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Maier, Marco
Il Regno Di Napoli E Di Calabria, Descritto Con Medaglie: Arrichito D'Una Descrittione Compendiosa Di Quel Famoso Regno; Ed Illustrato D'Una Succinta Dichiaratione Intorno Alle Sue Medaglie — Nella Haya: Apresso Christiano Di Lom, 1723

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https://doi.org/10.11588/diglit.53460#0165
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• 33
SUCCINTA SPIEGATANE
DELLE MEDAGLIE AGGIUNTE A QUELLE DI REGGIO.
Nella Calabria. Tabula 17.

LA jSa. hà , nel dritto, un Capo
con due Faccie d’huomo, voltate
l’una all’opposito dell’altra. Il rover-
scio fà vedere una Persona sedente so-
pra un Scabello, con Lancia nella ma-
no iìnistra , alzata d’avanti la lettera
greca n. ed un Trepiedeverso i ginoc-
chi coperti da una Tonia abattata. Si
legge dietro di lei l’Iscrittione P H r I-
NnN, cioè di Reggio. Quel huo-
mo bifronte rappresenta Giano, com-
pagno di Saturno, perche le Istorie
dicono che ambi regnarono insieme
qualche tempo in Italia 5 e Macrobio
scrive, nel Libro primo de Saturnali,
che Giano fù il primo che quivi co-
minciane a far il sacri Tempii , per
honore de i Dei, e che ordinatte il
modo di sacrisicare à quelli. Onde lui
fù poi parimente come Dio adorato,
e come à ritrovatore de i Sacrifici!, u-
savano quella cerimonia che non sa-
crificavano mai gli Antichi Romani,
à qual si voglia Dio ; che non lo chia-
massero lui prima. Fù fatto quello
ancora perché credettero che Giano
slette del continuo alle Porte del Cie-
lo , di modo che non potevano i pre-
ghi de i mortali passàre à gli altri Dei
s’egli non dava loro la entrata. Pen-
savano che due erano quelle Porte del
Cielo, l’una dell’Oriente, per laquale
entra il Sole, quando viene à dare la
Luce alettondoj l’altra dell’occidente,
per laquale egli esce, quando dà luo-
co alla notte. Chi dunque intende il
Sole per Giano , come fa Macrobio ,
nel Libro già detto , lo crede havere
la guardia delle Porte del Cielo , per-
che l’entrare ed uscire à lui è libero. E

per questo lo fecero con due Faccie ,
inoltrando che non hà bisogno il Sole
di rivolgerli indietro per vedere l’una,
e l’altra parte del Mondo. Mostrano
ancora quelle due Faccie ilTempoche
tuttavia viene, e quello che già è pas-
sato , è perciò l’una è giovane, e ral-
tra è di maggior età. Plutarco ne
Problemi dice ch’elle mostrano che
Giano fossè Genio del paese , overo
Rè appretto di quelle antichissime gen-
ti, cangiando il loro vivere rozzo e
ferino, in domestico e civile , tirando
di una in altra la forma e l’ordine del-
la vita humana. Altri vogliono che
le due Faccie di quel Nume mostrino
la Prudenza de i saggi Rè , e de gli
accorti Prencìpi, liquali oltre che san-
no disporre del prelente , con ottimo
consiglio, hanno la Faccia d’avanti an«
cora perche veggono di lontano, e san-
no conoscere le cose prima che siano ;
e l’hanno parimente di dietro, perche
tengono à mente le pattate, si che tut-
to vegono, e non deve ad elsi etter oc-
culta alcuna di quelle cose che fanno
di bisogno al bon governo de i Popo-
li. Dicevano i Romani che l’istessa
Effìgie era non solamente il Simbolo
della divina sapienza,che sa tutto,ma
anche quello dell’Anima humana , la-
quale secondo l'opinione de i Platoni-
ci hà due Lumi -, l’una naturale suo
proprio, e nato con lei, vedendo con
questo se stessa, c conoscendo le cole
del Mondo: l’altro divino ed infuso
dalla bontà di Dio, con la scorta del
quale ella s’inalza al Cielo , e quivi
contempla le cose divine. Potrebensi
dire delle altre cose assai, delle due
I Falci
 
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