Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
inventare, e neil'arrichire !c piü semplici cose. Tutta di stucchi mara-
vigliosamente lavorati col suo disegno, cd assistenza da Giovanni
Baratta suo ecceliente Scolare, e maestrevolmente dorati, si c questa
nobile e vaga Cappella che al primo ingresso entro la porta delia Chiesa
coipisce a un tratto, ed arresta chi la rimira, presentandosi tutta quanta
in un sol punto aiio sguardo. Qual risalto non le dü poi e quäl ilnimento
il maestoso Altäre isolato, tutto di rnarrni e bronzi ed in tutte le propor-
zioni perfetto ? Che dirö poi del nobilissimo grande e ricco Reliquiatio,
ove conservasi la Sacra Reliquia della Madre d'Iddio? E qui convien
sapete come iin dali'anno 1600 il Duca Iacopo Salviati, non avendo
ptolc maschile dalla sua consorte Donna Veronica Cibo de' Ducchi di
Massa, mosso dalla divozione a questa S. Reliquia fece voto alla Ver-
gine d'un regalo, se poteva avef successione, come ben presto l'ottenne.
In adimpimento dunque del Voto, osservando che il Tabernacolo dove
si conserva il vaso della Sacra Reliquia era di legno, il fece fabbricare di
nuovo con arte piü iina, coperto al di fuori di Velluto celeste con
rapporti, Colonne, e Capitelli d'Argento, e colle Imagini della Vergine e
di S. Lorenzo parimente d'argento dorato con Lettere intorno al Pregio
che dalla parte d'avanti dicevano: «LACTEAM CEH VIAMI) e nell'altra
«IACOBUS SALVIATI DUX JULIANI EX VOTO EXORNAVIT». Questo Taber-
nacolo adunque che fu donato a' 23 d'Ottobre del 1630', volendo il
Marchese poi Duca Antonio Salviati in piü ecceliente ricca Sgura
ridurre l'anno 1706, ne diede a Massimiliano la Commissione; il quäle
cosi felicemente l'adempi che senza toccare l'antico vi aggiunse tanto
del nuovo con tal maestria, che riesci quäle ora si vede un capo d'opera
maestoso per il lavoro, ed ammitabile per le ticchezze insieme, e per
l'eleganza. In memoria del primo donatore si lasciarono sopra al fregio
le sopra ennunciate lettere; ma in diverse cartelle dorate vi si aggiun-
sero altri versi iatini composti dal celebre Letterato Antonio Maria
Salvini, e perciö degni di memoria. In una di queste pertanto si legge:
ME TIBt DO TOTUM VIRGO; DO MUNERA NATOS:
HEU! NI GRATA TIBI MUNERA NOSTRA FORENT.
In un'altra:
SIC PUERO DULCIQUE TUO NUTRITA LIQUORE
INTIMA SINT CORDIS CANDIDIORA NIVE.
In un'altra:
AT SI CARA TUIS SINT HAEC MEA MUNERA OCBLLIS
UBERA DA NATIS LACTE BIBENDA TUIS.
Nel piede finalmente sta scritto «Dux ANTONius MARIA SALVIATI piETA-
TI ERGO RESTITUIT ANNO 170t) 11.
Questi sono i lavori di Massimiliano esistenti nella detta beliissima
Chiesa Collegiata di S. Lorenzo, alla cui ben intesa Architettura e disegno
di Gio. Battista Bettini accrescono essi pregio e Corona.
Havvi perö del medesimo aleun altro bei monumento nella Chiesa della
Conftaternitü di S. Croce, cioü dieci grandi ovati disposti intorno
intorno a' peducci della Volta, ed un Quadro piü grande sopra la Porta,
ne' quali a basso rilievo di gesso tinto a bronzo espressa si vede ia Storia
della Passione di Gesü Cristo: lavoro stimabile, ma che poco risalta in
quel luogo, e quel ü peggio non troppo ben custoditoz; ammirasi
ancora in detta Chiesa di S. Croce, come cosa particolarissima nel suo
genere, una vaga e graziosa Cassa a foggia d'utna ove riposa il corpo di
S. Mauro Martire, con una base si ben ideata, che coll'aggiunta di due
soli pezzi o leggerissime Stanghe con bellissimo garbo incurvate,
prende tosto altra forma d'una macchina tutta intiera per trasportarsi in
processione in un coll'Urna soprapposta: e tutto lavoro ü di Legno
riccamente dorato, in cui la linezza dell'Intaglio gareggia col gusto
del disegno veramente nobile, e delicato.
Se l'autore del sopraddetto Elogio si fosse presa la pena d'interrogar
qualcheduno del paese, non avrebbe taciuto il disegno della detta
maestosa Cappella, ne tanti sbagli avrebbe preso in rammentare gli altri
1 oder: «1636p?
