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DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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Tuttavolta alcune ultimo e languide tracce della
dimora umana in età vetustissima non mancano asso-
lutamente in quel monte ed alle sue pendici. A circa
cento metri al di sotto della vetta massima, cioè al-
l' altezza di 502 metri dal livello del mare, i due
angoli del pentagono, 1' uno rivolto ad est 1' altro a
nord, si prolungano e si dilatano quasi da formare
due prominenze minori, o due piccoli contrafforti al
grande cono (fig. 29 a, b). In questi abbiamo ricono-
sciuto qualche traccia di difesa o di ripianamento, mas-
tino nel piccolo promontorio a nord.

Inoltre ad un livello di poco inferiore a questi colli,
poco sopra il livello dell'antico laghetto di Valle Ga-
iana, la base dei colli suddetti si allarga in un ampio
grado, il quale circuisce i due lati del pentagono, che
hanno l'angolo rivolto a nord. In questo ripiano, spe-
cialmente dal lato verso nord-ovest, abbiamo ricono-
sciuto tracce di tombe consistenti in cavità, assai de-
formate dal tempo, ma non a tal segno da non poter-
sene determinare l'uso primitivo. Ed i nostri sospetti
furono corroborati dallo scavo; perocché, rimosse le
terre in quel punto, vi raccogliemmo frammenti di
fittili di industria italica primitiva, simili a quelli da
noi scoperti nei piccoli tumuli della necropoli di Monte
s. Angelo (fig. 29 c). Altri rottami simili furono rac-
colti presso l'altro piccolo colle, denominato Monte Ric-
cio, ad ovest, pure alle falde di Monte Eocca Romana.

Ma, anche ammettendo che nuovi e maggiori scavi
possano accrescere i dati di fatto in conferma di questo
primitivo abitato, posto sopra ed intorno a Monte
Rocca Romana, è fuori di ogni dubbio che il gruppo
maggiore delle famiglie venne presto a stabilirsi sulla
cima di Monte Calvi, più larga e più adatta, come ab-
biamo sopra accennato.

La sua altezza, come si è detto, è di poco infe-
riore, e non termina a cono, come nel Monte di Rocca
Romana, si bene è pianeggiante per una larghezza di
circa m. 250, e per la lunghezza da sud a nord di circa
80 metri. Da questo ripiano i lati discendono ripidi a
sud, verso il lago di Bracciano, formando una specie di
bastione a base rettangolare, mentre dal lato nord-ovest
i suoi fianchi si estendono fino a Sutri, con un grande
arco gradatamente decrescente.

Questo monte era fortemente difeso dalla sua na-
turale struttura, perocché oltre alla grande pendenza
dei lati orientale ed occidentale, era per metà del suo

perimetro circondato da due laghetti, ora prosciugati,
o meglio ricolmi ; dal laghetto di Valle Gaiana ad est,
e dal Lagoscello ad ovest, il qual nome ci fa cono-
scere che le acque in quel punto si mantennero fino
ai tempi non molto lontani. Ad occidente questo piano
del Lagoscello, che è a 410 metri sul livello del mare,
cioè a 246 metri al di sopra del lago di Bracciano,
è limitato da uno dei fossi artificiali per l'acquedotto
dell'acqua Paola.

Essendo adunque naturalmente difesa da questi
lati, rimaneva l'altura di Monte Calvi accessibile solo
dalla parte di nord-est, discendente con minore pen-
denza, nella quale nondimeno bisognava procedere
entro profonde insenature, ovvero avanzarsi sopra dorsi
di breve larghezza, a preparare la quale non è im-
possibile che abbia concorso la mano dell'uomo.

Finalmente a queste condizioni naturali, che dove-
vano far prescegliere quest'altura per porvi la sede delle
abitazioni, devesi aggiungere l'abbondanza delle acque
sorgive; il terreno non resistente, e però adatto alle
costruzioni che coi mezzi imperfetti potevano farsi ; in
ultimo la copia del materiale per quelle costruzioni.
Anche qui, come in Monte s. Angelo, e per un
tratto ad un dipresso uguale, la sommità fu resa pia-
neggiante, salvo nella parte più meridionale, dove si
eleva un cono tronco con circa 50 metri di base, e
10 metri di altezza.

Sull'alto di questo si notò una depressione dovuta
anch'essa a lavoro artificiale, i cui orli in parte erano
costituiti dal terreno non rimosso dal monte, ed in
parte erano formati con un conglomerato artificiale di
scaglie basaltiche, raccolte sul luogo.

Per meglio studiare la cosa facemmo scavare una
fossa, larga un metro, e lunga sei metri nel mezzo di
detto cono ; e fu accertato che il terreno vergine non
si incontrava che a m. 3,95 di profondità; e si rico-
nobbe che, come era avvenuto sulla cima di Monte
s. Angelo (cfr. fig. 9), il terreno naturale era stato
asportato nel centro sul culmine, ed ai lati, per for-
mare più ripida la difesa, completata superiormente da
argini artificiali tutto all'intorno (fig. 30).

Altri scavi fatti 'sull'orlo della grande terrazza,
sopra cui questo cono si eleva, ci misero in grado di
riconoscere che anche quivi l'area pianeggiante era
stata resa di accesso diilici le mediante il taglio della
scarpata, e gli argini di difesa.
 
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