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Che il <ri sia indicativo per natura, non polrà negarlo
chiunque rammenti, che nelle lingue di stirpe indogermani-
ca il rocv entra in molti greci dimostrativi, come to, nel san-
scrito tat l), rov, roiog, <rore, is-te, tantus, talis, tum, tam,
e nel tedesco der, dieser, da, dar, dannen, dami, denn,
dori, tal, tdvàn > tddrh , latra, tatas, tathd. Sicché per
questa unica osservazione già chiaramente apparisce perchè
a questo ti siasi una forza copulativa attribuita.
Quanto al xui vuoisi notare, che nel greco e nel latino,
passano in gutturali le palatine di quelle lingue , cui ap-
partengono i suoni tscka e ha, ossia il suono degl'italiani in-
nanzi all'è, e quello del c innanzi all'i 2). Il che rimane dimo-
strato paragonando dschna, con gnarus e yvoco, disciiirja-
mi con yn^aco, tschatur con quatuor, e vatsch, con voco.
Sicché tra il sanscrito ka, lo zendico cha 3), ed il greco noti,
non corre alcuna differenza ; poiché la iota non hassi a con-
siderare se non come paragogica, quale comparisce in xarac,
tfctpoii e vai. Ora il ka deriva dalla radice hi, cioè colligere,
cumulare, donde anche kaia, cumulus, co'suoi composti uk~
kaia, ovvero uk-ka, assai-torreggianie, e ni-ka, profon-
do depresso, sicché da ki, rinforzato colla guna, avrebbesi
e ké, e Ini colla vriddi. Dalle quali cose apparisce ancora,
che siccome cuniulus è di sanscrita origine, così pure cum,
e crvv ci riescono due variazioni di %vv, o a dir più vero di
xo-uv, qual era l'ortografia innanzi che fosse stata inventata
1) Bopp r. G. §. 5. 489 ; 496. Spr., I, B. 11, 5. p. iao.
Graff, V, 2. 3) Vedi Bohlen De Orig. Linguae
2) Hand, Lehre v. d. P. d. Gr. Zerid. e Sanscrita repetenda. pag. 3o.
Poi. ir. p. 11. u
Che il <ri sia indicativo per natura, non polrà negarlo
chiunque rammenti, che nelle lingue di stirpe indogermani-
ca il rocv entra in molti greci dimostrativi, come to, nel san-
scrito tat l), rov, roiog, <rore, is-te, tantus, talis, tum, tam,
e nel tedesco der, dieser, da, dar, dannen, dami, denn,
dori, tal, tdvàn > tddrh , latra, tatas, tathd. Sicché per
questa unica osservazione già chiaramente apparisce perchè
a questo ti siasi una forza copulativa attribuita.
Quanto al xui vuoisi notare, che nel greco e nel latino,
passano in gutturali le palatine di quelle lingue , cui ap-
partengono i suoni tscka e ha, ossia il suono degl'italiani in-
nanzi all'è, e quello del c innanzi all'i 2). Il che rimane dimo-
strato paragonando dschna, con gnarus e yvoco, disciiirja-
mi con yn^aco, tschatur con quatuor, e vatsch, con voco.
Sicché tra il sanscrito ka, lo zendico cha 3), ed il greco noti,
non corre alcuna differenza ; poiché la iota non hassi a con-
siderare se non come paragogica, quale comparisce in xarac,
tfctpoii e vai. Ora il ka deriva dalla radice hi, cioè colligere,
cumulare, donde anche kaia, cumulus, co'suoi composti uk~
kaia, ovvero uk-ka, assai-torreggianie, e ni-ka, profon-
do depresso, sicché da ki, rinforzato colla guna, avrebbesi
e ké, e Ini colla vriddi. Dalle quali cose apparisce ancora,
che siccome cuniulus è di sanscrita origine, così pure cum,
e crvv ci riescono due variazioni di %vv, o a dir più vero di
xo-uv, qual era l'ortografia innanzi che fosse stata inventata
1) Bopp r. G. §. 5. 489 ; 496. Spr., I, B. 11, 5. p. iao.
Graff, V, 2. 3) Vedi Bohlen De Orig. Linguae
2) Hand, Lehre v. d. P. d. Gr. Zerid. e Sanscrita repetenda. pag. 3o.
Poi. ir. p. 11. u