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Inghirami, Francesco
Pitture di vasi etruschi: per servire di studio alla mitologia ed alla storia degli antichi popoli (Band 1) — Florenz, 1852

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https://doi.org/10.11588/diglit.859#0019
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li, DEI vasi ni rn.i

Minili eoa iti, li indussi) ii cavalcar secolui l'aligera Pegaso, e poggiando
in alto per l'aria la precipitò miseramente nel mare ,1!. La pittura ch'esami-
niamo inni appella sicuramente ad altra l'avola, giacché troppo chiara si vede

ibea che precipita nelle onde. Rapporto a Bellerofonte pretendono i meno
antichi Ira i poeti Ialini e greci, che fastoso dell'ardue, ina felici sue imprese,
formò il progetto inclusive di salire col suo Pegaso al cielo; ma Girne irritato
di tale arroganza mandò un tafano a pungere il destriero, e questi precipitò il
cavaliere dall'eterea regione ai bassi campi d'Aleia, nella Cilicia, dove termine,
infelicemente la vita, essendo divenuto cieco per la caduta ,2). Dalla narrai,:
favola si comprende, che il pittore volle rappresentare in un tempo slesso la
morte di Stenobea e quella pure di Bellerofonte, che ponendosi in mano agli oc-
chi rammenta qual fosse il suo line. Il cappello sili è consueto nei monumenti
!» i indizio del suo continuo mutare di regione.

È difficile render conto di quel volatile eh'è presso all'eroe. In altre pitture
di vasi lo indizio dell'anima esalante da moribonda persona ò , ove peraltro si
trovi euii volto umano (4). Qui potrebbesi creder piuttosto una civetta, simh il
di Minerva, perchè questa dea lo assisteva nelle imprese, armandolo, ed am-
maestrandolo sul modo di superarle. Dicono infiliti che Bellerofonte volendo ini-
padronirsi del Pegaso, ne sapendone trovare il modo, fu consigliato da un in-
dio ino a dormire nel tempio di Minerva, ove la dea sili apparvi', e rei usili un
freno ignoto lino a quel tempo, e cosi potelte domarlo ,5). Infatti si trova l'al-
iade presso a Bellerofonte che poggia in aria sul Pegaso, in una pittura d'an-
tico vaso 6). Non e dunque difficile che qui siavi dipinto in luoiiii di Pallade
lì sua civetta. Per indicare il mare, come qui dove cade Stenobea, usarono -li
antichi pittori de'vasi ili segnarvi oltre le onde, anche qualche pesce, e ira i
|n sci non di rado eleggevano la seppia ; di che potrei citar degli esempi 7 . Ma

|l| Sll'ul. in VOC. TpTfixwT£;-,(.

t — i Asclep., in Scbol. ad llomer. 11. vi, e. 168, et Schol. ad Lycophr., e. 17.
i-ìi D'Hancarvllle, Antlquttéa etrusq, grecq. el romaines, Voi. li, l'I. 116.
(1) .Moinim. etr. sor. vi, tav. Ili-
io Puntar., Od. Olimpie, XIII, e. 90.

(6) Tyschebein, Pitture de'vasi antichi posseduti dal cav. Hamilton, rom
I, tav. I

(7) Millin, Peinturea de Vasta antUjuea, tom. li, PI. xux
 
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