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non si possa dubitare, che questa città sia la patria delle
nocciuole. È vero che nel territorio della moderna Avella
non sia di molto estesa la coltivazione delle nocciuole, e
che le selve, di cui abbonda, sien feracissime di ottime
castagne, le quali ancor sotto il generico nome di noci
eran comprese »), e che per lo contrario sia grande di mol-
to la coltivazione , e la ricolta delle nocciuole nel territo-
rio di Avellino , che confina nella parte settentrionale con
quello di Avella nella Campania-, ciò però non toglie, che
in antico la coltivazione delle nocciuole fosse stata abbon-
dantissima in Avella , donde presero la denominazione di
noci Avellane, e che poscia , conosciutasi da quei natu-
rali la maggiore utilità di coltivare ne' loro campi e nelle
loro selve alberi di castagne e di frutta, si fosse dimi-
nuita a poco a poco la coltivazione delle nocciuole, che si
propagò nel confinante territorio di Avellino 2) negli Irpini
1) Servio ad Vi rgii. Eclog. II, v.
53.Nel trattato Incerti Excerpta Gram-
maticalìa edito da' chiar. Eicheufeld ed
Endlicher , da' codici preziosi , appar-
tenenti già a] Monistero di S. Gio: a
Carbonara di Napoli, ed ora alla Im-
periai Biblioteca di Vienna, negli A-
nalecta Grammaticalia. Vindobonae
i836. p. 211. 6., leggesi al proposito
medesimo « Nux plurima àauy%d\n ,
ouare eliam nux longa dicitur. Vedi
Servio ad Virgil. Geòrgie. 1. V. 187.
2) Plinio il vecchio II. N. lib. HI.
cap. XI. i6.cdiz. del SiiIig. Lipsìue i83i
tom. I. p. 2^5. tra' popoli Irpini nomina
Voi IV. P. IL
Aheìlinales cognomina Protropi, e que-
st' ultima voce senz' alcuna variante
leggesi nell'edizione citata, ed ancor in
quella stereotipa del Weiss Lipsiae 1841.
Or dessa è certamente greca, e prove-
niente dal verbo Tporpi^ui ovver poeti-
camente 'rpoTpoTrxUj l'aggiunto poi nrpi-
rpotres non trovasi dato che al vino
nrpirpoiros o7vo;,cioè a cruci vino che scor-
re da se pria di pigiarsi 1' uva. Vedi
il Thesaur. G. L. di Errico Stefano ,
edizione Parigina del Didot tom. VI. col.
2086. E questa appellazione a quel vino
conservò latinamente Plinio il vecchio
scrivendo Hisl. Natta: lib. XIX. T. 9.
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non si possa dubitare, che questa città sia la patria delle
nocciuole. È vero che nel territorio della moderna Avella
non sia di molto estesa la coltivazione delle nocciuole, e
che le selve, di cui abbonda, sien feracissime di ottime
castagne, le quali ancor sotto il generico nome di noci
eran comprese »), e che per lo contrario sia grande di mol-
to la coltivazione , e la ricolta delle nocciuole nel territo-
rio di Avellino , che confina nella parte settentrionale con
quello di Avella nella Campania-, ciò però non toglie, che
in antico la coltivazione delle nocciuole fosse stata abbon-
dantissima in Avella , donde presero la denominazione di
noci Avellane, e che poscia , conosciutasi da quei natu-
rali la maggiore utilità di coltivare ne' loro campi e nelle
loro selve alberi di castagne e di frutta, si fosse dimi-
nuita a poco a poco la coltivazione delle nocciuole, che si
propagò nel confinante territorio di Avellino 2) negli Irpini
1) Servio ad Vi rgii. Eclog. II, v.
53.Nel trattato Incerti Excerpta Gram-
maticalìa edito da' chiar. Eicheufeld ed
Endlicher , da' codici preziosi , appar-
tenenti già a] Monistero di S. Gio: a
Carbonara di Napoli, ed ora alla Im-
periai Biblioteca di Vienna, negli A-
nalecta Grammaticalia. Vindobonae
i836. p. 211. 6., leggesi al proposito
medesimo « Nux plurima àauy%d\n ,
ouare eliam nux longa dicitur. Vedi
Servio ad Virgil. Geòrgie. 1. V. 187.
2) Plinio il vecchio II. N. lib. HI.
cap. XI. i6.cdiz. del SiiIig. Lipsìue i83i
tom. I. p. 2^5. tra' popoli Irpini nomina
Voi IV. P. IL
Aheìlinales cognomina Protropi, e que-
st' ultima voce senz' alcuna variante
leggesi nell'edizione citata, ed ancor in
quella stereotipa del Weiss Lipsiae 1841.
Or dessa è certamente greca, e prove-
niente dal verbo Tporpi^ui ovver poeti-
camente 'rpoTpoTrxUj l'aggiunto poi nrpi-
rpotres non trovasi dato che al vino
nrpirpoiros o7vo;,cioè a cruci vino che scor-
re da se pria di pigiarsi 1' uva. Vedi
il Thesaur. G. L. di Errico Stefano ,
edizione Parigina del Didot tom. VI. col.
2086. E questa appellazione a quel vino
conservò latinamente Plinio il vecchio
scrivendo Hisl. Natta: lib. XIX. T. 9.
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