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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,1.1852

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Avellino, Francesco Maria: Il mito di Talo: memoria; letta alla Reale Accademia Ercolanese nell'anno 1837
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https://doi.org/10.11588/diglit.14101#0070
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58 AVELLINO

cisione le cause per cui Talo potè denominarsi anche

Tauros, e sebbene Dosiada lo indichi, come abbiamo già
detto, colle voci di yviò%a.\xoq ovpog, pure non sembra pro-
babile che ricevesse comunemente la stessa generica de-
nominazione di custode oùpog , sol perchè era deputato
alla custodia di Creta. Un'altra tradizione accennata pure
da Apollodoro supponeva che Peante avesse saettato Talo
nel calcagno , e che fosse così defunto.

Catullo ha tra i latini scrittori fatta allusione a Talo,
quando per esprimere 1' impossibilità di rintracciare il
suo amico Camerio , esce in queste comparazioni :

Non custos si fingar i/le Cretum,

Non sì Pegaseo ferar volatu ,

Non Ladas si ego , pennipesve Perseus ,

Non Rhcsi niveae citaeque bigae ;

Adde huc plumipedes volatilesque ,

Ventorumque simul require cursum,

Quos junctos , Cernieri, miài dicares:

Dcrfessus tarnen omnibus medullis ,

Et multis languoribus peresus

Essem te , mi amice, quaeritando 1).

Vedesi bene da questi versi che Catullo seguiva le stesse
già accennate tradizioni circa la custodia di Creta data a
Talo ed alla velocità che se gli attribuiva.

Tra gli argomenti mitologici proprii all'isola di Creta,
e che soleansi da' saltatori ( dpx^^O imitare nelle teatrali
rappresentazioni, Luciano comprende ancora Talo, e gli
dà in questa occasione l'epiteto di x,a\xovg <rw Kpn'rTis <r£p<Vo-

i) Carni. 55 v. 23 segg.
 
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