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259

DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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della tomba di Montarano superiormente citata. Un'altra
qui rappresentata (fig. 122), proviene dalla tomba 32
del sepolcreto della Petrina, di cui fu data la sezione
nella fig. 45 (N. X 5).

Finalmente devesi ricordare non solo perchè ap-
partenente al corredo stesso, ma anche perchè sembra
originata da questo tipo, la ciotola rappresentata
nella fig. 123, la quale proviene dalla tomba XVII
del sepolcreto di Montarano nella necropoli falisca.

Fig. 122. i:4

Ciotole simili, eseguite per lo più nella rozza tec-
nica locale, ricorrono sovente nelle tombe a fossa.

Chiudeva questo corredo tipico l'anforetta a coper-
tura rossa, con costola rilevata, rappresentata nella
tav. VII, fig. 10.

Abbiamo considerato come una varietà dei fittili
a copertura rossa il vasellame rosso con ornati di
bianco, applicati sopra questa copertura rossigna. E
poiché tale aggiunta non costituisce modificazione no-

Fig. 123. 1:4

tevole al procedimento tecnico, non vi è ragione per
formare di questo vasellame una classe speciale. Per
quanto riguarda le forme, abbiamo sempre le forme
stesse dei vasi rossi; e per ciò che concerne gli or-

namenti abbiamo i motivi medesimi che ricorrono
nella classe dei vasi a copertura bianca, dei quali è
necessario che qui brevemente si dica.

4.

Dei vasi di impasto artificiale
a copertura bianca.

Veramente, parlando a stretto rigore, nè anche qui
sarebbe il caso di formare una classe speciale di fit-
tili. Abbiamo in tutto lo stesso procedimento della
classe precedente, eccettuato il coloro della copertura,
che è fatto con creta bianca mescolata con la cera,
applicata sul vaso appena cotto, ed eccettuati gli or-
nati di rosso ottenuti con l'ossido di ferro, i quali
sopra quella incamiciatura vennero aggiunti. Talvolta
lo strato bianco coi relativi ornamenti di rosso fu
applicato prima della cottura. Ma la differenza, lie-
vissima per quanto riguarda la tecnica, ci offre occa-
sione a considerare fatti di non lieve importanza pel
nostro tema.

La scoperta dell'argilla figulina, ossia di ciò che
rese possibile il maggiore progresso dell'arte del'va-
saio, se in qualche luogo avvenne pel favore della
fortuna e senza difficoltà di sorta, in generale dovè
essere preceduta da faticose ricerche e da non pochi
tentativi. Primieramente non direbbe cosa esatta chi
affermasse che quest'argilla figulina si trovi da per
tutto; in secondo luogo nelle contrade ove si trova,
bisogna il più delle volte scavarla a grande profon-
dità, e sotto vari strati di terreno. Nè la condizione
in cui si trova è tale che uno se ne possa subito
servire pel lavoro del vasaio, ma tagliata a grandi
lastre devesi prima liberarla dalla umidità onde è
imbevuta, e quindi triturarla in minuti pezzi, poi ma-
cerarla, poi decantarla, per renderla depurata e pla-
stica. Raramente avviene che nel letto dei fiumi se
ne formino depositi trascinati dalla corrente. Ma, per
quanto naturalmente depurata, non potrà quest'argilla
servire al lavoro ceramico senza ulteriori depurazioni.

Ora dovè accadere nella remota antichità, dopo
la scoperta dell'argilla figulina, quello che accadde
nei tempi nuovi dopo la scoperta della porcellana.
 
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