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339

DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FAUSCO

340

Narce comprendersi, lo modificassero per la etnisca
dominazione, e così i Falisci prima per la dominazione
sabina, e poi per la romana ; onde ne venne che nel
secolo quarto ay. Cr., e forse prima, i due dialetti
si trovarono ben distinti e diversi.

Ma ritornando al tema della forma delle lettere,
noi non avevamo finora da istituire confronti epigra-
fici di un tempo così antico, poiché le iscrizioni falische
sono piuttosto tarde, e si può dire che non precedono
il secolo terzo. Ora che la scoperta è avvenuta, ci è
concesso se non di trattare, almeno di porre la que-
stione con sicurezza.

Fino dal 1889 possediamo nel museo di Villa
Giulia un grande vaso cinerario di terra cotta, disgra-
ziatamente mancante di oltre un terzo, e che ci pro-
viene dalla necropoli di Civita Castellana o dall'an-
tica Falerii. Esso è figurato, e presenta due cavalli
rozzamente disegnati a graffito, ma il suo valore spe-
cialmente consiste nella lunga iscrizione, che a grandi
lettere, incise da sinistra a. destra, gira sotto il suo
orlo. Ora tanto la tecnica quanto la paleografia ci
riportano al sesto sec. av. Cr. e quindi verrebbe oppor-
tuno il confronto con l'alfabeto di Narce. Allorché
saranno pubblicate le antichità di Falerii, avrà luogo
il disegno del vaso colla nominata iscrizione, della
quale adesso desumiamo la forma letterale, che è la
seguente :

ACDEEOIKUrr'OP!P£TV(pt

Mancano nell'iscrizione le lettere f e 9. Della /S
non è a tener conto, che non fu mai usata dai Falisci
e dagli Etruschi : può darsi per la £, che non vi sia
stata occasione di scriverla: la ? poi, che ancora non
si è incontrata nell'epigrafia falisca, vi doveva però
essere pervenuta coli'alfabeto.

Fermiamoci un poco sulla forma f, la quale non
trova raffronto in niun alfabeto nè greco nò italico.
Solo viene a manifestarsi in alcuni titoli della Laconia,
e in uno del Lazio, e in uno del Capenate, nei quali
tiene il valore della e, come nella voce ~2rta^tià%ai (').
Ho dato quindi a quel segno l'equivalenza della M

etnisca, riscontrandosi l'altro a nella £ simile alla i.
Si osservi inoltre che la forma del san, posta negli
alfabeti greco-etruschi fra la n e la q vi mancherebbe
affatto, se non fosse riconosciuta in quel segno. Infine
a maggior prova, che questo corrisponde alla /A o s
produco la tazzetta già cognita, assai vetusta, e tro-
vata nella necropoli di Falerii ('),

ekolartos eko kaisi^sio

dove la s ha precisamente la forma di ?. Ed ancora
in Ardea si è prodotto il vasetto con eqo kanaios,
dove la q della forma di <? = cofh, sta per la k aspi-
rata, che nel dialetto latino si addolciva in g: e la s
ultima si mostra così, colla 1 più prolungata. L'introdu-
zione di questa nell'alfabeto filisco e latino, non deri-
vante dall' etrusco nè dal calcidese, ci riconduce a
pensare a qualche colonia dorica ed alla sua influenza
per parte della Laconia o dell'Argolide, confermando
così da questo lato l'opinione generale e stabilita fra
i dotti romani dei tempi augustei.

Successivamente la preponderanza romana modificò
alquanto la scrittura falisca : la P greco-etnisca si
volse nella 51, la E nella S, e così avvennero altre lievi
variazioni. Rimango però molto incerto qual valore
attribuire alla 't* del vaso arcaico di Falerii, che appa-
risce nelle voci farne e telafitai. Seguendo il
falisco del terzo secolo (non si trovano esempì ante-
riori) quella tiene le veci della F latina, o 8 etnisca.
Ma non si può asserire lo stesso nel caso di una
scrittura molto più vetusta: qui vediamo che sussiste
la 0 per ph, che pure serviva da f, mentre manca
la sua seguente Y per nel cui luogo pare debba
stare la 1\ Per il che sono d'avviso, che le due voci
si leggano x&rne e tela^itai invece di farne e
telafitai. Come poi la /f> si cangiasse da % in f. non
trovo ragiono, soddisfacente. Sarà forse avvenuto il
passaggio per l'aspirata h, perduta la gutturale c,
come nelle voci falische he per hoc, e liei per heic:
o come nel latino 1 u m e n per 1 u c m e n ; e nell'etrusco
fauni per fraueni, senza addurne altri esempì.
Ora invece dell'aspirata i falisci ed i sabini usavano

(') Roehl, Iiiscript. Graec. antiquii., n. 63, p. 23.

(l) Notizie, 1887, p. 175.
 
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