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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi: Antichità del territorio Falisco: esposte nel museo nazionale romano a villa Giulia (Parte prima) — 4.1894 (1895)

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Barnabei, Felice; Pasqui, Angiolo: Degli oggetti di ornamento personale, delle armi e degli altri istrumenti del corredo funebre
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https://doi.org/10.11588/diglit.9314#0182
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351

DEGLI SCAVI DI ANTICHITÀ NEL TERRITORIO FALISCO

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adulta; l'altra con borchie sbalzate a rosette, era del
monile di una bambina. Quest'ultima è rappresentata
nella tav. IX, fig. 2. Nella lamina d'oro fu lasciata,
mediante semplice arricciatura, 1' appiccagnolo a tu-
betto, per cui passava il filo della collana. Anche per
ciò, essendo tale appiccagnolo fragilissimo, è facile sup-
porre che queste borchiette non avessero servito ad
altro che a decorare il defunto.

Ornamenti simili tornarono in luce in quasi tutte
le necropoli italiche coeve alle falische, specialmente
in quelle di Tarquinii e di Vetulonia (').

Altro impiego, benché limitatissimo, ebbe l'oro nel-
l'ornamento del cadavere. Si rinvennero nelle più an-
tiche tombe di Narce e di Falerii piccoli bottoni di
lamina di rame, rivestiti di foglia sottile di oro, come
le falerette nominate, ed indicati come bottoni veri e
propri da un appiccagnolo a maglia, che vedesi nel
centro della parte posteriore. Uno di questi bottoni è
rappresentato nella tav. IX, fig. 1, e proviene dalla
tomba XVII della necropoli falisca. Altri esempì di
bottoni simili si ebbero dalle tombe di Narce, ma
in numero assai limitato, ed in cattivo stato di con-
servazione.

Al costume antichissimo di decorare il morto con
oggetti del metallo più prezioso ci riporta la tomba II
della necropoli di Monte s. Angelo (p. 76), entro il
cui cinerario fu deposta una fibula ad arco d'oro mas-
siccio (tav. X, fig. 4). È a spira continua con filo d'oro
attortigliato a cordicella. L'ardiglione, che muovesi dal-
l'arco con triplice spirale, è fermato sulla staffa sem-
plice, ottenuta colla compressione dell' estremità del
filo e decorata di bottoncini a sbalzo. Sembra che in
quell'età antichissima fosse prediletto questo genere di
fibule, giacché nella stessa tomba di Monte s. Angelo
fu scoperta una fìbula perfettamente simile ma di filo
di rame.

Il fatto esposto in principio, che cioè alcuni degli
ornamenti fossero esclusivamente eseguiti pel corredo
del defunto, viene comprovato dal trovarsi di frequente
una specie di fibula ad arco un poco rigonfio, fasciato

di sottile filo d'oro compresso. Una se ne ebbe dalla
tomba XI della necropoli di Falerii, ed è rappresen-
tata nella tav. X, fig. 9. Altre ne diedero le tombe
di Narce; ad esempio la tomba 18 del quinto e la 3
del secondo sepolcreto a sud di Pizzo Piede (fig. 3 I,
tav. Ili LI; N. XXXIX, 2, 3; N. XLII, 4). L'arco
è raramente di lamina sottile di rame; ma più spesso
è formato di ima pasta terrosa, colorita di ossido di
rame, forse a motivo della spina metallica che vi
passava e veniva così a formare l'ardiglione e la
staffa. In una fibuletta della tomba 16 del sepol-
creto della Petrina (fig. 3 A, tav. Ili A ; N. XXIV, 9)
in luogo della sostanza terrosa, che compone l'ossatura
dell'arco, apparvero le tracce di un arco di legno. Del
rimanente, archi di fibule o fatti con legno o con so-
stanze friabili, si rinvennero ancora nei sepolcri arcaici
a pozzo ed a fossa così nella necropoli di Tarquinii (')
come altrove (-).

Con questa specie di fibule hanno stretta affinità
quelle il cui arco consiste in un bastoncello di elettro,
che forma ancora l'ardiglione e la staffa. L'arco era
completamente rivestito di sottile filo d'oro laminato.
Questa specie di fibula ad arco semplice è rarissima
nelle tombe della necropoli di Narce, tantoché se ne
ebbero soltanto due esemplari, e questi si rinvennero
nella tomba 18 del sepolcreto sulla punta di Monte lo
Greco (N. XXXII 6).

La tomba medesima ci restituì due piccole fibule
di lamina d'oro (N. XXXII, 19), con corpo rigonfio e
con una piccola costola lungo la linea ove la lamina
si ricongiunge. Hanno lunga staffa tirata dalla lamina
stessa. L'ardiglione, aggirato con duplice spirale, esce
dall'arco ove è tenuto fermo con saldatura. Dna di
esse è rappresentata nella tav. X, fig. 14 (:i).

(') Cfr. Notizie, 1881, p.363; 1882, p. 22, 161,195, tav.XTII,
fig. 1; 1887, p. 518, tav. XIX, fig. 9 ; Ann. Inst, 1883, p. 288;
Man. Inst., voi XI, tav. LIX, fig. 23.

(') Ghirardini, Notizie, 1882, p. 170, 184 e 185, tav. XIII,
fig. 2; Helbig, Bull. Inst., 1882, p. 17C.

(2) Falcili, Vetulonia, p. 99, tav. VII, fig. 8; Gozzadini,
Scavi Amoaldi, p. 81. Le tombe di Narce esposte nel Museo
di Villa Giulia, che hanno esemplari di fibule con arco d'im-
pasto terroso, fasciato di fili d'oro, sono: t. XXIV (quattro esem-
plari); t. XXXII (due esemplari); t. XXXIX (sei esemplari);
t. XLIV un solo esemplare. Altre fibule identiche fanno parte
del corredo delle tombe X, XI, XVII e XVIII della collezione
di Falerii.

(3) Pel metodo di giuntura e per la forma queste due fibu-
lette hanno riscontro in molti esemplari fatti con lamine di
argento, i quali tornarono in luce nelle tombe arcaiche di Celle
nella necropoli falisca. Basta ricordare quelle della tomba se-
gnata col n. XLIV.
 
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