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DIONISIO
CALVART
E D ì
VINCENZO SPISANI GABRIELLE FERRANTINI
PIER MARIA DA CREVALGORE
CIO. BATTISTA BERTVSIO SVOI DISCEPOLI
ET ALTRE
63K' ggg E#3 ^3 ^ E^3 ^
A più perniziosa , e detesfabile auarizia non è quella ddroro^
che finalmente sbttopoho ai breue hdeicommiùb d° vno scri-^
gno, suoi lasciar priuo di se besfo i! primo sol posseslore ; mà
ben si quella de!la Virtù, che non comunicata a gh a!tri ? non
souuiene chi n'è degno, e capace, con eterno danno dei
Pubblico : e detrimento del Prosumo. L'huomo nahre alP,
altr'huomo pmche ase besfo, anzi all'altr'huomofàdi v^'
Dio col sòle giouare, tanto proprio della Diurna Promdtnza; che però se non
degni di seusa, di qualche compabione a!meno furono que' Gentili, che troppo
interedati nel proprio vtile, esorbitarono nel culto , adorando per Deitd que-
gli Eroi, che soh alla Terra iolsero bau benebei. E che perdettero i Greci coi
partecipare le loro leggi a' Romani ? certo che la fama della loro (apienza rosa
dal Tempo, e deaerata dall'Obb!io,?iue hn'fiora sobenuta su quelle dodici
Tauole, che nell'esereseenza del Legale Oceano porteraiino sempre a ga!a-«
cosìamoreuolc partecipazione. Viuerdbn cheviua il Mondo il nome dello
Squarcione, e quel grido che ottener non potette come gran Pittore, lo con-
seguirà come grande amoreuole, chiamato con eroica antonomaba il Mae-
bro di tutti ; auendo con tanta abbondanza, & ymanitd insegnata loro s Arre,
li che
DIONISIO
CALVART
E D ì
VINCENZO SPISANI GABRIELLE FERRANTINI
PIER MARIA DA CREVALGORE
CIO. BATTISTA BERTVSIO SVOI DISCEPOLI
ET ALTRE
63K' ggg E#3 ^3 ^ E^3 ^
A più perniziosa , e detesfabile auarizia non è quella ddroro^
che finalmente sbttopoho ai breue hdeicommiùb d° vno scri-^
gno, suoi lasciar priuo di se besfo i! primo sol posseslore ; mà
ben si quella de!la Virtù, che non comunicata a gh a!tri ? non
souuiene chi n'è degno, e capace, con eterno danno dei
Pubblico : e detrimento del Prosumo. L'huomo nahre alP,
altr'huomo pmche ase besfo, anzi all'altr'huomofàdi v^'
Dio col sòle giouare, tanto proprio della Diurna Promdtnza; che però se non
degni di seusa, di qualche compabione a!meno furono que' Gentili, che troppo
interedati nel proprio vtile, esorbitarono nel culto , adorando per Deitd que-
gli Eroi, che soh alla Terra iolsero bau benebei. E che perdettero i Greci coi
partecipare le loro leggi a' Romani ? certo che la fama della loro (apienza rosa
dal Tempo, e deaerata dall'Obb!io,?iue hn'fiora sobenuta su quelle dodici
Tauole, che nell'esereseenza del Legale Oceano porteraiino sempre a ga!a-«
cosìamoreuolc partecipazione. Viuerdbn cheviua il Mondo il nome dello
Squarcione, e quel grido che ottener non potette come gran Pittore, lo con-
seguirà come grande amoreuole, chiamato con eroica antonomaba il Mae-
bro di tutti ; auendo con tanta abbondanza, & ymanitd insegnata loro s Arre,
li che