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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi: Antichità del territorio Falisco: esposte nel museo nazionale romano a villa Giulia (Parte prima) — 4.1894 (1895)

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Barnabei, Felice; Pasqui, Angiolo: Degli oggetti di ornamento personale, delle armi e degli altri istrumenti del corredo funebre
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https://doi.org/10.11588/diglit.9314#0201
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389

DEGLI ORNAMENTI PERSONALI, DELLE ARMI E DEGLI UTENSILI

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dalla tomba 19 del sepolcreto della Pettina (fig. 3 A,
tav. Ili A; N. XX, 1).

La quinta (fig. 11) è'tutta in lamina di rame, a
tre branche per lato nella parte superiore, e queste
fermate alla canna per mezzo di un bottone. Proviene
dalla tomba 14 dello stesso sepolcreto della Petrina
(N. XXVI, 11).

La sesta finalmente (fig. 12) ha pure tre branche
per ciascun lato, e tutta questa parte superiore di un
pezzo solo di bronzo, applicato e fermato per mezzo
di bottone sulla sommità della cannula, come nel-
l'esemplare precedente. Su queste branche sono aggi-
rati ed avvolti sottilissimi fili di rame e sono aggiunte
delle catenelle. Il resto del bastone è fasciato in la-
mina di rame ad elica, come nell'esemplare della
fig. 7. Proviene dal sepolcreto della Petrina, e dalla
tomba 36 (N. XXVII, 8), della quale fu data la pianta
con la sezione nella fig. 54.

Abbiamo detto che quasi costantemente coteste co-
nocchie erano insieme ad un' fuso di metallo o ad una
fusaruola fittile. Ora questo fuso è simile ai molti che
si scoprirono così nelle nostre necropoli, come in altre
della bassa Etruria e negli scavi del territorio felsineo.

Consiste in un bastoncello di lamina accartocciata,
che termina superiormente a pometto ed inferiormente
entra in un disco pure di lamina sottilissima, su cui
si innesta la fusaruola a bottone, anche di lamina oltre-
modo sottile. È difficile che un istnimento simile avesse
potuto essere di utilità pratica ; per cui non è improba-
bile, che fosse stato di uso puramente funebre ('). Uno
ne è riprodotto nella tav. XII, fig. 18, e fu rinve-
nuto nella tomba 18 del sepolcreto di Monte lo Greco
(N. XXXII, 16).

Ricordammo la opinione di coloro, che reputarono
fusi le asticelle di bronzo con globetti vitrei o di pasta
invetriata, i quali superiormente furono da noi con-
siderati come aghi crinali (p. 314, 372). Ma se in

(') Esempì uguali si ebbero dalla necropoli di Tarquinii
{Notizie, 1885, p. 447, 448), e degli scavi del territorio felsineo
(Gozzadini, La nécropole de Villanova, p. 67, fig. 24; id. Di
alcuni sepolcri ecc., p. 7, fig. 4; id., Scavi Arnoaldi-Veli,
tav. IX, fig. 8 ; id., Intorno ad altre setlantuno tombe del
sep. elr., tav. d'agg., fig. 7 ; Zannoni, La Fonderia, pag. 40,
tav. XLHI, fig. 26).

conferma della nostra tesi vale il fatto che mai tali
asticelle si trovarono unite alle conocchie di metallo,
come vi si trovò unito l'altro fuso metallico, non
possiamo però escludere che avessero servito talvolta
anche da fuso, tanto più che somigliano ai fusi delle
tombe peruviane, la cui ricca serie si ammira nel
Museo preistorico di Roma.

È stato pure accennato che sovente la conocchia
trovasi associata soltanto alla fusaruola ; nel qual
caso bisogna ammettere che il fuso fosse stato sem-
plicemente di legno, e che perciò si fosse distrutto.
Nondimeno in alcune tombe la fusaruola si trovò sola;
e ciò porta a supporre che non solo il fuso ma fosse
stata di legno anche la conocchia. Anzi noi siamo
di parere che l'istrumento per filare fosse stato sempre
di legno, e che in rari casi soltanto, ed in tombe sun-
tuose, si preferisse il costume di mettere queste conoc-
chie di metallo, e specialmente i fusi di lamina che
non avrebbero potuto comodamente servire al lavoro,
poco prestandosi per essere torti.

Nessuna fusaruola di bronzo fu rinvenuta nelle
nostre tombe ; e le fusaruole fittili che vi trovammo
sono tutto d'impasto artificiale nerastro, talune con or-
nati a cordicelle impresse, altre con chiodetti metal-
lici conficcati. Due ne sono rappresentate nella tav. XII,
fig. 16 e 17. La prima, con ornati di cordicelle, ap-
partiene alla tomba XVIII del sepolcreto di Mon-
tarano (fig. 99 o) ; la seconda ornata a chiodetti pro-
viene dalla tomba 15 del sepolcreto della Petrina
(fig. 3 A, tav. Ili A; N. XXII, 9). Vanno distinte
queste fusaruole dai pendagli fittili, che si chiamano
con uguale nome, e che furono spesso adoperati nel
corredo funebre per tenere tese e ferme le vestimenta.

Come istrumento per lavoro donnesco abbiamo cre-
duto doversi considerare anche un oggetto di bronzo,
che ci fu restituito dalla tomba 18 del sepolcreto di
Montarano (N. XXXII, 15), e di cui fu data la rap-
presentanza nella tav. XII. fig. 19. Consiste in due
spranghette sovrapposte l'ima all'altra, le cui estremità
assottigliate ed aggirate a fune, si svolgono in alto
con movimento ondulato. Da una parte soltanto sono
fissate con un chiodo. Ci è anzi sembrato che questo
fosse stato l'ordegno principale di un piccolo telaio da
ricamo; e ciò abbiamo dedotto non soltanto dai resti
della trama di una tela di lino, che nelle fenditure di
 
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