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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Avellino, Francesco Maria: Il mito di Talo: memoria; letta alla Reale Accademia Ercolanese nell'anno 1837
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0055
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MITO DI TALO 43

ffoa'pv, nel che conviene pure Zenobio, escluda l'altra
etimologia da 2<zp5<y o Sardinia, alla quale par poco pro-
babile che Simonide abbia mai pensato È pure a
notare che da Simonide almeno comincia la tradizione che
fa di Talo un custode di Creta, mentre questa denomi-
nazione si dà ne' poemi omerici allo stesso Minosse 2).

Secondo 1' autorità dello scoliaste di Platone le cose
medesime, che Simonide avea dette di Talo, ripetea per
Sofocle nel suo Dedalo 3). Ma dobbiamo ad un altro sco-
liaste , quello di Apollonio rodio , la notizia 4) che So-

i) Seguo in ciò pienamente 1'opi-
nione del sig. cav. Welcker l. c. p. 74, il
quale ben dimostra quanto assurda cosa
sia il supporre che Minosse avesse a
temer de'soli Sardonii, ed il trasportar
Talo in Sardegna per poter dare l'eti-
mologia del liso sardonio , al cui soc-
corso poteano invocarsi altre specie di
mortali supplicii che ivi avean luogo.
Ciò non ostante, il eh. sig. cav. de
Witle in una preziosa monografia sul
mito di Gerione ( nouv. annaJes de
Vimiit. tom.H p. 284seg. ) ritien come
sicure queste relazioni di Talo coll'isola
di Creta e di Sardegna, e lo dice eroe
cretese il cui culto esisteva ugualmente
nell' isola di Sardegna. Ma le autorità
di Suida, de' paremiografi, e degli sco-
liasti da lui citate, e da noi pur riferite
n°n parlano punto di questo supposto
cullo. \* autore > c]le citiamo > ha cre-

Ut0 convalidare la sua asserzione eol-

l* attribuire a Talo un piccolo bronzo
del musco di Cagliari che rappresenta
la figura grossolana d' un uomo a tre
teste, armato di una specie di forca a
due punte. Esso è pubblicato nella ta-
vola LV1 bis n. 214 c della versione
francese della simbolica del sig. Creu-
zer fatta dal sig. Guigniaut. Ma questa
interpetrazionc è tutta arbitraria, e poco
di accordo colle certe figure di Talo che
sono nelle monete di Pliaestus, e nel
vaso che ora pubblichiamo.

2) "Os ( Zìv; ) wpwrov M/vwa Testé
Kp^T») sV/'oupov. Iliad. N v. 45o.

3) V. la nota 2 alla pag. precedente.

4) Ad Apoll. r/iod. lib. IV v.
i638 p. 188 Wellauer : 'O T*Xws
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