2 Non piü esiste la detta Chiesa in forma di Oratotio, ma fu profanata come si
disse avverato all'altra di S. Carlo; sieche passata in mano di un tal Marrabini, e

Lavori che fece il Soldani in Montevarchi. Non avrebbe cioe supposto
di pietre, e bronzi l'altare della Collegiata, il quäle e tutto di marmi Rni
di varie Sorti con due beilissimi Putti di bronzo d'intiera Hgura al
naturale, e d'una grazia ammirabile; con due teste di Cherubini con
festoni rapporti, ed altri ornamenti dello stesso metallo; con un elegan-
tissimo Ciborio per la SS. Eucaristia pur di bronzo dorato e due Cheru-
bini simili sullo sportello di preziosa pietra, ed un CrociHsso che sorge
in mezzo del frontespizio con molta grazia. Non avrebbe chiamato,
come dal volgo ignorante si costuma, col nome improprio di Ciborio il
Reliquiatio o Tabernacolo che si conserva nella Cappella della Madonna,
da lui creduta una Chiesa intitolata del SS. Latte, e perciö distinta dalla
Collegiata di S. Lorenzo, ove essa ö posta. Finalmente se i Santi fosser
capaci d'entrar fra loro in un Garbugiio, non avrebbe messo S. Mauro
Martire, il cui Corpo riposa nella Co[m]pagnia di S. Croce, in qualche
apprensione d'essere sloggiato dalla sua Chiesa e dalla sua beliissima
urna, venendo questa assegnata dal prefato Scrittore a S. Cesario Mar-
tire, il cui Corpo si venera nella Compagnia di S. Antonio Abate in una
Cassa meno nobile e meno ricca da non poter comparire in verun conto
tra l'opere del Soldani, della quali tanto basti aver accennato.
Comccchc poi moltissime queste scieno, poteva nulia di meno produrne
assai piü. Ma disgustato che l'ultima fatta per Malta non gli fosse
ricompensata abbastanza, e bramando di godere un qualche riposo, si
ritirö nel 1736 a Rnire tranquillamente i suoi giorni nella sua Casa
Paterna di Montevarchi in ogni angolo della quäle si vedono tuttora
delle sue produzioni, e degli avanzi del suo vivace, e rafünato gusto in
dar risalto anche alle cose piü semplici e piü minute, che dalla sua dotta
mano ripulite, ornate e adattate al convenevole proporzionato Sito,
acquistavano in certa guisa nuovo pregio, e nuova ßgura. In questa
Casa aveva avuto l'onore di dare alioggio alla Principessa Violante di
Baviera, moglie del Gran Principe Ferdinando di Toscana, aliorche nel
Maggio del 1714 si portö al Santuario di Loreto. Quivi adunque e nella
sua vicina Villa di Petrolo da lui medesimo restaurata e accresciuta, ma
totalmente rifabbricata con assai comode abitazioni, e col suo solito
gusto adornata, e di non pochi deliziosi anne[s]si fornita, a' quali perö
non pote dar compimento, prevenuto dalla morte, passö il rimanente
della sua vita in una vegeta e spiritosa Vecchiezza Uno al 23 diFebbraio
del 1740, in cui sorpreso da fieri dolori nel Ventricolo, non gia da un
Colpo di Apoplessia, come scrive l'autore dell'Elogio, cessö di vivere in
Montevarchi in etä di 84 e piü anni. Fece il suo Testamento, nel quäle
dispose d'esser sepolto in S. Pier Maggiore di Firenze, dove la di lui
moglie parimente era stata sepolta; ed in questa occasione il Capitolo
della Collegiata di Montevarchi ebbe questione colla Chiesa di S. Iacopo
tra' Fossi, Parrocchiale del domiciiio in Firenze della famiglia di Massi-
miliano, intorno alla quarta Funerale, e ne riportö quello la Vittoria,
con aver fatto vedere agevolmente esser lui morto nella Chiesa paterna,
e doversi tuttora ia di lui Famiglia, come trasportata di fresco in Firenze,
reputar della nostra Parrocchia di Montevarchi, ove ebbe 1'origine ed il
continuo domiciiio ne' tempi addietro, contro quel che si dice nel tante
volte citato Elogio, che a questa Patria levar vorrebbe cosi gran pregio
che le fa un decoro immortale.
L'integritü dei suoi Costumi, il genio Nobile, il vivace Spirito, la
dolcezza del tratto, l'amabile Sinceritü, le Cognizioni della Storia Sacra,
e Profana, e della Poesia, onde era adorno riccamente il Soldani, il raro
artiüzio e un'ecceliente hnitezza che spiccava nelle sue opere, unita a
un perfetto possesso del disegno e ad una franca maniera nel modellare
d'Invenzione, gli meritarono la Stima e l'amore di tutti in Vita, e dopo
la morte il comun dispiacimento particolarmente de' veri intendenti
delle belle arti da lui professate. Visse Massimiliano iibero e sciolto dal
matrimonio Uno all'anno 1698, quando a persuasione dei Gran Principe
Ferdinando pre[se] per moglie Margherita Luisa Rglia di Giusto
Subtermans insigne ritrattista e valoroso disegnatore. Ebbe da questa
tre maschi e una femmina che fu Religiosa nel Soppresso Monastero
deil'Arcangiolo Raffaeilo di Firenze. De' maschi Ferdinando il mag-
giore dopo aver fatto la professione d'Avvocato in Roma, ottenne
un posto tra gli Auditori di Rota in Firenze, e accasatosi colla nobil
 
Annotationen