Pitture
DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE
TaVV. 124, 125.
TAVOLA CXXV.
,(Mc
. (IVloNUM. vetusta, voi. I, pag. LXVIII, n. 2). Nel capo XV
del Genesi al verso 12 e seguenti si legge che Abramo, stanco
dallo scacciare tutta la giornata gli uccelli che si avventa-
vano a rapire le carni da lui immolate e in brani divise per
farne un olocausto, ed essendo già il sole presso al tra-
monto, fu sorpreso da profondo sonno e si addormentò, e
intese quanto avverrebbe alla sua stirpe futura, e come essa
avrebbe servito in Egitto: Cumque sol occumberet sopor
irruit super Abram. Questo testo manca nel codice del
Cotton e doveva esser soprascritto alla composizione, nel
cui primo piano è rappresentato Abramo seduto a terra, e
si capisce che doveva star quivi a difesa delle carni immo-
late: la qual parte della composizione è perita. Nel secondo
piano il Patriarca dorme supino e adagiato sul pallio disteso
a terra, e col capo appoggiato alla destra : una mano spor-
gente dalle nuvole gli parla dall'alto.
2. (Ib. n. 1). Abramo entra nel talamo con Agar che gli
si attiene al braccio destro. Davanti al talamo è sospesa una
cortina pendente dagli anelli. Il racconto è nel capo XVI
della Genesi, versicoli 4, 5. Veste Abramo tunica immanicata
e pallio alla esomide ; Agar la tunica cinta, a maniche corte
fino al gomito.
3. (Ib. 11. 6). Abramo, del quale rimane la sola destra, parla
alla sua donna Sara, che mena lamenti, perchè disprezzata
dalla serva Agar divenuta già madre. Sara ha la fronte cinta
di diadema e i capelli sciolti alla cervice. Il diadema por-
tavasi dalle padrone, o sia donne libere, e serviva a distin-
guerle dalle ancelle; di che ho detto già nei Vetri (pag. 161,
ed. sec. i864).
4. Le schede del Peiresc ci hanno conservata intera anche
questa composizione, della quale si aveva probabilmente
un brano, se è quello dato in luce dal Westwood. Il sog-
getto è d'invenzione dell'artista, non trovandosi storicamente
narrato nel sacro testo, nel quale si legge soltanto (e. XVIII)
che u il Signore apparve ad Abramo nella valle di Mambre, e
gli apparvero dinanzi tre uomini, n Quest' apparizione di Dio
è qui distinta dai tre personaggi, i quali sono tre Angeli che il
rappresentano. Iddio può farsi rappresentare sì dagli Angeli,
come da un fenomeno o figura corporale, che sia visibile
all'occhio umano: ma qui, come ho detto, Iddio è distinto
dai tre Angeli, e prende la figura allusiva alla sua futura in-
carnazione. I SS. Padri dei primi tre secoli tennero che tutte
le manifestazioni di Dio, o sia Teofanie, fossero del Verbo.
L'umana figura di Cristo è giovanile e imberbe: ha il capo
fregiato del nimbo d'oro entrovi una croce, le cui tre braccia
si prolungano alquanto oltre alla circonferenza del nimbo pre-
detto. Egli ha nella sinistra una croce in asta, e veste tunica
e pallio bianco. I tre Angeli hanno fili d'oro intrecciati nei
capelli, dei quali cingono la testa a guisa di serto: le loro
ali sono piccole, e vanno a pie nudi, vestiti di semplice tunica
senza maniche, abbottonata sugli omeri, a cui è sovrapposta
una tunichetta corta fino al ginocchio e cinta alla vita. La
scena è nel paradiso, il quale è simboleggiato dagli alberi
pomiferi e da altre piante.
5. (Monum. vetusta, I, pag. LXVII, n. 5). Dal medesimo
capo XVIII versicolo 1 5 è tolto il soggetto di questa pittura.
Gli Angeli seggono a tavola messa loro da Abramo. Due soli
di essi rimangono interi nella stampa, del terzo se ne vede
soltanto un' ombra Abramo dovea esservi rappresentato in
piedi presso la mensa, forse dal lato destro, che è perduto. La
tenda da lui abitata ha dinanzi un' ampia cortina, e 1' uscio,
sul quale si vede Sara. Rotonda è la mensa e coperta di un
drappo: vi è apprestato un pane e un desco colla vivanda.
Gli Angeli sono cinti di nimbo e vestono tuniche immanicate
e discinte, quali peraltro esser solevano le convivali.
6. (Ib. n. 4). La scena qui rappresentata è tolta dal
capo XIX, versicoli 8-11, ove si narra la pressa dei Sodomiti
alla casa di Lot, il quale uscito fuori cercò salvare gli ospiti
offrendo ad abominevole stupro le due sue figlie. Indi è
scritto che gli Angeli, preso il braccio a Lot, il trassero dentro
e chiusero l'uscio, accecando i Sodomiti, perchè si disper-
dessero. Il pittore pose Lot che tuttora briga colla turba
brutale tumultuante, mentre uno degli Angeli l'ha preso pel
braccio e il tira dentro l'uscio. Uno della turba fa gesto di
orrore, vedendo giacere a terra due Sodomiti come morti.
7. (Ib. n. 1). Dal capo XVIII passiamo al capo LX, ove si
narra la interpretazione che Giuseppe diede nella carcere
ai due servi di Faraone (vers. 19). Giuseppe veste dalmatica
a maniche strette e parla ai due servì, rivelando loro la
sorte che gli attende: e come il panettiere dopo tre giorni
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DICHIARAZIONE DELLE TAVOLE
TaVV. 124, 125.
