I FUNERALI DI ARCHEMORO l63
ombreggialo il mento della prima lanugine ambiva le nozze
di quella vezzosa ; ma erane sconfortato dal funesto caso di
tredici pretendenti *), di cui il feroce di lei padre aveva
affisse le recise teste all' atrio del suo palagio, in esempio
agli audaci, che avessero aspirato ad una mano sì nobile,
senza poterlo vincere nella corsa del carro. Dove egli met-
teva tale un partito da parere accettevolissimo ai campioni,
permettendo che gl'infelici alla meta si avviassero per tutto
il tempo che spendeva ad immolare un ariete a Giove ; dopo
che, montato sopra un cocchio con cavalli da vincere in
velocità il vento istesso, i rivali raggiungeva, e raggiunti
trapassava colla sua lancia 2). E con questi terribili' esempi
cercava Enomao dissuadere Pelope dall' impalmar la figlia,
Enomao cui F oracolo avea predetto la morte per mano
del genero 3). Ma Pelope risolutamente rispondevagli 4):
*Ev t<?l TTOCYTCìJV <7fp(t)T0V SldiYCil TCtfc,
$£p£/v Tee (rvy.<xi<7r<rovcca. (/.fi TCcXl-yXOTMg.
Xobros y ocv/ìp apiTog, oV ts av^opxi
'Htrcrov ììazvovcriv' aXka. TavTa. yap Xiyuv
Innanzi a tutte cose uopo è sapere
Gli eventi tollerar senza disdegno.
Quegli è forte davver, che meno il morso
Sente della sventura: ma da tutti
Ciò si ripete, e poi fallisce alP opra.
1) Vedi Staveren ad Hygin. p. 162 sania Vili, 14, 7-
Sturz a Ferecide p. 98 e Siebelis Symbol. 3) Vedi lo scoliaste di Apollonio
erti, ad Hellenic. pag. 179. I, j52 ; Diodoro IV, 63, ed Igino 84.
2) Pindaro 01. 1, 122; Apollonio 4) Così leggo e traduco il frani -
di Rodi I, 756; Diodoro IV, 73, e Pau- mento 3 dell' Enomao d'Euripide.
ombreggialo il mento della prima lanugine ambiva le nozze
di quella vezzosa ; ma erane sconfortato dal funesto caso di
tredici pretendenti *), di cui il feroce di lei padre aveva
affisse le recise teste all' atrio del suo palagio, in esempio
agli audaci, che avessero aspirato ad una mano sì nobile,
senza poterlo vincere nella corsa del carro. Dove egli met-
teva tale un partito da parere accettevolissimo ai campioni,
permettendo che gl'infelici alla meta si avviassero per tutto
il tempo che spendeva ad immolare un ariete a Giove ; dopo
che, montato sopra un cocchio con cavalli da vincere in
velocità il vento istesso, i rivali raggiungeva, e raggiunti
trapassava colla sua lancia 2). E con questi terribili' esempi
cercava Enomao dissuadere Pelope dall' impalmar la figlia,
Enomao cui F oracolo avea predetto la morte per mano
del genero 3). Ma Pelope risolutamente rispondevagli 4):
*Ev t<?l TTOCYTCìJV <7fp(t)T0V SldiYCil TCtfc,
$£p£/v Tee (rvy.<xi<7r<rovcca. (/.fi TCcXl-yXOTMg.
Xobros y ocv/ìp apiTog, oV ts av^opxi
'Htrcrov ììazvovcriv' aXka. TavTa. yap Xiyuv
Innanzi a tutte cose uopo è sapere
Gli eventi tollerar senza disdegno.
Quegli è forte davver, che meno il morso
Sente della sventura: ma da tutti
Ciò si ripete, e poi fallisce alP opra.
1) Vedi Staveren ad Hygin. p. 162 sania Vili, 14, 7-
Sturz a Ferecide p. 98 e Siebelis Symbol. 3) Vedi lo scoliaste di Apollonio
erti, ad Hellenic. pag. 179. I, j52 ; Diodoro IV, 63, ed Igino 84.
2) Pindaro 01. 1, 122; Apollonio 4) Così leggo e traduco il frani -
di Rodi I, 756; Diodoro IV, 73, e Pau- mento 3 dell' Enomao d'Euripide.