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Bibliotheca Hertziana [Hrsg.]; Bruhns, Leo [Gefeierte Pers.]; Wolff Metternich, Franz [Gefeierte Pers.]; Schudt, Ludwig [Gefeierte Pers.]
Miscellanea Bibliothecae Hertzianae: zu Ehren von Leo Bruhns, Franz Graf Wolff Metternich, Ludwig Schudt — Römische Forschungen der Bibliotheca Hertziana, Band 16: München: Schroll, 1961

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https://doi.org/10.11588/diglit.48462#0208
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Giovanni Incisa della Rocchetta

Pud essere una semplice coincidenza, ma il foro, prodotto da un crollo parziale in una delle volte a crociera,
ehe vediamo dipinto da Giulio Romano nel quadro di Genova, pud anche essere stato ritratto dal vero,
perche, dalle fotografie fatte durante i lavori d’isolamento e di restauro30, risulta ehe una delle volte
a crociera era forata da un lucernario regolare. Potrebbe darsi, ehe, vistane l’utilita pratica per illuminare
l’ambiente sottostante, si fosse soltanto regolarizzata la forma d’un foro, prodottosi casualmente, nel
corso dei secoli.
Nel quadro di Genova, oltre i «matronei», la parete antica non continua; ma, su di una terrazza scoperta,
si vedono persone sedute attorno ad una mensa e servite da un domestico accorrente.
Un curioso particolare, ehe non sembra giustificato tecnicamente in quel luogo, ma ehe Giulio Romano
pud aver qui trasportato da altro monumento romano, sono i vasi fittili, messi in luce, da un crollo, nel
rinfianco della grande volta dell’aula coperta.
Piacerebbe sapere qualche cosa dell’aspetto di questa parte del complesso dei Mercati di Traiano, all’epoca
di Giulio Romano. Purtroppo, mentre sono numerose le vedute dell’esedra, a livello del Foro Traiano,
fra i disegni degli artisti del Cinquecento troviamo, deH’aula coperta, parecchie piante e qualche sezione
di restituzione, ma non una vera e propria veduta31.
Carlo Cecchelli ha, recentemente, raccolto, da par suo, molti elementi per la storia della zona di Ma-
gnanapoli e della «Biberatica » nel Medio Evo32. Per il periodo piu tardo, qualche notizia interessante sulla
storia del complesso pud trovarsi nel fascicolo redatto da Corrado Ricci per il Governatorato di Roma33.
Non c’e dubbio, ehe i danni piu gravi all’aula coperta ed ai suoi annessi siano stati provocati dalla tras-
formazione in monastero prima, in caserma poi. La maggior copia di particolari e, debbo supporre, la
maggiore esattezza nel tracciare la storia del monastero di Santa Caterina da Siena si trova nella «Roma
domenicana » del p. Alberto Zucchi O. P.34
Agli anni fra il 6 agosto 1623, elezione d’Urbano VIII, ed il 24 febbraio 1628, giorno nel quäle le monache,
per atti del notaro del Vicariato, ebbero licenza di fabbricare la chiesa attualmente esistente di Santa
Caterina da Siena, si deve attribuire lo stato di fatto registrato nella relazione della Sacra Visita ordinata
da Urbano VIII, ehe dichiarava, a proposito della chiesa e del coro di quel monastero: «Ecclesia est
30 Ringrazio qui gli amici prof. Antonio Maria Colini e prof. Carlo Pietrangeli, per aver messo a mia disposizione il materiale
fotografico esistente presso la X Ripartizione (Antichitä e Belle Arti) del Conmne di Roma, e per avermi assistito con tanta cor-
dialitä nello studio del materiale stesso.
31 Cf. Alfonso Bartoli, Monumenti antichi di Roma nei disegni degli Uffizi. Vol. IV, Roma 1919, tav. 372 fig. 652 (Arch. 687
recto); tav. 388 fig. 680 (Arch. 665 recto); tav. 389 fig. 682 (Arch. 659 recto); tav. 390 fig. 685 (Arch. 654 verso); tav. 395 fig. 703
(Arch. 656 recto); tav. 395 fig. 708 (Arch. 656 verso): tutti di Sallustio Peruzzi (nato probabilmente ai primi del sec. XVI a Siena,
morto probabilmente in Austria nel 1573) figlio di Baldassarre Peruzzi. Per una esatta valutazione dell’importanza dell’aula
coperta dei Mercati di Traiano, dal punto di vista della tecnica della costruzione, cf. Gustavo Giovannoni, Prototipi di archi
rampanti in costruzioni romane, sta in Annali della Societä degli Ingegneri e degli Architetti italiani, n. 10, 16 maggio 1913
(pagg. 11—12 dell’estratto. L’Universelle, Imprimerie Polyglotte, Roma 1913); idem, La tecnica delle costruzioni romane a volta,
sta in Atti della Societä Italiana per il progresso delle Scienze, XVII Riunione. Firenze, settembre 1929 (pagg. 7-11 dell’estratto.
Successori Fratelli Fusi, Pavia 1930, VIII); idem, Contributo allo studio della tecnica nelle costruzioni romane, sta in Atti del
II Congresso Nazionale di Studi Romani, Roma 1931, XI, vol. I, pagg. 282—285.
Per le questioni archeologiche, cf. Giuseppe Lugli, Roma antica. Il centro monumentale. Roma 1946, pagg. 304-305; idem,
Tecnica edilizia romana, con particolare riguardo a Roma e Lazio. Roma 1957.
32 Cf. Carlo Cecchelli, Roma medioevale - parte seconda di Topografia e Urbanistica di Roma di Ferdinande Castagnoli,
Carlo Cecchelli, Gustavo Giovannoni, Mario Zocca (volume XXII della Storia di Roma dell’Istituto di Studi Romani).
Bologna 1958, pagg. 259—261, 305-307.
33 (Governatorato di Roma) Corrado Ricci, Il Mercato di Traiano - 28 ottobre 1929, VIII. Roma, E. Calzone.
34 Cf. P. Alberto Zucchi, Roma domenicana. Note storiche, vol. I. Firenze 1938, XVI, pagg. 35-36; 224-231, 237-238. Egli
precisa, ehe Porzia de’ Massimi, vedova di G. B. Salviati, domenicana, col nome di suor Maria Vittoria, dal 1563, in Santa Lucia di
Firenze, venne a Roma, nel 1572, con quattro altre monache, per trasformare in vero monastero il collegio di terziarie, abitanti in
Via di Santa Chiara. Poiche la casa era angusta, fu ben presto deciso di cercare un luogo piü adatto per una comunitä claustrale
e la scelta cadde su alcune case, alla salita di Monte Magnanapoli, di proprietä di G. B. Conti, ed esse furono comprate nel 1572.
Dopo i necessari lavori di adattamento, le monache poterono stabilirvisi nel 1574. Sembra (ma non mi riesce determinarne l’entitä)
ehe il monastero abbia subito un’amputazione, quando Sisto V (1585-1590) fece tracciare la strada della Colonna Traiana a Santa
Maria Maggiore. Nel 1620, le monache comprarono il palazzo del duca Camillo Conti e compresero, cosi, nella clausura, anche la
torre delle Milizie. La chiesa attualmente esistente di Santa Caterina da Siena, opera di G. B. Soria (Roma 1581-1651), fu iniziata
solo nel 1628; nel 1631 le monache potevano usare il coro dietro la chiesa non ancora finita; ripresa, nel 1636, la costruzione della
chiesa, questa pote essere consacrata nel 1640 ed il porticale della facciata fu inaugurato nel 1641.
 
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