TAVOLA CXXV.
,(Mc
. (IVloNUM. vetusta, voi. I, pag. LXVIII, n. 2). Nel capo XV
del Genesi al verso 12 e seguenti si legge che Abramo, stanco
dallo scacciare tutta la giornata gli uccelli che si avventa-
vano a rapire le carni da lui immolate e in brani divise per
farne un olocausto, ed essendo già il sole presso al tra-
monto, fu sorpreso da profondo sonno e si addormentò, e
intese quanto avverrebbe alla sua stirpe futura, e come essa
avrebbe servito in Egitto: Cumque sol occumberet sopor
irruit super Abram. Questo testo manca nel codice del
Cotton e doveva esser soprascritto alla composizione, nel
cui primo piano è rappresentato Abramo seduto a terra, e
si capisce che doveva star quivi a difesa delle carni immo-
late: la qual parte della composizione è perita. Nel secondo
piano il Patriarca dorme supino e adagiato sul pallio disteso
a terra, e col capo appoggiato alla destra : una mano spor-
gente dalle nuvole gli parla dall'alto.
2. (Ib. n. 1). Abramo entra nel talamo con Agar che gli
si attiene al braccio destro. Davanti al talamo è sospesa una
cortina pendente dagli anelli. Il racconto è nel capo XVI
della Genesi, versicoli 4, 5. Veste Abramo tunica immanicata
e pallio alla esomide ; Agar la tunica cinta, a maniche corte
fino al gomito.
3. (Ib. 11. 6). Abramo, del quale rimane la sola destra, parla
alla sua donna Sara, che mena lamenti, perchè disprezzata
dalla serva Agar divenuta già madre. Sara ha la fronte cinta
di diadema e i capelli sciolti alla cervice. Il diadema por-
tavasi dalle padrone, o sia donne libere, e serviva a distin-
guerle dalle ancelle; di che ho detto già nei Vetri (pag. 161,
ed. sec. i864).
4. Le schede del Peiresc ci hanno conservata intera anche
questa composizione, della quale si aveva probabilmente
un brano, se è quello dato in luce dal Westwood. Il sog-
getto è d'invenzione dell'artista, non trovandosi storicamente
narrato nel sacro testo, nel quale si legge soltanto (e. XVIII)
che u il Signore apparve ad Abramo nella valle di Mambre, e
gli apparvero dinanzi tre uomini, n Quest' apparizione di Dio
è qui distinta dai tre personaggi, i quali sono tre Angeli che il
rappresentano. Iddio può farsi rappresentare sì dagli Angeli,
come da un fenomeno o figura corporale, che sia visibile
all'occhio umano: ma qui, come ho detto, Iddio è distinto
dai tre Angeli, e prende la figura allusiva alla sua futura in-
carnazione. I SS. Padri dei primi tre secoli tennero che tutte
le manifestazioni di Dio, o sia Teofanie, fossero del Verbo.
L'umana figura di Cristo è giovanile e imberbe: ha il capo
fregiato del nimbo d'oro entrovi una croce, le cui tre braccia
si prolungano alquanto oltre alla circonferenza del nimbo pre-
detto. Egli ha nella sinistra una croce in asta, e veste tunica
e pallio bianco. I tre Angeli hanno fili d'oro intrecciati nei
capelli, dei quali cingono la testa a guisa di serto: le loro
ali sono piccole, e vanno a pie nudi, vestiti di semplice tunica
senza maniche, abbottonata sugli omeri, a cui è sovrapposta
una tunichetta corta fino al ginocchio e cinta alla vita. La
scena è nel paradiso, il quale è simboleggiato dagli alberi
pomiferi e da altre piante.
5. (Monum. vetusta, I, pag. LXVII, n. 5). Dal medesimo
capo XVIII versicolo 1 5 è tolto il soggetto di questa pittura.
Gli Angeli seggono a tavola messa loro da Abramo. Due soli
di essi rimangono interi nella stampa, del terzo se ne vede
soltanto un' ombra Abramo dovea esservi rappresentato in
piedi presso la mensa, forse dal lato destro, che è perduto. La
tenda da lui abitata ha dinanzi un' ampia cortina, e 1' uscio,
sul quale si vede Sara. Rotonda è la mensa e coperta di un
drappo: vi è apprestato un pane e un desco colla vivanda.
Gli Angeli sono cinti di nimbo e vestono tuniche immanicate
e discinte, quali peraltro esser solevano le convivali.
6. (Ib. n. 4). La scena qui rappresentata è tolta dal
capo XIX, versicoli 8-11, ove si narra la pressa dei Sodomiti
alla casa di Lot, il quale uscito fuori cercò salvare gli ospiti
offrendo ad abominevole stupro le due sue figlie. Indi è
scritto che gli Angeli, preso il braccio a Lot, il trassero dentro
e chiusero l'uscio, accecando i Sodomiti, perchè si disper-
dessero. Il pittore pose Lot che tuttora briga colla turba
brutale tumultuante, mentre uno degli Angeli l'ha preso pel
braccio e il tira dentro l'uscio. Uno della turba fa gesto di
orrore, vedendo giacere a terra due Sodomiti come morti.
7. (Ib. n. 1). Dal capo XVIII passiamo al capo LX, ove si
narra la interpretazione che Giuseppe diede nella carcere
ai due servi di Faraone (vers. 19). Giuseppe veste dalmatica
a maniche strette e parla ai due servì, rivelando loro la
sorte che gli attende: e come il panettiere dopo tre giorni
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