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Volume HI.

STORIA DELL'ARTE CRISTIANA

Monum. II.

sarà impiccato sulla forca: il quale a udir ciò eleva la mano
a guisa di attonito. Avanti a costui è il coppiere che stupisce,
ammirando la profetica rivelazione. Pare che di questa pittura
nulla siasi perduto. I due servi vestono semplice tunica, che
è abito servile e da operaio.

8. (Monum. vetusta, I, pag. LXVIII, n. 7). Il vecchio Gia-
cobbe siede sopra una panca coperta da piumaccio, e sta
dicendo a Giuda e ai fratelli di lui, che menino pur seco
il piccolo Beniamino, poiché non si può fare altrimenti
(cap. XLIII, vers. i3-i4). Davanti a Giacobbe Beniamino
colla destra accenna che parte coi fratelli: Giada è ivi in-
volto nel pallio alla esomide, e solleva l'indice della destra
all'occhio, mostrando con quel gesto di riflessione perplessa
quanto gli è grave il pensiero della promessa fatta or ora
al padre, assicurandolo, che gli ricondurrebbe il piccolo Be-
niamino. La perplessità dell' animo, come dimostro nella
Teorica, è sovente significata dal movimento della mano,
che si solleva alla fronte, alla bocca, ed anche al mento
Il figlio di Giacobbe non sa se gli riuscirà bene quella im-
presa, che prende sopra di sé.

9. (Monum. vetusta, I, pag. LXVIII, n. 6). Giuseppe vestito
di tunica podére e di sopravveste corta fino al ginocchio
e ricamata a rombi, impugnando Io scettro, riceve a udienza
i reduci fratelli. Nel testo è scritto che, visto Beniamino, gli
si commosse il cuore, e si vide costretto a ritirarsi dietro
la cortina, onde dare sfogo alle lacrime che più non polca
frenare alla vista del fratello (cap. XLIII, verss. 3o,3i). Giuda
e Beniamino, cogli altri fratelli, non osano guardar fisso in
volto a Giuseppe e voltano altrove lo sguardo.

Qui terminano le pitture date in luce dal codice di Cotton,
poche invero, e neanche fedelmente espresse. L'insegna della
croce in asta in mano a Cristo, in luogo della verga, non
ha finora altro confronto nel secol quinto, nel quale pur
tuttavia fu introdotta, se non nel musaico ravennate del
Mausoleo di Galla Placidia (tav. 227, 2), ove Cristo è in abito
di Pastore; passa quindi per scettro imperiale in mano agli
Augusti ed alle Auguste, e prende luogo della verga prodigiosa
in mano agli Angeli e al Redentore: per converso gli Angeli qui
non portano ancora il bastone viatorio, che è loro si comune
nei secoli seguenti; ma vedonsi avere le ali e il nimbo soltanto.

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