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Petfolo, consigliö il Padre ad inviarlo seco lui a Firenze, ai che non
senza difhcoltü condiscese, essendo ii Figlio in etä di 19 anni. Cola
giunto copiö una hgura in terra cotta rappresentante l'Assunzione delia
Vergine, la quäle essendo veduta da Baldassare Franceschini detto ii
Volterrano, rinomato Pittore, ne rcstö sorpreso; e conosciuto che in
breve tempo sarebbe divenuto un ecceliente Professore, lo indirizzö a
studiare ii Disegno neiia Reaie Gaiieria sotto Giuseppe Arrighi suo
Discepolo.
Due Anni, e non piü stette ii Soidani sotto ia direzione di questo abiie
allievo dei Volterrano, quando resosi capace di francamente operare, fu
dai Marchese Cerbone Bourbon del Monte e dal Conte Lodovico
Caprara posto in buona veduta del Granduca Cosimo III, il quäle
avendo veduto alcuni suoi disegni, e modelli di Bassiriiievi ripieni
d'eleganza, ed un Putto alto un Braccio di terracotta fatto dal naturale,
gli ordinö tosto vari disegni di medaglie, e di ritratti da doversi poscia
esprimere in bronzo. Riescito felicemente nell'esecuzione, lo premiö, e
fra non molto inviollo a Roma a perfezionarsi sotto la direzione di Cito
Ferri e d'Ercole Ferrata, il primo gran Pittore ed il secondo ecceliente
Scultore.
Indefesso fu il di lui Studio e fatica a considerare, disegnare e modellare
le piü preziose produzioni dell'Arte, che si trovano in quella Capitale
del Mondo; ne tardö molto a far Conoscere in quel teatro il suo pro-
fitto e maestria in lavori di sua Invenzione, ed in varie medaglie gettate
prima in cera e poi in bronzo: onde sifatta stima si guadagnö che non
solo de' Cardinali Azzolino, Chigi, Rospigliosi, e de' suoi Precettori
Ercole Ferrata e Ciro Ferri ed altri ragguardevoli Personaggi fece il
ritratto in medagiia, col suo rovescio esprimente il Carattere dei soggetti
delineati; ma volle il proprio anco il Ponteüce Innocenzio XI e riesci di
tanta eccellenza, che riportö questa medagiia l'universale approvazione.
Quindi non e da maravigliarsi se la Regina Cristina di Svezia, che tro-
vavasi in Roma e proteggeva tutti i piü belli spiriti di quel tempo,
accordö al Soidani non solo l'accesso alla sua Corte, e la protezione; ma
gli commesse altresi il ritraria in medagiia con cinque rovesci; e doveva
continuare a farne Uno in cento, affine d'esprimere tutta la vita dclla
Maestä Sua. Ma essendo stato richiamato dal Granduca che temeva di
perdere questo Soggetto, non pote effettuare il desiderio di si distinta
Principessa.
Ritornato a Firenze il Soidani con suo gran rincrescimento, fece ai suo
Principe alcuni Bassiriiievi, tra i quali bellissimo riesci quello della
Decollazione di S. Gio. Battista, per lo che il Granduca gli assegnö un
Quartiere nel Casino di S. Marco, che tiescendogli scomodo pel Ser-
vizio della Corte, gliene diede un altro nella Zecca vecchia, ove abitö
per molti anni.
Dopo qualche tempo determinö Cosimo III di mandarlo a Parigi, per-
che si rafhnasse nello Studio delle medaglie. Quivi applicando sotto
Francesco Rotier Fiammingo, scultore del Re, guadagnö l'aifetto di
Giovanni le Brun primo Pittore della Corte. 11 Re Luigi XIV gli fece
grazia che potesse ritrarlo in una medagiia d'Elitropio, e lo fece con
tanta vivezza, che il Sig.re Colbert suo gran Ministro osö d'asserire al
Re medesimo che non era nella Francia chi l'uguagliasse. In una nota
dell'Elogio inserito nella sopracitata Serie si dice, a proposito della
medagiia fatta pel suddetto Monarca, il quäle si degnö di Star per tre
volte al naturale, onde poter il Soidani soddisfarsi nel prendere la
somiglianza, che lavorö nella corazza che ha in dosso una Battaglia di
basso Rilievo, che fu una cosa mirabile, e nel rovescio rappresentö
Ercole in atto di riposarsi dopo aver abbattuto i mostri col motto:
«Mundo sic otia fccit)> alludente alla pace che fece Sua Macstä. Mol-
tissime ancora furono le copie del ritratto del Re da lui fatte per le
Principesse, e pe' primi Ministri, i quali ardentemente bramavano che
si fermasse in quella Corte; e il Re medesimo gli disse che domandasse
quel che voleva, e l'avrebbe ottenuto. Ma siccome il Soidani conosceva
le sue obbligazioni al proprio Sovrano, richiamato da Lui in Firenze,
prontamente vi si restitui nell'anno 1686.
Lunga cosa sarebbe e quasi impossibile il riferire tutti i Lavori che fece
ritornato a Firenze, con maravigliosa eleganza, secondo il suo solito.

