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Doppo feci per Ordinc dell'Ecc.mo Sig.fe Principe D. Camillo Pandit
tutti li metalli dorati consistenti in varii Ornamenti al grande, e ricco
altare nella loro Chiesa di S. Agnese in Navona.
Per Ordine del Re di Portogallo datomi dal Mons.re Olivieri Sagrista
de! Papa feci sei Angeli di Argento Rgure in piedi in varie attitudini,
tengono strumenti della Passione di Nostro Sig.re con Base di Metallo
dorato con Riporti di Argento, in similitudine delli sei Angeli che
stanno sopra il grado dell'Altare della Cappella del Papa nel Vaticano,
come anco feci nell'istessa similitudine tutti li suppellettili sacri
d'Argento, e Metalli dorati dell'istesso Altare, e feci ancora la sede
gestatoria del Papa, consistente in sei Putti aggruppati tre per tre, e varij
grotteschi di Metallo dorati, furono mandate dette Opere in Portogallo
e detti Putti portano Croce, Pastorale, e Triregno.
Si sono fatte ancora varie piccole Opere sl di Metalli dorati, et Argento
per diversi particolari che per brevitä si tralasciano, e presentemente ho
terminato una Statua d'Argento alta palmi 2 romani rappresentante
S. Niccolö di Bari in piedi in atto di dare la Beneditione posata sopra
una Base di bronzo dorato con riporti di argento ordinata da Mons.re
Lana Commissario della R. C.A., e attualmente fo diverse Opere di
Argento per il Re di Portogallo Ordinate dal Reverendissimo Padre
Commissario Generale di Aracoeli, e Ministro della Corona di Potogallo,
consistono le suddette Opere in Candeglieri da Altare e Lampade.
Nato il dl iß Maggio 1666.
BNF, MS. E. B. C). 3, III, EINGELEGT NACH PP. 1736
ßl P.M. CONTI, VlTA DES M.SOLDANI
L'elogio di Massimiliano Soldani inserito nel tomo XII ultimamente
pubblicato dell'opera plausibile che ha per titolo - Serie degli Uomini
i piü illustri in Pittura, Scultura, e Architettura — molte belle notizie mi
somministra della vita, e delle opere di questo immortal Professore. Ma
sia detto con pace, e con rispetto che mi protesto d'avere per chiunque
ne sia l'autore a me certamente ignoto, avendo in esso trovato alcuni
abbagli patenti, non posso a quelli soscrivermi nell'uso che io qui farö
di dette notizie. Anzi da questi che unicamente ho potuto conoscere,
perche si aggirano intorno a cose a me facili, e comode a riscontrare, e
delle quali l'autore medesimo potea con poca fatica informarsi, si puö
ragione volmente venire in sospetto, che molti piü ne abbia presi riguardo
alle cose lontane dagli occhi nostri, e piü difScili a esaminarsi. Ciö nono-
stante, rigettando una tal sospezione mi contenterö di correggere in
parte le dette notizie, e in parte accrescerle co' lumi che ho ricavato
da' fogli manoscritti del prelodato Proposto Dendi amico intrinseco di
Massimiliano, col quäle continuamente usava negli ultimi anni di sua
vita, e da persone del Paese tuttora viventi, le quali pure l'han cono-
sciuto, e trattato.
Nacque pertanto Massimiliano da Gioacchino d'Agnolo Soldani, e
dalia Giulia di Giulio Catani, famiglie ambedue di Montevarchi,
benche l'una e l'altra godesse da lungo tempo la cittadinanza Rorentina.
Spenta e oggi giorno la Famiglia Catani, ma quella di Soldani divisa in
piü Case quivi tuttora sussiste; ne prima del nostro Massimiliano si
stabil! in Firenze il suo Ramo dove provata l'attenenza coll'antica
Famiglia Benzi giä molto tempo potente in Figline, e in Lucolena, gode
l'onore della nobiltä. Egli e certamente un torto manifesto che fa
l'autore dell'elogio sopraddetto alla Terra di Montevarchi io scrivere
francamente che dalla famiglia de' Benzi da Figline, e da Lucolena trasse
la sua origine, ed ebbe i suoi natali nel 1638 nella Cittä di Firenze. Quasi
che il discendere e l'essere nato in una Terra pregiudicasse al decoro
presente della sua Famiglia, e quando ciö fosse, quasi lecito sia per
salvar quello far oltraggio alla veritä. Non in Firenze adunque egli
nacque, ma in Montevarchi, non l'anno 1638, ma 1636 a dl 13 Luglio, e
fu battezzato nella Chiesa di S. Andrea di Cennano, altra Parrocchiale
dentro la Terra di Montevarchi, come da' Libri Battesimali della
medesima si ricava, e fu suo Padrino il Sacerdote Pietro Brandini,
Curato di S. Reparata al Mercatale, onde sbaglia anche il Dendi, il quäle
dice essere stato battezzato nella Collegiata.

