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Memorie della Regale Accademia Ercolanese di Archeologia — 4,2.1852

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Quaranta, Bernardo: Dichiarazione di alcuni luoghi di Strabone dove si parla dell'Averno, del Lucrino, di Miseno, Cuma, Baja e della Grotta Napolitana al presente chiamata di Pozzuoli: memoria; letta alla R. Accademia Ercolanese
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https://doi.org/10.11588/diglit.14102#0098
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ina, e dalla spiaggia vicina a quelle città, rimane soltanto
un istmo di pochi stadii attraversato anche esso da una via
sotterranea. I nostri maggiori applicarono all' Averno ciò
che Omero favoleggia nella sua Necia ; e raccontano che
qui si trovasse una volta un oracolo dei morti al quale
venne anche Ulisse. E dunque 1' Averno pure un seno
profondissimo anche rasente la riva con angusto ingresso,
e per estensione e per natura acconcio ad essere un porto;
ma non se ne valgon però, giacché gli sta innanzi il golfo
Lucrino vasto e pieno di bassi fondi.

L'Averno è tutto chiuso in giro da gioghi scoscesi che
gli sono imminenti da ogni lato, tranne quel punto pel quale
vi si entra ; ed ora sono accuratamente coltivati ; ma an-
ticamente erano ombreggiati da un salvatico bosco con
grandi alberi e inaccessibili, sicché rendevano opaco an-
che il golfo e opportuno alla superstizione. Gli abitanti
circonvicini vi aggiungono anche la favola ; che se qual-
che uccello attraversa sorvolando l'Averno, cade sull'acqua
ucciso dai vapori che ne esalano, siccome avviene nc'luoghi
plutonii. Ed anche l'Averno fu considerato come un luogo
plutonio, e si disse che quivi abitarono una volta i Cimme-
ri i, e chiunque voleva navigarvi propiziavasi innanzi tratto
le anime de' morti con sacrifizi, secondo il rito prescritto
da certi sacerdoti, che toglievano come a pigione quel luo-
go. Havvi colà una sorgente di acqua dolce sulla riva del
mare ; ma tutti se ne astenevano, persuasi che fosse acqua
dello Stige. Dicesi inoltre che quivi in qualche parte fosse
fondato un oracolo, e dalle acque calde che si trovano presso
all' Acherusia congetturano che ivi fosse il Piriflegetonte.
 
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