son figurati al modo medesimo
con quell' u, che noi siamo soliti ora adoperare
soltanto per l'elemento vocale. Così vedesi nel
nostro testo tratto dal codice gregoriano UULPeS,
a modo di esempio, e non VVLPES, poiché in esso
codice si adopera l'elemento e, detto lunato, dalla
forma di mezza luna.

— 4
 
Annotationen