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Maier, Marco
Il Regno Di Napoli E Di Calabria, Descritto Con Medaglie: Arrichito D'Una Descrittione Compendiosa Di Quel Famoso Regno; Ed Illustrato D'Una Succinta Dichiaratione Intorno Alle Sue Medaglie — Nella Haya: Apresso Christiano Di Lom, 1723

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https://doi.org/10.11588/diglit.53460#0167
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delle Medaglie di Calabria.
per segno di Verità 5 perche l'Oracolo
che veniva da lui era creduta dire Tem-
pre il vero. Onde riferilce Zitheneo
che dicevano gli Antichi parlare dal
Tripode ogn’uno che dicerie cose ve-
re.

La Medaglia 392. hà, nel dritto,
Apollo coronato di Lauro, ed avanti
FIscrittione P H r IN n N, cioè di
Reggio, e dietro al collo una Pianta
d’Herba granita. Si vede, nelrovers-
cio, il Capo d’un Leone irsuto. Ha-
vemo fatta stesamente la dichiaratione
d’Apollo coronato d’Alloro, nell’an-
tecedenti Medaglie 20a. e 23». di Na-
poli, ed anco nella sa. di Suessa, e
nella 11 aà di Caleno. Il Capo di
Leone con il pelo arricciato, vuol ad*
ditare che nella campagna di Reggio,
la Terra Ila feconda, come la dimostra
parimente la Pianta molto granita die-
tro quella Effigie d’Appello. Le al-
tre significatione di quella Telia di
Leone , sono dedutte nella Indetta
Medaglia 20 a. di Napoli.
La 40 a. Medaglia ha, nel dritto, la
congiunzione di due Telle humane,
coronate di Lauro j e nel roverseio
un gran Trepolo e trefoli, coll’Iscrit-
tione solita di Reggio, cioè PArl-
N nN, d’una parte, e d’allaltra il ca-
rattere X» con quatto Circoli. Quel-
le due Effigie ’di riglievo intagliate ,
sono quella di Diana giunta al suo
Fratello Apollo, perche hanno detto
le favole che Diana essendo chiamata
dalle donne, ne i parti, sotto il nome
di Lucina, useita che lei fù del ventre
di Latona sua Madre, lì voltò su biro,
e tutta Ihella e delira Pajutò à parto-
rire quel suo fratello Apollo , come
che la pregasscro di useire co’l Nume
suo à dare loro l’ajuto ch’ella diede
già alla Madre, con le proprie mani.
Ne fù intesa Diana solamente , sotto
il nome di Lucina, ma Giunone an-
chora, come si vede nella lua indagi-
ne. Ed alcuni hanno detto che non
fù quella, ne quella, ma che fù cer-
ta femina laquale venne fin da gli Hi-

perborei Monti inDclo, per ajutarè
Latona à partorire , e che quindi si
spariè poi il nome suo, in modo che
fù adorata quali per tutto, ed hebbe
Tempii, Altari e Simulacri , come
gli altri Dei ; innanzi alli quali Insog-
nò ch’ella folle, pofeia che gli ajutava
à naseere : e coli pare che l'intendesse
un Licio Poeta, il quale, come rife-
risce Paulania, in certi hinni, che lui
fece à quella Dea, la disse essere fiata
fino innanzi à Saturno, e li diede cer-
ti nomi per i quali si potrebbe anco
facilmente credere che lei folle fiata
una delle Parche, già che quelle haye-
vano parimente che fare asiài nel nas-
cimento hu mano : ma ta quelle opi*
nioni diverlè ci pare molto piu verisi-
mile ambi due li Ritratti di quella
Medaglia furono accopiati perche tol-
to via Oreste in pena del materno ho*
micidio, ricorse all’Oracolo di Delfo,
dal quale mandato al Tempio di Pro-
serpina Ipponiate, quivi li venne com-
mandato che dovesse andare in Reg-
gio à portar le Imagini di Apollo e
di Diana, e che nel viaggio lavandoli
in sette Fiumi, ricuperarebbe sata-
te , come pur à punto gli successe.
Giunto in quella Città, cd ivi depo-
sitariquelli Ritratti, di Apollo e di
Diana, loro edifico un Tempio ma-
gnifico, e celebraronsi Felle fuperbe .*
Onde nacque in quella Città là cagio-
ne di Scolpirvi insieme le Tette di
quei due Numi sovra le sue Medaglie
e di rappresentare nel roverseio , il
Tripode d’Apollo, per dare ad inten-
dere che da quel Nume fù adempito
l’Oracolo sovra mentovato. Il carat-
tere greco X , lignifica l’accordo ed
Harmonia delle cóse unite Fona all’al-
tra , conformemente al dire di Suida ;
ed anche la similianza di qualsivoglia
Quaternario, nel quale Fultimo hà la
medema relazione co’l primo, come
il secondo Fhà cpn il terzp, e tuti qua-
tto reciprocamente tra di loro 1 il che
lì trova insegnato da Hermogenes, nel ■
la sua Istoria greca 5 onde si può cava-
 
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