Ebbe Massimiliano altri tre fratelli, e due sorelle. 11 primo fu Angiol
Domenico, X Proposto della suddetta Collegiata, morto in etä di
anni 71 nel 1720, a cui successe il prefato Dendi, giä suo Coadiutore.
11 secondo fu Niccolö, morto capitano di Corazze in servizio dell'Impe-
ratore circa il 1690 in fresca etä di ßq anni. Aiessandro il terzo, fattosi
Religioso Cappuccino, visse oltre gli anni 80 e mori nel convento di
Montui. Delle sorelle una fu Monaca nel Convento della Ginestra fuori
di Montevarchi col nome di Donna Spinalba Maria, l'altra nel Mona-
stero di dentro, chiamata Suor Maria Rosa Celeste. Chi non vede da
questo molto ben confermarsi, che non in Firenze, ma in Montevarchi
aveva allora il suo Domicilio questa famiglia, onde pote dare alla Colle-
giata un Proposto, e contemporaneamente due religiöse ai due nostri
Monasteri[?]. Ne vale il dire che tutto si puö conciliare ammettendo per
vero quello che avanza l'elogio suddetto, cioe che Gioacchino il Geni-
tore abbandonasse il Domicilio di Firenze, obbligato, stante la nume-
rosa sua prole, a ritirarsi in sua Villa situata a Petrolo sotto il castello di
Calatrona (cioe Galatrona suo vero nome), e seco condusse il giova-
netto Massimiliano. Imperciocche quanto e certo che egli fosse costretto
a ritirarsi alla Villa di Petrolo, tanto ö falso che ciö facesse partendo di
Firenze e per il supposto motivo della numerosa sua prole. Non e scorso
per anco un cos! lungo tratto di tempo da far perdere alFatto la memoria
di quel che universalmente era noto al Paese su questo particolare.
Si sapeva allora da tutti, e si sa anco in oggi da molti, che per trasporto
di giovanile imprudenza cadde Massimiliano in un fallo grande certa-
mente, ma scusabile per l'etä, d'uccidere un Fanciullo suo Coetaneo, ne
vi ha interesse veruno per l'onor suo o della sua Famiglia l'occultarlo:
in giovanile errore e men vergogna. E siccome quest'accidente occorse
neile vicinanze di Petrolo, dove il di lui Genitore aveva il suo Patri-
monio, e dove spessissimo usava trattenersi con tutta la Famiglia in
que' tempi molto ristretta d'assegnamenti e di beni di fortuna, quivi si
trasporto ad abitare di pie fisso per essere il luogo contiguo alla Pieve
di Galatrona ove erasi messo in salvo il fuggiasco Massimiliano, Rn
tanto che si desse alla sua Causa un favorevole accomodamento, come
presto successe, in considerazione specialmente dei suoi rari talenti per
quell'arte, in cui Sn da tenero bambinello mostrato aveva i piü felici
presagi.
Di questa pertanto, e della perfezione in essa acquistata venendo oramai
a parlare, si sa per una cosa certa, che tutti i suoi fanciulleschi tratteni-
menti furon sempre formar Fornaci, Fantocci e Figurini di terra con
tanto buon garbo, che ognuno avrebbe creduto, che avesse egli per
molto tempo studiato il disegno. E si conta da' Vecchi, e lo nota anco
il Dendi, che era appena entrato nell'anno decimo dell'etü sua, quando
si pose a modellare Rgure e cuocerle: e perche non gli venissero queste
maltrattate, passava le giornate intiere ad una fornace di Vasellami,
presso al Monastero della Ginestra, tuttora esistente, dove poteva aver
tutto il comodo della Terra e del Fuoco. Ed il vivente Pier Domenico
Canonaci padrone della medesima attesta d'aver inSnite volte udito dire
dal Padre suo, che aveva conosciuto Massimiliano e Hglio era d'un
altro Pier Domenico, come questo suo rispettivamente Nonno mosso a
compassione del Giovanetto cui vedea si ingegnoso, ed applicato, e che
per non abbandonare i suoi lavori soffriva, oltre il lungo disagio la
fame, e la sete, somministrar gli facea non rade volte una porzione di
pane e di vino per sostentarsi. Coll'occasione poi di trattenersi a Gala-
trona per il motivo di sopra accennato, s'accese maggiormente il fervore
del suo bei genio per si nobile Studio. Ammirasi in quella Pieve di
S. Gio. Batista un singolare e pregiatissimo battistero tutto storiato di
piccole Rgure, un Ciborio, ed altri bellissimi lavori di terracotta della
Scuola dei celebre Luca della Robbia, fatti a spese di Monsignor Leo-
nardo Bonafede Vescovo di Cortona, e Piovano Commendatario di
questa Chiesa. Quivi pertanto il nostro giovane Massimiliano trovava
tutto il suo Pascolo e tutta l'occupazione in disegnar e ricavare i mo-
delli di dette Figurine, e formarne ancora di propria invenzione, con
ottimo Gusto.
Palesatasi appieno la sua inciinazione e veduti alcuni de' suoi Lavori da
un suo Parente che avea la Villa nel Castello di S. Zerbino vicino a

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