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Volume HI.

STORIA DELL' ARTE CRISTIANA

Monum. IL

Agostino e il nostro Agosto. Sono tutti e tre Confessori: è
però da notarsi, che il primo posto si dà ad Agostino,
AVGVSTINI, il secondo a Girolamo, GERONIMI, il terzo
a Gregorio, GREGORII, e cosi anche nella pittura, tenendo
ivi Agostino il posto di mezzo, fra Girolamo che è alla sua
destra, e Gregorio che è alla sinistra. Potrebbe qualcuno
dimandare il motivo della preferenza data ad Agostino nella
Chiesa di Brescia. Crederebbesi che vi avesse influito la
solenne traslazione che delle sue ossa fece Liutprando, sotto
il pontificato di S. Gregorio II (Petri Oldradi, Ardi, Me-
diol. Ep. ad Carol. Magnimi, a. 796), o al 71S, come scrive
Adone nel Martirologio, ovvero al 721, che è ii parere di
Sigeberto: e quindi dedurne la devozione e il culto accre-
sciuto a quel gran Dottore della Chiesa: ma questo avve-
nimento se poteva influire nel culto pubblico, non è credi-
bile che portar potesse una modificazione siffatta nel canone
liturgico. Quindi è che non siamo costretti, perciò che tro-
viamo Agostino al primo posto nel canone, ad argomentarne
l'epoca della pittura, che non si dirà per questo motivo
anteriore al secolo Vili.

Ben può essa attribuirsi coli'Odorici al secolo VII, e la
precedenza di Agostino si spiegherà semplicemente come a
lui accordata, seguendo l'ordine del tempo. Alla qual sem-
plice, e non perciò men solida spiegazione, dà buona con-
ferma l'opportuno confronto del sacramentario Gallicano
attribuito dal Mabillon (It. Ital., pag. 276) alla prima metà
del secolo VII, poiché vi si trova fatta menzione di Ber-
tulfo, che egli stima essere l'Abbate di Bobio della metà del
secolo VII: medio saeculo septimo. Nel canone adunque di
questo sacramentario (ib. pag. 280) leggonsi dopo i Martiri
i nomi dei Confessori Hilarii, Martini, Ambrosiì, Agustini,
Gregorii, Hieronymi, Benedirti. Gli stessi nomi, con più o
meno aggiunte, si leggono in altri sacramentarii posteriori,
e sempre coli' ordine medesimo (Vedi il Bona, Rer. Liturg. II,
cap. 12, 3, ed. Sala; Thomash Opp. omnia, t. VI, pag. 174,
ed. Vezzosi; Giorgi, De Liturg. Rom. t. III, praef. L, nota 18).
Nella quale invocazione, se vediamo che Girolamo cede il
posto a Gregorio, ciò non fa ostacolo alla proposizion mia;
perocché è chiaro che si son voluti mettere innanzi i santi
Vescovi e poi i preti, quali furono Girolamo e Benedetto.

L'Odorici a tutta ragione afferma di aver veduto qualche
nome oltre i Padri Agostino, Girolamo e Gregorio, u ma
irreparabilmente dilavato ed in parte graffito, la cui lettura,
die'egli, poteva condurci a qualche bella induzione; ma le
lenti non mi valsero più della vista, n Egli avrebbe voluto
leggere qualche nome, per vedere se indi determinar si
potesse la chiesa, alla quale questo dittico appartenne. I miei
studii non essendo diretti che alla iconografia, soglio non-
dimeno porre ogni cura, perchè anche le leggende, che ac-
compagnano le imagini, siano ben trascritte. Però cercando
quali nomi una volta si leggevano dopo i tre già narrati,

coli' aiuto della fotografia, la quale, come ho avvertito nelle
Dichiarazioni del Codice di Zagba, rendono anche le ombre
delle imagini e delle leggende abrase, mi sembra esser
riuscito a leggere un quarto nome, quasi intero, ANAT. e
nelle linee seguenti, H, indi linea 6 PHILAST; e dopo tre
nomi perduti CA D, poi ACO, poi ANTONI ; e, dopo altri
nomi difficili a dicifrarsi, UT COMMENDE^ nos DO.
Donde, se non erro, parmi risulti che il dittico appartener
dovesse alla Chiesa bresciana, nella quale furono Vescovi
S. Filastrio e S. Gaudenzio, e dove S. Anatalonte, tuttoché
stato Vescovo di Milano, era in gran venerazione, perocché il
suo sacro corpo ivi serbavasi, come attesta il Catalogo dei
Vescovi milanesi edito dal Muratori {Rer. Ital. Script, t. I,
pars II, pag. 228), e l'ha notato l'Odorici (Ant. Crist. di
Brescia, part. II, p. 7), e il conferma Mirocle Vescovo di
Milano nel nobile epigramma apposto alla imagine di S. Ana-
talonte, ove si legge [ap. Baron. Martyr. rom. 2 5 sept.)

DVM TVA MEMBRA METV RIGIDIS SVBDVCTA TYRANNtS
BRIXIA VICINO DETJNET IN LOCVI.O.

Assodato quello che riguarda il monumento primitivo,
prima di passare alla dichiarazione delle pitture, è d'uopo
dir qualche cosa dello scritto sovrapposto ai rasi nomi.
Ciò sarà ora più agevole a me, che all' Odorici, avendo in-
teramente Ietto i primi quattro versi, dai quali si apprende
che il dittico, il quale era prima dei morti, fu poscia cam-
biato in dittico dei vivi. Ed è ciò di molta importanza : dap-
poiché, se ciò non si fosse avvertito, potea sembrare mal a
proposito la storia biblica della risurrezione di Lazaro quivi
dipinta. Ma in che tempo si è fatto questo cambiamento?
Rispondo : non prima dell' 800, ossia dell' Impero di Carlo
Magno: perocché allora l'Italia cominciò ad avere un Im-
peratore, e nel Memento non solo se ne fa memoria, ma
gli si dà il titolo di Signor Nostro : D. N. Eccone il testo
trascritto per intero oltre ai quattro versi incisi:

f MEMENTO DNE OMNIUM
ORTHODOXORUM PONTYFI
CUM D N IMP. UEL OMNIUM
XPIANORUM PRECIPUE
offerentiuM SIT MISSARUM
solemnitas IN COMMENDA
tionem eorum
Memento dne VITONI. PB

Il supplemento dei versi 5 e 6 potrebbe essere diverso da
quello che ho imaginato io, ma gli avanzi delle lettere, che
appariscono al versicolo 7, non prestano appoggio ad alcuna
formola di altra liturgia a me nota. Fa però d'uopo avvertire,
che potrebbe ben essere qLiesta una parte di Memento non
continuatamente scritta, ma di cui fossero poste soltanto al-
cune parole a fin di aiutare la memoria del celebrante. Questa

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