oltre il Ritratto in Medagiia del suo Padrone, nel cui rovescio esprime la
neutralita, della Gran Duchessa Vittoria della Rovere e degli altri
Principi della Casa Regnante; di molti Personaggi di stima e di diversi
Letterati, tra' quali quello del gran Filosofo Newton, che trovavasi
ailora in Firenze, fu poi intagliato nel Frontespizio delle di Lui opere
Latine. Ma non si debbono passar sotto silenzio ventiquattro hgure di
getto tutte d'oro, esprimenti diversi Santi colle basi di pietre nobilissime
ornate di cartellami pur d'oro, diamanti e gioie; e inoltre un Crocihsso
d'oro, ed altro d'argento con torcieri simili e molti Reiiquiari parimente
d'oro, e d'argento, lavorati coll'ultima perfezione pel medesimo
Regnante di Toscana. Opere sono della maestra sua mano diverse
Statuette, Gruppi e Bassiriiievi, che si conservano nelle case de' nobili
Fiorentini, e nelle Gallerie non manco d'Italia. Imperciocche oltre
l'aver lavorato molto pel Gran Principe Ferdinando, che non solamente
lo proteggeva, e frequentava le sue Stanze, ma onoravalo altresi di
molte Conüdenze e commissioni, quattro Bassiriiievi rappresentanti le
quattro Stagioni, adattati dentro a cornici d'Ebano furono dal detto
Principe donati all'Elettore di Baviera suo Cognato. Volle delle sue
Opere la Regina Anna d'Inghilterra e vari Signori di quel Regno; ne
volle l'Elettor Palatino, il quäle in un Libretto fatto stampare della sua
nobile Gaiieria conta in questi termini: «Quattro Bassiriiievi del
Famoso Soidani horentino.)) Se ne vedono in Francia, se ne vedono in
Spagna, se ne vedono in Vienna, e in altri luoghi. E di gran lode son
degne le medaglie fatte per l'Infante Carlo III Re delle Spagne, di Ge-
mente XII, dell'Imperatore, del Duca di Lorena, come pure diversi
Bassiriiievi con dodici busti e tre statue grandi tutte bronzo pel Principe
Giovanni Adamo di Lichtestein (sic [), che fanno adesso luminosa com-
parsa nel suo Museo.
Venendo adesso a parlare delle opere di Massimiliano che sono esposte
alla pubblica vista, rammentar si dee i due scudi, o medaglioni di
metallo dorato, e i beilissimi Candellieri, che superbamentc adornano la
Cappella Ferroni nella Chiesa della SS.ma Nunziata di Firenze. Ma piü
che in qualsivoglia altro luogo fece spiccare il suo nobil talento nei
lavori eseguiti nella ricca e oltremodo vaga Cappella di S. Maria Madda-
lenade' Pazzi, fatta fare dal Gran Duca Cosimo III, e terminatanel 168;
in occasione della solenne traslazione del Corpo di detta Santa. La ricca
Cassa d'argento in cui conservasi l'incorrotto Corpo della medesima,
che posa sopra un vaghissimo imbasamento di bronzo dorato sotto
i'altare, il quäle invece di Paliotto ha una ben intesa ingraticolata a
fogliami di bronzo dorato, ü tutto lavoro del Soidani. Suoi sono
eziandio gl'imbasamenti, e i Capitclli di dodici Colonne di Diaspro di
Sicilia, che adornano la suddetta Capelia, e quattro ovati retti da alcuni
Angiolo (sic!) di marmo, ne' quali scorgonsi in basso rilievo di bronzo
dorato espressi i fatti piü segnalati di S.a Maria Maddalena.
Per tacere piü Reiiquiari d'Argento con Putti, ed altri ornamenti lavo-
rati per varie Chiese, degno d'ossetvazione e sopra tutti il vaso di Cri-
stallo di monte lavorato, e intagliato, che dal Ponteüce Leon X fu
donato al Capitolo di S. Lorenzo di Firenze. Questo vaso fu dal Soidani
con mirabile invenzione adattato per un Ostensorio del SS. Sacramento,
e adornato di due Angioli che lo reggono, col suo piede ornato che
l'accompagna, e che tutto insieme fa vaghissima mostra. Un ricco
Ostensorio fece altresi per la Collegiata di Livorno, tutto d'Argento,
alto un braccio, con Angioli dorati; ed un Cristo parimente dorato per
lo Sportello del Tabernacolo del SS. Sacramento. Non meritano perö
d'esser passati sotto silenzio i modelli di terracotta col suo altare, arco,
e colonne fatti per la Chiesa medesima di Livorno; cinque Bassiriiievi
che adornano la Cappella del B. Ambrogio Sansedoni di Siena; I'altare
di marmi e bronzi col Paliotto parimente di bronzo per la Chiesa di
S. Maria di Carignano in Genova, il quäl altare non fu terminato nö
messo in Opera dal Soidani per alcuni dissapori; i nobili e grandiosi
depositi per Don Manuelle Villena e per Don Marcantonio Zondadari,
Gran Maestri di Malta, per i quali meritö gli applausi di tutti i veri
intendenti; e hnalmente la Cappella Maggiore della Collegiata di
Montevarchi sua Patria. Qui veramente fece egli tutta la mostra del suo
fervido ingegno, e del suo egualmente sodo ed elegante gusto nel

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