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223 degli scavi di antichità

netti metallici, con piede inchiodato, fatto di lamina
ornata di puntini o di fascie periate ad imitazione dei
chiodetti.

Uno di tali piattellini con piede ci fu offerto dulia
tomba 36 del sepolcreto della Petrina (N. XXVII, 1(3),
tomba da noi citata più volte, quella appunto donde
provennero il vasetto a lamina imbullettata (fìg. 95)
e la situla (fìg. 96). È rappresentata nella fìg. 10
della tav. Vili.

Un piattellino simile, in lamina così punteg-
giata, si ebbe dalla necropoli tarquiniese. Differisce
pel sostegno, che vi è aggiunto, formato di tre piedi,
sopra i quali il piatto riposa (cfr. Notizie 1882,
tav. XII, 6). Un altro piatto della stessa necropoli tar-

nel territorio falisco * 224

Petrina (fìg. 3 B, tav. III B ; N. Vili, 2), e serviva
di coperchio all'ossuario.

Ho detto superiormente che il bronzo nella lega
ordinaria non sarebbesi prestato par un lavoro come
quello onde cotesti utensili furono eseguiti. In fatti
il sig. Cristoforo Ravelli di Orvieto, artista peritissimo,
anzi maestro nel lavorare il rame, con cui varie volte
esaminai questi vasi di lamina sottilissima, affermò
che se non fossero stati di rame, sarebbe stato impos-
sibile di lavorarli a quel modo. E poiché alcuni di
essi, non completamente alterati dall'ossido, o meglio
alcune parti della loro superfìcie non ossidata non sono
rossigne o del colore del rame, ma gialle ed in qualche

z 1:4

Fig. 99 z.

quiniese, pure posato su tre piedi, porta sull'orlo due
vasetti minori (ib. tav. XII, 6).

Vanno pure qui comprese alcune bacinelle metal-
liche, sottilissime, ad orlo piano, sul quale ricorre una
zona di puntini a sbalzo, ed un giro periato, come
quello onde è ornato il piattinetto sopra citato, e sono
ornate le situle ed il vasetto. Una di queste bacinelle
è rappresentata nella fìg. 14 della tav. Vili. Proviene
da una tomba del sepolcreto di Montarano, segnata
col n. XXXIV nella serie delle tombe falische.

Altre, similmente con orlo periato, si rinvennero
in sufficiente numero nella necropoli di Narce.

Nelle tombe a pozzo servirono da coperchio al-
l'ossuario, in sostituzione della coppa fìttile ; e nelle
tombe a camera contenevano spesso una materia bian-
castra, probabilmente decomposizione di cibi, che in
queste bacinelle si usava di porre.

L'esempio che qui se ne offre (fìg. 100), è tratto
dalla tomba 4 del sepolcreto della parte bassa della

punto anche fulgide, ossia del colore dell'oro, parve
al sig. Ravelli che questi fossero di rame dorato ; per
la qual cosa, stando al giudizio di una persona assai
competente, a causa della grande pratica che egli ha
nell'arte, sarebbe stato confermato il parere del sig.

Fig. Ióo. ua

Fortuzzi, che reputò essere stato coperto di leggiera
doratura l'elmo di lamina metallica rinvenuto nella
necropoli di Tarquinii, descritto dal eh. prof. Ghirar-
dini in una delle sue accurate memorie sopra le an-
tichità tarquiniesi (Notùie 1882, p. 1(53; tav. XIII,
fig. 8).
 
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