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Volume II.

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA

Pitture

era perita del tutto, come egli afferma in questo luogo, ma
solo in parte, se deve tenersi conto di altro suo passo, nel
quale egli scrive che rimanevano gli anni i mesi e i giorni
del pontificato, quantunque il resto fosse distrutto : Annoi
menses et dies illius sedis perspicuum reddebat epigraphes
(sic), quamvis aliae litterae omnes ex delapsu calcis omnino
periissen^ Dei ritocchi poi non parla se non in un sol luogo,
ove afferma che S. Pietro fu tutto ridipinto e non v'ebbe
mestieri di supplemento, cosi era intera quella pittura nella
quale osservavasi una veste dalle altre tutte diversa. Intanto
quella veste, ora che è stato tolto ogni ritocco, non appare,
com' egli afferma, diversa da quella degli altri Papi, perocché
e Lino e Cleto almeno ne indossano una somigliante. Queste
ed altre imperfezioni ed inavvertenze, che saranno di poi
notate a suo luogo, bruttano l'opera del Marangoni. Or io
riproduco queste imagini, servendomi delle fotografie che il
primo ne ho ritratto, dopo che ne furono tolti da mano
esperta i ritocchi. Ometto le imagini novamente dipinte e i
restauri di quelle che, trovate mancanti di alcuna parte,
furono fatte supplire da papa Benedetto XIV: ometto anche
quelle che nel distaccarle dalla parete perirono, le quali non
mi è sembrato dover copiare dai disegni del Monosili, che
il Marangoni ha dato alle stampe, e perchè mal fatti, e
perchè non mi costa se in tutto o in parte antiche siano
quelle pitture.

Conviene ora che io parli del numero di questi ritratti
antichissimi e dell'epoca in che furono dipinti.

La basilica di S. Paolo, dopo l'incendio della prima co-
stantiniana, fu rifabbricata da Teodosio in assai più ampia
forma, ma non condotta a termine che da Onorio, come
attestano i noti versi, che si leggevano una volta interi,
quando il musaico dell' arco maggiore non era ancor guasto.

THEODOSIVS CAEPIT PERFECIT HONORIVS AVLAM
DOCTORIS MVNDI SACRATAM CORPORE PAVU

Quindi è manifesto, che le pitture non furono poste in
questa basilica prima del secol quinto ; alla qual conclu-
sione conducono anche i canoni dell'arte. Lo stilobate au-
strale, che è a destra di chi entra, ebbe quarantadue ima-
gini clipeate, o sia dipinte entro rotonde cornici, distribuite
a due a due in ciascun intramezzo dei piedistalli che soste-
nevano le colonne del second' ordine della nave di mezzo.
Lo stilobate boreale, che è a sinistra, ne avrebbe dovuto
ricevere altrettante; ma al tempo di Onorio non sarebbero
potuti essere figurati che soli quarantadue Pontefici, quanti
se ne contano da S. Pietro a S. Innocenzo I, e però non
poteva essere dipinto che il solo stilobate australe. E cosi
fu difatti: perchè lo stile e il general carattere della serie
australe dimostra che fu dipinta ad un'epoca sola; e per
converso le pitture vedute sulla parete boreale, ed ora più
non esistenti, avevano caratteristiche sol proprie di un'epoca

posteriore. Il Bianchini arrivò alla medesima conclusione,
ma per via del tutto diversa, della quale pochi anni dopo
non avrebbe potuto far uso : perocché egli credeva che i
primi dieci ritratti a sinistra non contennero mai imagini dei
successori d'Innocenzo: il che apparve di poi non essere
vero, caduta essendo, o staccata la disordinata serie dei
ritratti, insieme colla velatura d'intonico soprapposta alle
pitture antichissime, e rimesse queste alla luce, le quali quan-
tunque siano, come ho detto, nelle caratteristiche diverse
dalle australi, nondimeno fanno loro seguito in serie ordi-
nata. A meglio intender ciò è mestieri che io narri quanto
si legge nei due ragguagli, del Bianchini l'uno e del Ma-
rangoni l'altro, intorno a queste boreali pitture. Il Bianchini
adunque racconta che sul lato boreale vedevasi una serie
di quasi quarantadue Papi, ma che i primi dieci clipei,
cominciando com'è di ragione da sinistra, non contenevano
ritratti d'immediati successori alla cattedra pontificia d'In-
nocenzo I. Omessi i due primi cosi scoloriti e corrotti,
die'egli, che non era possibile divinare di chi fossero i ri-
tratti ivi dipinti, sul clipeo terzo vedevasi figurato Eusebio,
quel medesimo Papa, che era dipinto sulla parete australe fra
Marcello e Milziade. Dipoi erano altri tre clipei con pitture
perdute, dopo le quali sul settimo clipeo era dipinto papa Ana-
stasio, dipinto ancor esso sulla parete australe fra Siricio ed
Innocenzo. Sul clipeo ottavo figurava Marcello colla propria
epigrafe, MARCELLVS, secondo che riferisce il Bianchini
predetto in questo luogo ; ma prima a pagina LXXII, non
so per qual distrazione ha posto questo nome sul clipeo
nono: nondimeno Marcello è fuor di luogo, perchè sedette
prima di Anastasio. Era quindi sul nono clipeo rappre-
sentato Adriano, e papa Agatone colla sua epigrafe AGATON
sul clipeo decimo : nei quali due Papi notasi un disordine
anche maggiore ; perchè Agatone non solo precesse Adriano,
ma vi furon tra mezzo altri sedici Papi. Tale è il racconto
del Bianchini nei Prolegomeni ad Anastasio (t. II, p. LXXX).
Il Marangoni invece nella citata Ch. Rom. Pont, a pagina V,
ci fa sapere che sulT intonico veduto dipinto dal Bianchini
v'erano anche altri ritratti da lui non potuti determinare:
erano questi, oltre ai nominati, Lorenzo pseudopapa ai tempi
di Simmaco, e un certo Paolino: ma che rimossi o caduti
gl'intonichi egli scoperse dipinti anteriori sui primi dieci clipei.
Questi egli fece disegnare e stampolli in seguito ai quaran-
tadue ; e prosegue dipoi a disegnare i ritratti degli altri Papi
dipinti su quella parete boreale ; il che ha egli dimenticato di
avvertire : ma pure è forza che sia così, perocché a pagina IV
afferma che vedevansi altrettante imagini, quante se ne con-
tavano sul lato australe: Cemebantur in totidem orbiculis
Pontificum imagines aliae, usque ad alhid initium arcus
triumphalis. Cosi intese questa incompiuta narrazione anche
il padre Zaccaria, per quanto può rilevarsi dal parere che dà
di tali pitture nella Storia letteraria, Venezia, 1753, tomo V,
pagina 567, e nelle Dissertazioni di Storia ecclesiastica,
Roma 1793, tomo III, pagina 245.

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