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Volume III.

STORIA DELL' ARTE CRISTIANA

MONUM. II.

innanzi a lui vedonsi prostrate e supplichevoli le due sorelle
di Lazaro, Marta e Maria: MARIA ET MARTA RO-
GABANT DNM. Non si legge espressamente nel Vangelo
che le due sorelle, ginocchioni o solo inchinate, pregassero il
Signore; nondimeno una di esse si vede d'ordinario così figu-
rata nei sarcofagi, di rado ambedue. Questa donna prostrata
in un insigne sarcofago di Saragozza (tav. 38o, 3) chiamasi
MARTA; ma anche di Maria si legge che si prostrò a'piedi
di Cristo (versicolo 3 2) : Maria ergo, cimi venisset, ubi erat
lesus, videns eum, cecidit ad pedes eius. Or poiché in questo
incontro non poteva mancarvi la sorella, che l'era andata a
chiamare, così probabilmente opineremo che siasi voluto
rappresentare questo punto di azione, tutte le volte che ve-
diamo ambedue le sorelle prostrate a'piedi di Cristo. Il luogo
è montuoso, la via che mena al sepolcro è giallastra, il ter-
reno a destra e sinistra di essa è giallo.

3° CENA DNI (Cf. Lue. XXII, 19, 20; Matth. XXVI, 26;
Marc. XIV, 22). Quantunque la lavanda dei piedi abbia
avuto luogo prima della istituzione dell'Eucaristia e dopo
la cena dell'agnello, qui nondimeno essa si vede posposta,
né può muoversene dubbio, essendone l'epigrafe CENA DNI
argomento decisivo, e inoltre perchè non si vede a tavola
l'agnello, ma il pane e il calice, e nel desco il pesce che ne
adombra il significato sacramentale. Gesù siede nel mezzo, e
attorno a lui gli Apostoli al numero di sei ; le due persone
che stanno in piedi e dietro, sono servi. La tavola è semicir-
colare, o sia in forma di sigma lunato, dal quale prese anche
il nome, ed ha nel centro il solito desco per le vivande.
Davanti ai sei Apostoli sono posti altrettanti pani. Gesù ha
innanzi il calice e nella mano un pane, sul quale alza la
destra parlante : similissima a questa è quella rappresentanza
del musaico di S. Vitale in Ravenna (tav. 25o), ove Melchi-
sedec siede a tavola stando di prospetto, ed ha in mano il
pane in una semisferica scudelletta, e dinanzi un vaso ri-
pieno di vino, posto fra due torte di pane. Dei tre Apostoli
che sono a destra, il primo ha nella sinistra una piccola
parte di pane, il secondo ne ha due, una nella destra e
l'altra nella sinistra.

4° IHS LAUIT PEDES DISCIPULORUM (Toh. XIII, 5).
Nel centro della sala è un candelabro a quattro braccia
con altrettante lucerne accese. Il pallio che Cristo si è le-
vato di dosso, mettendosi in assetto di lavare i piedi agli
Apostoli, vedesi sospeso ad un uncino, che a tal uopo spunta
dal bastone del candelabro : egli si è cinto il pannilino, o
asciugatoio, e lava i piedi a Pietro : la tunica che veste è di
color di porpora. Gli Apostoli in numero di dieci stanno
parte a destra e parte a sinistra: l'unico che siede è Pietro,
ed ha i piedi nella conca.

5° HIC ORAUIT AD PATREM (Lue. al e. XXII,4i-45 :
cf. Matth. XXVI, 3g-4o; Marc. XIV, 35-37). Gesù sul

monte degli olivi, che è di color giallo, prega il padre, avendo
le mani protese e velate dal pallio: dall'alto appare una
mano che sporge dalle nuvole, figurate di color di porpora.
Nel basso di questa scena Gesù, IHS, parla al primo dei
tre Apostoli, che mostrano essersi svegliati dal sonno, poi-
ché due di essi sono sdraiati, e uno puntella il capo colla
mano, l'altro l'ha appoggiato al braccio.

Il fondo di questo terreno è giallognolo; una roccia che
sta a sinistra è di color rosso lacca: il cielo è rosso. Del-
l'ammonimento dato a Pietro si fa menzione in S. Marco
(versicolo 37), non però in S. Luca.

6" IUDAS IHM OSCULO TRADIDIT (Ioa XVIII, 4-8).
E qui espresso quando Gesù abbraccia Giuda, e questi gli
dà il bacio : il cielo è verde, il luogo è piantato di alberi,
il terreno sul quale sta Gesù Cristo è giallo. Nel basso ve-
donsi gli sgherri colle fiaccole accese, e imbracciano gli scudi;
uno di essi è anche armato di spada. Tutti sembrano giacere
rovesciati sul terreno, il che avvenne dopo il bacio; ma il
pittore gli ha rappresentati in tal attitudine per anticipazione.
Questo cader rovescione dei soldati non va a sangue dello
Schleusner, il quale nel Lessico citando le parole : àn-o\%v sìs
xà ìnlaa y.a\ Ixzaoy yap.cti, le spiega così (s. v. snida) : aggressi
sunt discipulos Christi, qui eum a tergo sequebantur, qui,
fugientes, cecìderunt humi. Vuol egli dunque che non gli
sgherri, ma i discepoli di Cristo fuggendo caddero in terra.
Il testo dice (versicolo 6), che quelli ai quali Cristo disse
ego sum, retrocessero e caddero in terra: Ut ergo dixit eis :
Ego sum: abierunt retrorsum et ceciderunt in terram. Lo
Schleusner, per sostenere la sua interpretazione, ha bisogno
di sostenere che àiróìSov ù$ rà bniaa stia per si; zov? onlaa,
aggressi sunt discipulos, qui Christum a tergo sequeban-
tur. (Cf. ànipyjtjSai § 6.) Tutta l'antichità ha seguito il na-
turai senso del sacro scrittore, che era presente.

70 INIECERUNT MANUS IN IHM (Matth. XXVI, 5o;
Marc. XIV, 46, 47; Lue. XXII, 54). II testo è di S. Matteo:
manus iniecerunt in Iesum: in S. Luca si legge Comprehen-
dentes autem eum. E figurato Gesù preso in mezzo da due
sgherri, e Pietro, PETRUS (Ioh. XVIII, io), che sta per
menare un fendente al servo del Pontefice. Innanzi è espresso
il torrente CEDRON, che scorre nella valle fra il monte Oli-
veto, ov'é l'orto di Getsemani, e il monte ov'è fabbricata
Gerusalemme.

8° CAIAPHAS (Lue. XXII, 54). Gesù è qui menato via
da due sgherri, dopo che il Pontefice levatosi in piedi fra
gli assessori del tribunale, e lacerate le vesti, 1' ha con-
dannato a morte II Pontefice di quell'anno aveva nome
Giuseppe, e per soprannome dicevasi Caiaphas (Ios. Ant.
iud. XVIII, 3, 2; Eus. Hist. eccl. I, io), col quale era po-
polarmente conosciuto e chiamato.

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