11(1
ali
cu'd«
a hi
I
''Ili'
6mi
** vi s
SOQ
«he
Vr>chèt,
- //<//,/./.,
;,ln- Ranck
"Pacare*
feconda fe
mi, e i
b natura,
idenza
ùde Ci sì
«Uff,
le sul
$t
bice.
TAVOLA NONA. ig5
Quindi nei seguenti anche Lucrezio:
....................al primo arrivo
Tuo svaniscon le nubi: a te germoglia
Erbe e fiori odorosi il suolo industre:
Tu rassereni i giorni foschi e rendi
Col dolce sguardo il mar chiaro e tranquillo *.
Ed Omero:
E degli uomin mortai domò le razze,
Gli augei volanti in del, le fiere tutte,
Quelle che il suol molte nutrisce, e'lmare* 2
Tornando al genere de'fiori, giudico essere il vero loto*
o ninfea 3 quel che si vede superiormente alla testa di Bac-
co, la cui forma è simile a quella che spesso sostiene la
Divinità dell'Egitto, come comparisce nelle tavole aderenti
ad un'opera d'un naturalista. * Esso è propriamente la ca-
psula entro cui stanno le nocciuole che servivan di ciho.
Tal frutto fu detto dai Greci 3*£«tyj*v-, dal quale furono imi-
tate alcune tazze e vasi che ritennero iJ medesimo nome,
e si destinarono al servizio del culto. 5 Simbolo dunque di
vegetazione e della virtù annientatrice cieli' acqua è quivi
il loto, ed analogo a Bacco nel quale, come dissi altrove 6,
vien figurato il Sole, che vivifica la natura colf attività del
suo calore.
Anche la Venere del nostro Specchio interposta fra l'ac-
qua e l'aria ha intorno a se diversi fiori, come cento voi*
■
-
?■
\ De nat. rer., Kb. i, v. 7-8. Trad.
del March., p. 1.
3 Hvmn. in Venerem, v. 3 5 Trad.
del Salvioi, p. 449-
3 Targion., Islituz. Botali.,. Tom. 11,
p. /\6S, mira. 176.
4 Pitiche, Stor. del Cielo, Tom. i,
tav. 11, num. 1, e tav. 111, num. 3.
5 Vid. Hernesti Lexicon.
6 Ved. ser, v, p. 56,
ali
cu'd«
a hi
I
''Ili'
6mi
** vi s
SOQ
«he
Vr>chèt,
- //<//,/./.,
;,ln- Ranck
"Pacare*
feconda fe
mi, e i
b natura,
idenza
ùde Ci sì
«Uff,
le sul
$t
bice.
TAVOLA NONA. ig5
Quindi nei seguenti anche Lucrezio:
....................al primo arrivo
Tuo svaniscon le nubi: a te germoglia
Erbe e fiori odorosi il suolo industre:
Tu rassereni i giorni foschi e rendi
Col dolce sguardo il mar chiaro e tranquillo *.
Ed Omero:
E degli uomin mortai domò le razze,
Gli augei volanti in del, le fiere tutte,
Quelle che il suol molte nutrisce, e'lmare* 2
Tornando al genere de'fiori, giudico essere il vero loto*
o ninfea 3 quel che si vede superiormente alla testa di Bac-
co, la cui forma è simile a quella che spesso sostiene la
Divinità dell'Egitto, come comparisce nelle tavole aderenti
ad un'opera d'un naturalista. * Esso è propriamente la ca-
psula entro cui stanno le nocciuole che servivan di ciho.
Tal frutto fu detto dai Greci 3*£«tyj*v-, dal quale furono imi-
tate alcune tazze e vasi che ritennero iJ medesimo nome,
e si destinarono al servizio del culto. 5 Simbolo dunque di
vegetazione e della virtù annientatrice cieli' acqua è quivi
il loto, ed analogo a Bacco nel quale, come dissi altrove 6,
vien figurato il Sole, che vivifica la natura colf attività del
suo calore.
Anche la Venere del nostro Specchio interposta fra l'ac-
qua e l'aria ha intorno a se diversi fiori, come cento voi*
■
-
?■
\ De nat. rer., Kb. i, v. 7-8. Trad.
del March., p. 1.
3 Hvmn. in Venerem, v. 3 5 Trad.
del Salvioi, p. 449-
3 Targion., Islituz. Botali.,. Tom. 11,
p. /\6S, mira. 176.
4 Pitiche, Stor. del Cielo, Tom. i,
tav. 11, num. 1, e tav. 111, num. 3.
5 Vid. Hernesti Lexicon.
6 Ved. ser, v, p. 56,