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Volume II.

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA

Pitture

possiamo rappresentare come furono compiute le esequie : ma
il P. Michelangelo Carmeli nella Storia di parii costumi stam-
pata in Venezia (ed. 3*, 1778, t. I, p. 245) opina, che costoro,
costretti dalle angustie del tempo, non avendo agio di ungere
il cadavere, il seppellissero, con gli aromi accanto, per tornare
dipoi al pio uffizio d'imbalsamarlo, e spiega in questo modo
ciò che si legge in S. Luca, aver i due discepoli involto Gesù
nella Sindone cogli aromi, curri aromatibus, e le donne che
avevano apparecchiato gli aromi e gli unguenti per imbalsa-
marlo. La quale interpretazione non ha verun appoggio, né
fondamento nel racconto evangelico. Perocché, se era così,
non dovevano esse pensare a chi rimoverebbe la pietra che
chiudeva l'ingresso. Esse dovevano sapere che vi avrebbero
trovato i discepoli che conciavano il cadavere cogli aromi.
E si avverta che neanche i sacerdoti stimarono incompiuto
l'imbalsamento, perchè non avrebbero apposto i suggelli e le
guardie, a fin di allontanare di là chiunque cercasse rimuovere
la pietra di coperchio. Il proposito delle donne era dunque di
svolgere di nuovo le fasce e levare la Sindone e ungere il
cadavere con altri aromi e unguenti che portavano seco. La
locuzione fitta àpajxaTW non altro significa che, il corpo fu
imbalsamato e legato, cioè l'uso da loro fatto di quegli aromi,
il modo che tennero nel seppellirlo ; e di fatti soggiugne
l'Evangelista, essere quello il modo usato dai Giudei, e
si sa che {izza nella Scrittura spesso avverbialmente significa.

Or si domanda qual figura avrebbe potuto naturalmente
imprimere sulla tela un corpo imbalsamato di mirra e di
aloe ? Nuli' altro che un' ombra e non continua : perocché
né la mistura di mirra e di aloe ha un colore speciale, né il
lenzuolo può stendersi sul capo e sul corpo di modo che
non abbia pieghe, né rughe. Avremmo adunque nella Sindone
tutto al più macchie appena visibili e discontinue, non mai
una figura umana esatta e precisa, qual si è sempre veduta'
e sia pure che si debba concedere qualche particolare alla
fantasia degli artisti, i quali, copiando l'imagine, vi abbiano
alcuna cosa lievissima aggiunta, e che noi non intendiamo
convalidare; perocché giudici non oculati, ma per referto
altrui abbiamo ammesso e sostenuto la dipinta imagine di
Cristo sulla tela di Torino.

Il divin Salvatore ha per sua misericordia concesso a noi
di contemplare in questa Sindone quanto basta a destare
in noi sensi di divozione e viva reminiscenza di quanto seppe
fare e patire per amor nostro : l'umana curiosità vi ha ancora
la sua parte, in quanto a suo agio può ora sapere quali
forme generalmente e come proporzionate scegliesse il Verbo,
incarnandosi in Maria, forme e proporzioni certamente al
gran mistero della redenzione nostra convenientissime, ed
efficacissime a tirare a sé gli animi e i cuori del popolo di
dura cervice e resistente sempre allo Spirito Santo.

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