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233

DEI FITTILI SCOPERTI NELLA NECROPOLI DI NARCE

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l'ornamento col chiodo centrale erasi trasformato, ma
ci mostra anche chiodetti veri e propri che in questo
tardo periodo continuarono ad usarsi. Come vedesi dalla
rappresentanza che qui se ne offre (tìg. 103«), alcuni

Fig. 103 «.

1:4

di tali chiodetti si conservano tuttora ; di altri è ri-
masta la impressione. Ed è notevole il fatto che nel
centro di ciascuna spirale graffito era stato conficcato
un chiodetto, di cui si riconosce nettamente l'impronta
ed il gambo.

Di queste anfore numerosissimi esempi furono re-

ed a mio parere non furono lavorati sul luogo. Lo
dimostra l'anfora trovata nella tomba 73 del sepolcreto
di Monte Cerreto (fig. 3 M, tav. Ili M; N. LII, 35),
nella quale una crepaccia fu restaurata in antico, per
mezzo di ricucitura a filo di piombo. Era questo il
modo che tenevasi per l'istaurare i rari prodotti cera-
mici importati dai paesi stranieri, i quali non era fa-
cile sostituire con altri, se si fossero rotti. Ed è oltre-
modo probabile che queste anfore fossero state lavo-
rate sulla prossima costa tirrena, in un luogo donde
nel VII secolo moltissimo certamente uscirono dalla
stessa officina.

L'età è determinata dalle tombe nelle quali si tro-
varono, che appartengono appunto a quel tempo ; e la
comunanza di origine è dimostrata dal procedimento
tecnico meno imperfetto, con cui in modo uniforme
furono eseguite, essendo lavorate alla ruota, a pareti
sottili e quindi con impasto molto raffinato se si pa-
ragona coll'impasto antico. Anzi possiamo dire che la
vecchia tecnica raggiunge con la produzione di tali
anfore il più alto grado, e con essa ha principio l'arte
nuova. Imperocché alcune sono di pura argilla figulina,
alla quale per dare il colore nero, oramai rituale si
mescolò del carbone triturato o del nerofumo ; e così
nacque il bucchero etrusco, la cui genesi da nessuna
forma di vaso ci è meglio rappresentata che dalle
anforette delle quali ci occupiamo.

In fatti in una tomba medesima, che è quella se-

Fio. 103 b-d.

1:4

stituiti alla luce non solo nel territorio falisco, ma
anche nelle necropoli della bassa Etruria e del Lazio.
Gli esemplari che ne trovammo in Narce proven-
gono tutti da tombe a fossa con grande loculo sepol-
crale, e da tombe a camera della più antica forma;

gnata col n. 8 nel sepolcreto a sud sud-est di contrada
Morgi (fig. 3 P, tav. Ili P; N. LXI, 19, IQbis, 51)
abbiamo trovato questi recipienti nei vari gradi pei
quali la produzione del bucchero andò preparandosi,
cioè un'anforetta ad impasto abbastanza rude (fig. 103è);
 
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