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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Comparetti, Domenico: Frammenti dell'etica di Epicuro tratti da un papiro ercolanese
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0090
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- 79 -

10. vdg si'i'(ftaTa[i] xal (piXo[no]tag,
xal rcqo6s'%si Toìg ìó£o[ig\ wg sd-

12. r]ai ói o noi], xal (pqovTi^si twv
nqoisqav àg Ta(%)a nqòg avròv

I-i. ècfofisvcov, xal (rfj yv)d>Gsi ts

TCÒV àvd-QdólTtoV OffOVg ÒVVttr

16. rai nXsiffTovg [s]v tolg yiXocpqo-
vrj&afAtvoig evx&QiQ (aì)TsT xal

18. di sXnidag (ti)v[cò]v avTOÌg /.is-
raXrjipsaSai xal ndXiv ino tcòv

20. a]vT(òv sv ti n[si]o's6d-ai, xatnsq
ov] tc«'[t](-7j) j.idX[io']Ta nqo ....

* * *

Col. XXIII.

* * *

«r[<ji paxq((j}) [xQÓvy].....

2. x]al óià na[vTÒg (iè]v d(n)Xoì to

§]sXtiov Gnovóutfo[v\o'iv sna-
i. rdysiv, Gn[ov]Sfjg ovóèv s{X)-

)>s]ìnsi nqo6Óox(a tov %qò-
6. vov] intfiiwGso'd-ali], xal vfjg

iy]is(ag \idXiGra ór} n{q)ovo-
8. sì, xal Ts&aqqijxmg nqòg

dqqwoTiag xal d-àvarov sv-
10. TÓvcog vnojxsvsi tù óv-

vdfisva tovtcov ànaX-
12. XdvTsiv.

Col. III.

1, 2. Le tracce eli lettere dopo TIN£C sugge-
riscono la lezione o\d*\y, ma sono troppo incerte.
Si aspetta nella lacuna precedente un vofii^ovai o
altro di simile. Rimane incerto se debba poi sup-
plirsi óvvadOai, 0 óvvavTai, 0 óvvdfis&a ecc. —
1. 3. Pare fosse scritto r£INC0CK£IN. - 1. 4. C'ò
nell'originale un errore che in parte si cela in una
lacuna; pare che invece di £XOYCI fosse scritto
OYXOCI. - 1. 5, £#C0. - 1. 8, £XO£M£NOI.

Credo che, guidato da quel che segue, io abbia
colto il senso generale del primo periodo di cui
manca il principio e i supplementi siano sicuri,
salvo quanto può concernere la forma del periodo
stesso incerta per la mancanza del principio. Trat-
tasi della teoria di Aristippo sui nd&rj e le alqt-
crsig xal (pvyaC. D'accordo coi principii suoi a noi
noti d'altronde, egli negava l'esistenza di un cri-
terio o di una norma secondo cui governare le
nostre appetenze e le nostre scelte, ma aver que-
ste luogo così caso caso, senza che alcuno sap-
pia dire in precedenza il come e il quando deb-
bano aver luogo. Infatti egli sosteneva f.ióvov
ì'jj.it'rsqov si vai tò naqóv, [irjTs óè to (p&àvov, [itjts

to nqoo-óoxoì/isì'ov Elian. N. H. XIV, 6; e che twv
nsnoirjxÓTwv tu ndx^rj firjóèv sivai xaTaXijnTov {J,rjó
dóidxpsvtìTov. Sest. Emp. Adv. Mai. VII, 191.

1. 6 sg. Altri Cirenaici, contemporanei di Epicuro,
con a capo Teodoro, il quale TéXog vnsXdpfim<s
%aqùv xal Xvni]v (D. L. 11, 98), facendo consistere
il Ts'Xog appunto nei ndd-rj, naturalmente esclude-
vano ogni xqfoig o distinzione dei ndd-ri medesimi
in ordine ad un altro oggetto che non fossero i
nad-ì] Stessi. Di qui la scovata dvvnsvQ-vvog di cui
parla Epicuro. Infatti, secondo D. L., Teodoro ar-
rivava a legittimare filosoficamente anche il furto
e l'adulterio e tutto quanto insomma conducesse
nqòg to %a(qsiv.

1.14 sg. Quest'ultimo periodo rimane incompleto,
ma completa è la parte negativa dell'opinione a
cui si allude e in questa riconosciamo pure i princi-
pii Cirenaici. Come costoro non si occupavano di fi-
sica óid Trtv siKfaivofisvriV dxaraXrjipiav (D. L. 11,92)
così vediamo che alcuni di essi óid trjv sf.i(paivo-
/xsvrjv doqiGTiav dei nd&i] (che è già nella dottrina
di Aristippo) arrivavano a conseguenze d'indiffe-
rentismo nella dottrina delle atqsosig xal ipvyai,
escludendo l'eudemonismo assoluto e contentan-
dosi, come pare, di un ben essere, svOTa&sia, li-
 
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