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Inghirami, Francesco [Editor]
Monumenti Etruschi o di Etrusco nome (Band 2,1): Specchi mistici — [s.l.], 1824 [Cicognara, 2591-3]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.4311#0145
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TAVOLA SETTIMA. l55

scesi essere stato amovibile, si clovea vedere il Gigante nel
quale consideravasi la giustizia divina riserbataci in una vi-
ta futura; articoli di considerazione spettanti ai misteri. Può
avere il Gigante anche un cosmogonico simbolico significa-
to, ed è lo sconvolgimento della natura per mezzo dei ful-
mini, dei tuoni e delle tempeste, o d'altri simili flagelli rap-
presentati per mezzo de'Titani o Giganti ministri di Giove,
secondo le dottrine Orfiche ed Esiodee 1; il che spetta al
sistema della natura ed alle sue varie accidentalità. Ma il
vaso indicato da Nicomaco fu anche in uso per libazioni:
ed io suppongo che lo specchio si togliesse dal Disco qui
esposto per far di questo utensile una patera sacrinciale, o
che almeno come tale ne avesse la rappresentanza.

È da sapersi che il vaso aperto, o coppa o patera che
dir vogliamo, fu dagli antichi destinato a simboleggiar più
cose: né potendo io penetrare con precisione quali fossero
le considerate particolarmente nei misteri per mezzo de-
gli Specchi sacri che di patere han sempre più o meno
carattere nella loro concavità, pure ne accenno alcune che
mi paiono le più analoghe alle altre circostanze di questo
sacro utensile. Prepongo a tu tt'altro la massima degli an-
tichi tramandataci da Vitruvio, cioè che tutte le cose in
natura traggano la loro esistenza dalf umidità del liquore 2.
Da questo principio veclesi derivato 1' ossequio per i vasi
che contengono i liquidi, e cusì viene spiegata la ragione
perchè i sacerdoti in Egitto portatisi al tempio tenendo in
mano un'idria d'acqua, ringraziavano il Cielo dei benefìzi
che sparge sulla natura a nostro vantaggio, come narra lo

i Vid. Karme, Fab. Cosmog., p. 87,
et scq.

2 Vitruv., trad. del Gallarli. Prefa^.
ai liL>. vai, p. 3oj..
 
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