Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Overview
loading ...
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
PlTTUR

DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE

Proemio

in ordine, perchè le schede noi serbano. Ivi a pagina 34 si
legge il versicolo i3 e i4 del capo I della Genesi, che manca
nella trascrizione del Tischendorf, e a pagina 35 un buon
tratto del capo XVIII, 24, che manca per intero al Tischen-
dorf, e a pagina 29 il versicolo 16 del capo XLIII, del quale
il citato trascrittore ha letto la sola metà a sinistra.

Le due miniature in pergamena si trovano alle pa-
gine 3i, 32, delle quali darò la descrizione inserendole fra
quelle che sono publicate nei Vetusta Monumenta, le quali
ancora metterò in ordine storico, essendo che sulle due
tavole di quell'opera sono collocate in confuso a seconda
dello spazio.

TAVOLA CXXIV.

1. (iVloNUM. vetusta, voi. I, pag. LXVII, n. 2). Personaggio
barbato in tunica lunga e immanicata, sulla quale veste un
pallio alla esomide : egli siede sopra un poggio che sembra
di pietra, coperto di piumaccio, ed è in atto di contemplare
la divinità a cui tende le mani. La parte del testo superstite
insegna che son qui espressi i versicoli 24-26 del capo V
della Genesi, nei quali si legge, che Enoc fu fedel servo di
Dio e non fu più veduto perchè Iddio il tolse.

2. (Ib. n. 3). Una turba di uomini di età diverse in aria di
duolo stanno accanto ad una cassa funebre coperta: uno
di essi che è più vicino al sarcofago sembra volersi strappare
i capelli per duolo, tenendo la sinistra aperta e sospesa in
atto di cordoglio. Il testo parla della morte di Matusalem
(Gen. c. V, vers. 27-29).

3. (Ib. n. io). L'arca noetica vi è rappresentata due volte,
ma non intera: il capo Vili della Genesi narra che Noè
mise fuori due volte la colomba. I versicoli io, 11, dei quali
rimane un frammento fra due miniature, l'una all'altra
sovrapposte, raccontano il secondo invio e il ritorno della
colomba col ramo di olivo nel becco: la pittura esprime
l'arca di quadrata figura, e coperta, con finestrino da lato,
onde Noè messo fuori un braccio.manda la colomba: ma
l'arca è tuttavia sulle acque. Parmi notevole l'esterno dise-
gno dell' arca, che la prima volta è rappresentato come un
lavoro di linee che noi diremmo a spina; laddove nella
seconda le linee s'intersecano in guisa da rappresentare
figure di rombi, ciascuno dei quali è per metà di un co-
lore, per metà di un altro.

4. (Ib. n. 9). E un quadro diviso in due piani II versicolo 22
della Genesi, capo IX, narra l'immorale ed empia condotta
di Cam, che racconta ai fratelli di aver veduto il padre gia-
cersi a dormire tutto svelato. Di Cam rimane nella pittura
la sola gamba, il cui atteggiamento dimostra che viene di
corsa : i due suoi fratelli odono da lui il racconto, e uno di

essi alza l'indice al mento, 1' altro al naso. Questo gesto è
proprio di chi ode una cosa inaspettata che gli dà da pensare.
Nel piano inferiore vedesi parte della casa ove giace Noè,
e uno dei due figli che, tenendo insieme il mantello disteso
e voltata addietro la faccia, ne va a coprire il padre. Il ver-
sicolo 23 scritto accanto serve di commento alla pittura.

5. (Monum. vetusta, I, pag. LXVIII, n. 8). Il versicolo 8
del capo XI della Genesi narra come Iddio, sceso dall' alto a
veder la città e la torre, disperse il popolo, che la fabricava,
su tutta la terra. La parte della pittura, che ci rimane,
rappresenta un uomo barbato su di un'alta torre in tunica
immanicata, che stesa la destra parla a un gran popolo
raccolto innanzi. Attribuisco a difetto del disegnatore o alla
pittura troppo logora, se l'umana figura che parla dall'alto
della torre veste una semplice tunica immanicata, e non
appare il pallio di che doveva esser coperta. Uno del popolo
indossa una corta tunica e a maniche tronche, come operaio.
Quel personaggio che parla dalla torre rappresenta Iddio,
disceso dall' alto, che confonde le favelle degli operai e li
costringe a cessare: il gesto poi sembra che dinoti il co-
mando di separarsi e colle loro famiglie andare a popolare
la terra.

6. (Ib. n. 9). E espresso a destra una casa nobile con
colonna alla porta e cortina levata. Indi è uscita una donna
velata che stende la destra ed eleva la sinistra in atto di
affanno: accanto a lei vedonsi due personaggi, l'uno barbato,
l'altro imberbe, che guardano con dolore. Nella Scrittura non
altro si racconta prima dei versicoli 12 e 13, capo XI, che si
leggono a pie della nostra pitturale non che la città edificata
si chiamò Babel, perchè ivi si confusero le lingue (vers. 9):
et ideirco vocatum est nomen eius Babel, quia ibi confusimi -
est labium universae terrae et inde dispersit eos Dominus
super faciem cunctarum regiomim. Indi il versicolo 1 o co-
mincia a noverare le generazioni di Sem e segue nei ver-
sicoli 12 e i3. Pare adunque probabile che in questo quadro

4) -
 
Annotationen