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Malvasia, Carlo Cesare; Crespi, Luigi
Felsina pittrice: vite de' pittori bolognesi ; ... con indici ... (1): Che contiene la Prima, Seconda, e Terza Parte — Bologna, 1678 [Cicognara Nr. 2310-1]

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https://doi.org/10.11588/diglit.30152#0238
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2icr CO 3VDvì
que!sùocopiosbgabinetto, oue si sa quante consìimaRe intere !e notti a bea
conRgliarR ,& aslicurarR di quelle Ridate facilità, che paruero sjpegazzi all'iRes-
so Tiziano. Così fatto auesse Prospero Fontana ? allieuo anch ' egli a principio
d'Innocenzo da Imola, e contentato RfoRedicoltiuare la naturai prontezza
con! arduità dello sfudio, e più dilettando^ d' aggiuRar le parti, moRrarsi,
comei!suoMaeRro,corretto,che aurebbe auuto pochi vguaii. Oprò più di
pratica, che di setenza, e quanto diedeR a conoscere ferace inuentore ne' co-
pioR penReri ; R palesò in terminati! impaziente, & inconRderato esecutore^.
AmòpiùlapreRezza che la diligenza, e fù così risoiuto eshrigatiuo, che io
pochi giorni diè iauori siniti, che da cgn altro aurian ricercato anni interi i
come, per esempio,!e due gran trune, ò crociere nelle Cappeiie maggiori di
Santa Mariamaggiore, e deiiaCatedra!e, ambefatte m vnso! mese,dicono:
Lagran Cappella del Palagio maggiore, terminata in diciotto giorni: ii gran
Canoro nel Salone dei Palagio de'Signori Viteiii, a Citsd di Gabello, m poche
Settimane compito. Fù perciò più che totalmecc gradito da gli Artesici Somma-
mente grato a' Principi, e in sua gioventù potè seruire quattro Pontehci, ii pri-
mo de' quali fù Giulio Terzo, a'seruigi di cui fù cromoRb da Michelangelo, sbt-
so la protezione del quale poRoR allora, che gioumotto era passato a Roma, e
d'ordine suo accora egregiamente ritratto aueua Sua Santità, fece dalla Reda
Salariarlo perPittor palatino, con prouiRone di trecento seudi l'anno. Tor-
nato perciò a Spatriare nella virilità, e presaui moglie di onorata famiglia, visse
sempre in gran Rima, e riputazione, eletto più volte Mailaro de!!' Arte, Stnds-
eo, e Stimatore. Fù come l'Arbitro d'ogni lite , e difserenza fra Pittori, e Di-
settanti , & a !m , come als Oracolo ricorrendoli, fù Rimato sacrilegio il dipar-
tirRda'suoirisponR,e dallesue sentenze diRentire, ò appeRarsi. Visfe alla-,
grande, e si trattò da Principe. Fù la sua cala di tutti i VirtuoR di quel secole
il ridotto, e i' emporio, particolarmente d' Vldse Aldrouandi, e d'Achille Boc-
chio, a' quali fù cariamo . Fece loro senza premio i ritratti, varii disegm, do-
nò pitture, ed insòmma con tanto sfarzo e iaRo passòla sua vita, che non_.
citante che guadagnaslè teson,ebbe quaRa morir pezzente, & infelice. Fù
MaeRro di Lodoruco prima, poi di AgoRino Carracci, di DioniRo C'aluarre,
del Tiarnu, dalla viua voce de! quale tutto ciò riseppi, e di quanti altri Valen-
tuomini dopo d. lui RicceBero , e da'quali con gran mortificazione predo R
sine di sua vita vidde abbandonati. 11 primo fu Achille Calici, che mirata la
tauola diLodouicoalleConuertire; preso e ferito da sì giudiciosa , e corretta
maniera, non nolo laRiò ben preRo Prospero, mà gli sblieuò contro tutta ia_-*
senda, moRrando ad ogn'altro, e predicando, esser quello del Carracci il
vero modo . Soleua perciò il buon vecchio di ciò mconsolabdmcnte doieriì, e
inReme rallegrai della preRa morte seguita poco dopo deiì'ingrato discepolo,
attribuendola a caRigo del Ciclo e vendetta per lui fatta, per auere coRui così
malamente corrisposto alle lue corteRe. Fù necesìitato ni vlcimoandare a cac-
cia lauon$ e douc prima per lasoprabbondanza di eRìad altri rmonciauane.
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