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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,2.1852

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Quaranta, Bernardo: Dichiarazione di alcuni luoghi di Strabone dove si parla dell'Averno, del Lucrino, di Miseno, Cuma, Baja e della Grotta Napolitana al presente chiamata di Pozzuoli: memoria; letta alla R. Accademia Ercolanese
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https://doi.org/10.11588/diglit.14102#0097
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( 89 )

fiatasi Cunia, ma si vuol dire che la fondarono i Calci-
desi. Anticamente pertanto quella città fu in buono stato,
e cosi anche tutto il campo detto Flegreo, sul quale si
favoleggiava che avvenisse quanto raccontasi de' Giganti ;
nè senza qualche motivo , per quanto pare , ma perchè
quel terreno a cagione della sua fertilità deve aver mossi
parecchi a contenderselo. All'ultimo poi i Campani rimasi
padroni della città, ne vilipesero gli aiutanti in molte ma-
niere , e si mischiarono colle loro consorti. Nondimeno
ci restano ancora molte tracce della ellenica civiltà , cosi
nelle sacre come nelle civili istituzioni. Alcuni dicono che
quella città fu denominata Cuma da' fiotti che rompono
alla vicina spiaggia tutta aspra di scogli e lungo la quale
v' ha luoghi di abbondevolissima pescagione. In questo
golfo avvi anche una selva tutta di arbusti, che si stende
per uno spazio di molti stadii, senz' acqua, e sabbiosa ,
denominata Selva Gallinaria. Quivi i comandanti delle
navi di Sesto Pompeo ragunarono insieme i pirati quando
egli mosse a ribellione la Sicilia. Vicin di Cuma è il pro-
montorio Miseno, e frammezzo sta il lago Acherusio, che
è un pantanoso diffondimento di mare. A chi abbia oltre-
passato Miseno si presenta subito un porto sotto il prò-
montorio stesso ; dopo del quale la spiaggia si curva e fa
un golfo di grande profondità. Quivi si trova Baia ed acque
calde, opportune così al diletto come alla cura de'mali.
A Baia tien dietro il seno Lucrino , e più dentro terra
l'Avemo, che fa una penisola di tutto il promontorio finito
nel capo di Miseno, innoltrandosi dentro terra e perciò dalla
parte di Cuma : perocché dal fondo dell'Averno sino a Cu-
 
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