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DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEI, TERRITORIO FALISCO

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imita l'interno della copertura di una capanna. Nel
modo istesso sono superiormente intagliate alcune delle
più antiche tombe a camera nella prossima necropoli
di Narce (cfr. tav. V, fig. 2, 2 a)

Ora questa maniera di copertura è in armonia con
un altro dato di fatto, da noi studiato nelle tracce che
si son conservate delle nuove abitazioni sulle pendici
prossime. Abbiamo quivi riconosciuti segni dai quali si
deduce che se la nuova casa fu fatta ad imitazione del
costume greco, con moltissima probabilità all'impianto
non corrispose lo stile della copertura. I canaletti in-
cassati nella roccia, per deviare le acque piovane dal-
l'interno (fig. 17), provano che il tetto fu compiuto col
sistema primitivo, cioè nel modo con cui formavasi il
tetto delle capanne.

Che la nostra tomba appartenga al periodo delle
nuove case a pianta quadrata, e ne riproduca la forma,
si rivela chiaramente confrontando la pianta che ne
abbiamo riprodotto (fig. 28 bis) con la pianta delle case
da noi scoperte (fig. 13, 14). Se quindi della copertura
di questa casa, per prova indiretta soltanto, avevamo
cercato di determinare la forma, dicendola identica a
quella delle capanne, la particolarità offertaci ora da
questa tomba, convalida la nostra osservazione.

Sventuratamente la tomba era franata e devastata.
Però i fittili della suppellettile funebre che vi abbiamo
raccolti, sono di puro stile corinzio a zone di animali,
sparsi di rosette, e portano la riprova intorno all'età,
a cui l'ultima manifestazione della civiltà nuova sul
nostro colle deve essere rimandata. Questi fittili sono:

a) Due boccali (Furtwàngler Berlin, vasensamml.
forma 19), con due rotelle sul sommo dell'ansa. Sono
fasciate di zone ad animali dipinti di color rosso scuro.
In ciascuna zona si alternano con oche i cinghiali, le
tigri ed i leoni. Sul campo tra i medesimi sono delle
piccole rosette dello stesso colore, graffite, nel modo
istesso con cui sono delimitati i contorni degli ani-
mali.

b) Bicchiere a tronco di cono riverso con orlo un
poco aperto. Sotto a questo, entro una fascia, girano pic-
cole oche dalle ali distese, alternate con tigri e rosette.
Il rimanente del fittile, come pure l'interno è fasciato
di zone del solito colore rosso-scuro.

e) Ciotola ansata, dipinta dentro di nero ed ester-
namente per ciascun lato delle anse con due oche, le
quali stanno di fronte ad una rosetta.

d) Piatto molto concavo e con grosso orlo ro-
vesciato in giù. È semplicemente decorato di fasce
scure. Si trovarono pure frammenti di bucchero molto
fine, macerati dall'umidità, quali sono proprio del tempo
in cui cominciarono a diffondersi tra noi le stoviglie
corinzie.

Essendo comunemente noto che tali stoviglie im-
mediatamente precedettero la comparsa fra noi dei vasi
greci dipinti a figure e di produzione attica; risul-
tando per conseguenza che con questa tomba si scende
all'ultimo periodo del commercio con le isole dell'Ar-
cipelago, possiamo ben risalire di una generazione nel
ricercare le origini del nuovo centro abitato.

Ora, lasciando le altre considerazioni, è assai im-
portante per noi il notare che se la volta della nostra
tomba fu scavata nel banco naturale del terreno, era
mestieri che tale banco si elevasse con la potenza di
un forte strato, sopra cui, senza pericolo potesse po-
sare il tumulo col cippo sepolcrale. Tale strato per le
corrosioni, alle quali è andato soggetto il terreno nel
corso dei secoli, è totalmente perduto, e per poco non
ci mancarono anche i segni dell'altezza a cui il nostro
ipogeo internamente si elevava.

Argomentando dalla profondità nella quale in ge-
nerale le tombe a camera furono scavate, lo strato del
terreno soprastante nel nostro sepolcreto doveva essere
molto alto ; ed allora potrebbe forse non essere ardito
il supporre che in questo strato, ed in tutto il ripiano
superiore di questo piccolo colle, ed intorno a questa
tomba sontuosa dell'ultimo periodo, anche alcune tombe
a fossa fossero state scavate.

Per le tombe di età romana abbiamo detto che
ne trovammo poche e povere, le quali confermandoci
la poca estensione che ebbe il centro abitato, sono im-
portanti perchè ci diedero i documenti certi dell'età
in cui quel vico romano ebbe quivi sede.

A sud-est dell'area occupata dai rottami di questo
vico apparvero i resti di un piccolo tumulo a calce-
struzzo. Alcune tombe si scoprirono ai fianchi della
via, altre in uno dei poggetti della necropoli antichis-
sima (fig. 22 b, c, d, e, f).

Una di queste tombe (fig. 22 d) era a fossa ret-
tangolare chiusa con grandi tegoli, l'uno riverso sul-
l'altro. Lo scheletro non aveva ornamento alcuno di
metalli preziosi o di bronzi. Giaceva supino con la
 
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