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colanti huomo di lettere e di molta stima nella sua Re-
ligione , lo donò ad un certo Signore suo divoto e privò
la sua patria cT una così antica et insigne memoria.
Invano mi sono affaticato di sapere qual fosse stato
questo marmo, e dove mai trasportato. Ho forte sospetto
per l'autorità del manoscritto del i5o,2, epoca in cui furono
per opera di Ottavio Cataneo collocate nella piazza di Avella
le antiche iscrizioni , che sia stato il marmo in quistione
quello stesso di C.Celio Vero, il quale ha dato causa alle pre-
senti osservazioni , e che veramente è stato da Avella tras-
portato in Napoli, ove si trova. Il qual marmo contenendo
un decreto Decurionale dell' antica Avella , ove si parla",
per quanto ho congetturato dal brano che mi è riuscito ri-
trarne , di largizioni fatte da Celio agli agricoltori di quella
città , per cui fu onorato del funerale pubblico, fu creduto
forse che quella incredibile somma di danaro mal intesa
nelle note numerali espresse nel marmo , delle, quali mi è
parso di scorgere il segno ne' sesterzii che si traveggono
nella faccia sinistra di esso eh' è volta nell' arco , fosse
stata riunita in servigio del pubblico di Avella.
Vò da ultimo avvertire, che al disegnatore de'marmi
incisi nelle annesse tavole piacque aggiugnere nella tav. Ili
n. 5 una monetina d'argento posseduta da un proprietario
di Avella, che la tiene in sommo pregicr. Ed in vero la
monetina è un denario de'più rari della famiglia Egnazia.
11 dritto, eh' è mal espresso nella incisione , rappresenta
la protome dell'Amore con arco sospeso al collo, ed al di
dietro la leggenda MAXSVMVS. Nel rovescio poi vedesi
un tempio distilo , e dentro di esso vi ha un uom togato
Voi. IV, P. IL ^4
colanti huomo di lettere e di molta stima nella sua Re-
ligione , lo donò ad un certo Signore suo divoto e privò
la sua patria cT una così antica et insigne memoria.
Invano mi sono affaticato di sapere qual fosse stato
questo marmo, e dove mai trasportato. Ho forte sospetto
per l'autorità del manoscritto del i5o,2, epoca in cui furono
per opera di Ottavio Cataneo collocate nella piazza di Avella
le antiche iscrizioni , che sia stato il marmo in quistione
quello stesso di C.Celio Vero, il quale ha dato causa alle pre-
senti osservazioni , e che veramente è stato da Avella tras-
portato in Napoli, ove si trova. Il qual marmo contenendo
un decreto Decurionale dell' antica Avella , ove si parla",
per quanto ho congetturato dal brano che mi è riuscito ri-
trarne , di largizioni fatte da Celio agli agricoltori di quella
città , per cui fu onorato del funerale pubblico, fu creduto
forse che quella incredibile somma di danaro mal intesa
nelle note numerali espresse nel marmo , delle, quali mi è
parso di scorgere il segno ne' sesterzii che si traveggono
nella faccia sinistra di esso eh' è volta nell' arco , fosse
stata riunita in servigio del pubblico di Avella.
Vò da ultimo avvertire, che al disegnatore de'marmi
incisi nelle annesse tavole piacque aggiugnere nella tav. Ili
n. 5 una monetina d'argento posseduta da un proprietario
di Avella, che la tiene in sommo pregicr. Ed in vero la
monetina è un denario de'più rari della famiglia Egnazia.
11 dritto, eh' è mal espresso nella incisione , rappresenta
la protome dell'Amore con arco sospeso al collo, ed al di
dietro la leggenda MAXSVMVS. Nel rovescio poi vedesi
un tempio distilo , e dentro di esso vi ha un uom togato
Voi. IV, P. IL ^4