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Museo italiano di antichità classica — 1.1884/​85

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Milani, Luigi Adriano: Monumenti etruschi iconici d'uso cinerario: illustrati per servire a una storia del ritratto in Etruria
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https://doi.org/10.11588/diglit.9011#0308
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- 296 -

le tempia, e due altri fori in linea parallela da una
parte e dall'altra delle gote. Questi fori, per es-
sere nella posizione suddetta e per esser praticati
così vicini all'orlo della maschera, fanno supporre
che fossero destinati all'attacco di due catenelle
o fili esterni, cioè a quella legatura che il cano-
nico Brogi notava come più ordinaria nei trava-
menti delle maschere cinerarie. ')

Riguardo al deposito terroso avvenuto nelle
parti cave delle maschere B ed E, essendo nella
maschera B molto maggiore che nella maschera E,
possiamo inferirne che quest'ultima aderisse al
relativo ossuario più strettamente dell'altra; a
meno che non fosse invece così male applicata
al medesimo da lasciar scorrere liberamente l'ac-
quitrino. Può anche darsi che il dolio ossia lo
ziro entro cui fu trovata la maschera B fosse
ermeticamente chiuso e non avesse permesso il
passaggio dell'umidità colata dalla terra sopra-
stante. Ma queste sono congetture alle quali noi
stessi non possiamo dare soverchio valore ; ci ba-
sta di constatare l'uso cinerario delle maschere B
ed E, e ci teniamo paghi di aver rilevato quelle
differenze tecniche e stilistiche, per le quali ab-
biamo creduto di riferirle all'ultimo periodo delle
tombe etrusche a ziro.

A questo stesso periodo crediamo di riferire
anche la maschera di terracotta F che pubbli-
chiamo a tav. X, 3, ridotta circa a un terzo della
grandezza naturale. Proviene come le altre da
una tomba chiusina a ziro, e fu acquistata da
me per il Museo Archeologico pochi giorni dopo
la sua scoperta nel maggio 1884. Il sig. canonico
G-io. Brogi, da cui l'acquistava, mi affermava
d'averla vista egli stesso aderente ad un fìttile
cinerario andato in isfacelo, il quale perciò egli
non si curò di raccogliere e conservare. E non
dando egli nessuna importanza alla maschera me-
desima, siccome frammentaria e di materia igno-
bile, nemmeno si curò, contro il suo solito, di riu-
nire la scarsa suppellettile trovata insieme. Non
sono in grado pertanto di segnalare quale fosse
questa suppellettile, ma che fosse antichissima e
corrispondente a una tomba povera a incinera-
zione pare tuttavia accertato. La maschera F, fatta
di una terra di color rosso acceso mista di polvi-

i) V. Bull. Ist. p. 218; 1882, p. 232. Cfr. la simile di-
sposizione dei fori per i legacci nella maschera F di ter-
racotta descritta più innanzi.

scoli di quarzo, bene impastata, ma alquanto po-
rosa, è, per avventura, la prima di tal materia che
siasi rinvenuta nelle tombe a ziro, onde tanto più
da vicino dobbiamo studiarla ed esaminarla. Ori-
ginariamente era dipinta con una vernice pellucida
di color paonazzo, di cui rimane qua e là qualche
traccia. Nella parte interna è cava e modellata
grossolanamente in corrispondenza con la parte
esterna. Quasi tutto il lato s. lasciato in ombra
nella nostra riproduzione è di ristauro; però l'oc-
chio, porzione della fronte e della guancia sono
antichi e congiunti a dovere. Anche la bocca e il
mento sono di ristauro; tuttavia nel ristauro si
è seguito abbastanza bene l'andamento delle parti
conservate, per cui è certo ehe la bocca era aperta
e che le labbra non erano modellate, nè tampoco
tondeggiate. Piuttosto erano profilate come nella
maschera B. Il naso sporge sopra la superficie
della maschera ben tre centimetri, alcunché torto,
di forma leggiermente aquilina, con le pinne obli-
que lascianti vedere chiaramente il setto nasale.
Le arcate sopraciliari sono profilate nettamente
in congiunzione col naso, e i peli delle medesime
invece di essere espressi sopra il loro profilo, sono
espressi |per di sotto con piccole intaccature obli-
que, ottenute a colpi di stecco.2) Il bulbo del-
l'occhio è stretto e molto pronunziato, ma senza
segno della pupilla la quale poteva essere indicata
col colore. Sulla fronte, modellata con ben inteso
sentimento del vero, mi par di notare due leggere
rughe orizzontali ; le guancie son fatte gonfie quasi
come nella maschera B. Nel suo insieme anche
questa maschera offre l'idea naturalistica d'un
ritratto preso sul morto, e, per causa del naso
tanto grosso, fa l'impressione piuttosto virile che
muliebre.

Come d'ordinario, le orecchie mancano : presso
l'orlo, sulla linea del naso, e lateralmente sopra
la fronte, si notano due buchi fatti col trapano, ai
quali dovevano corrisponderne due altri contrap-
posti in linea parallela dall'altra parte per servire
a legar la maschera sopra il relativo ossuario. Ol-
tre i detti fori destinati all'accennato uso, se ne
notano in questa maschera parecchi altri praticati
similmente col trapano a bello studio a lato del
naso, tre da una parte e tre dall'altra, e quattro

s) Analogamente son trattate le sopracciglia nella ma-
schera d'oro della quarta tomba di Micene (Schliemann,
n. 331).
 
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