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RELIQUIE DI FIKKNZE ANTICA

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dell'Etruria (a. 265 a. Or.), ebbero nondimeno a gua-
rentirsi al nord contro il pericolo di una ribellione Fie-
solana, e dovettero proteggere in pari tempo la via
Cassia, da loro stessi costrutta a scopo militare attra-
verso il cuore d'Etruria {Etruriam discrimiaat Cas-
sia, dice Cicerone, PhiL, XII, 9).

Che la via Cassia, una delle più antiche strade mi-
litari romane, facesse capo a Firenze, c'insegna la co-
lonna milliaria di Montepulciano (')• L'altra via, che
C. Flaminio nel 187 a. Cr., dopo di aver liberato Bo-
logna dalle infestazioni Liguri, costrusse per congiun-
gere direttamente Bologna con Arezzo (Livio 39. 2), è
da credere che allacciasse con la Cassia appunto in
Firenze e non fosse se non un prolungamento di questa
oltre Appennino, per menare alla Gallia Cisalpina (cfr.
Cicerone, PhiL, XII, 9).

Nel momento storico anzidetto, Roma non poteva
scegliere, io opino, una migliore posizione per il suo
scopo politico strategico e militare. Come capo linea
stradale dell' Etruria, e per l'approvvigionamento del-
l'esercito, siffatta posizione, considerata anche da Cice-
rone come le fauci d'Etruria (ì), dovette avere grande
importanza, specialmente al tempo della guerra gallica
sotto il consolato di L. Emilio Papo e C. Attilio Ro-
golo (225 a. Cr.), al tempo della guerra Annibalica
(a. 217 sgg. a. Cr.) e nelle guerre Liguri (a. 182-166
a. Cr.) (3). Difficilmente si poteva trovare un sito na-
turale più vantaggioso. Così Firenze, fabbricata dai Ro-
mani, crebbe rapidamente e, se non m'inganno, assurse
città costituita quasi per incanto. Il crescere e fiorire
di Firenze sarebbe stato tanto rapido da poter dare
forse motivo al suo nome di patente origine latina (Flo-
rentia da florere, come Pollentia da pollerò, Placentia
da piacere, Visentia da visore, Faventia da [avere
Fidentia da fidere) (*). Che fosse già municipium splen-

(') Hadrianut (a. 123 di Cr.).... Viam Cassiam vctustate
rollapsam a Clusinorum finibus Florentiam perduxit milia
passum XXVI (v. Grut. 156. 2; Gori, I, 301, 34 e 2, 427).

(2) V. Gat. I, 2 « Cantra sunt in Italia contra populum
Romanum in Etruria faucibus collocata » Così scrive riferen-
dosi agli accampamenti di Mallio, posti nell'agro fiesolano (cfr.
anche Salustio).

(3) Il Mannert, Geog., p. 393 e con lui l'Hartwig, Quellen
und Forsch. d. Stadt. Florenz., misero l'origine di Firenze in
relazione con le guerre liguri.

(4) Il Bormann, dando ragione delle città romane ascritte
alla tribù militare Follia, spiega i nomi di Faventia, Fidentia,
Valentia, Pollentia come le città dei Favenles, Fidentes, Va-
lentes, Pollentes. Vedasi il molto succoso suo scritto, DieTribus

didissimum al tempo di Siila (82 a. Cr.) è attestato da
Floro (II, 9. 27) (')•

Al pari di Preneste, Spoleto e Interamna, Firenze
era allora tanto cospicua e temibile che Siila, per
vendicarsi della parte da essa tenuta per i Mariani
e farla sua per sempre, la bandì all'incanto insieme
con le anzidette città.

I veterani di Siila poterono in tal modo impadro-
nirsi di Firenze a buon mercato e legalmente. Fattone
scempio, certo poi la rinnovarono edificandola come co-
lonia sillana. In tal modo interpetro il luogo di Floro,
da porsi a riscontro con la storia di Preneste e con
quello che Appiano {Dell, civ., I, 96) dice della co-
lonizzazione e politica sillana (2). Similmente presun-
sero, credo, Zumpt (De colon, p. 253) e Mommsen
(Hermes, 1882, p. 176), mostrandosi propensi a con-
siderare Firenze quale colonia sillana, anche contro la
esplicita testimonianza del Liber coloniarum, p. 213,6,
che la fa colonia dedotta dai Trimviri, quaranta anni
dopo (42 a. Cr.) (*).

Per la vendita all'incanto Firenze rimase dunque
in potere dei veterani di Siila, e la parte del leone si
può conghietturare fosse toccata a quel C. Manlio ossia
Mallio, centurione sillano, contro cui tanto accanita-
mente inveisce Cicerone per l'esercito che aveva pre-
parato a Catilina sotto Fiesole (Catil.ll, 6, 14).

Questi aveva ammassate enormi ricchezze nelle
confiscazioni e vendite sillane, e tali ricchezze scia-
lacquò in breve tempo in fastose edificazioni (v. Dione
Cassio, XXXVII, 30 in confronto con Cic, Catil. II,
8. 20). Il teatro della sua vita e delle sue imprese è
posto nell'agro Fiorentino sotto Fiesole (Cic, 1. e;
Salust., Cai. 27; Cic, Phil. 14): cadde e morì, com'è
noto, nel 62 a. Cr. presso Pistoia (Salust. Cat. 59).

Pallia in Wiener Abhandl. d. archaeol., epigraph. Seminar
1887, pag. 228.

(•) Cf. anche la basetta statuaria di Fiesole, C. I. L..XÌ.
n. 1545; e Bull. Inst. 1888, p. 188, che Vord[o] splendidissimi^]
Flor[entinorum\ dedica a Giove 0. M, a Giunone e Minerva
ob restitutionem Capitoli.

(*) Ecco il luogo di Appiano: Kal lavi' rjxpafe jinham
xarcì riùy irXovaiun>. 'llg rf' è^éXine tà xtcV èva av&Qtt èyxì-rj-
finra, èni rag nóXeig ó SvXXcig fxergtl, xcii ixóXii£s xcii ittatff,
riùy nèv «xponóXeig xitjaaxnmu»', ■>) rei/yj Xtt&atQttiy, rj xoivùg
Crjuing iitltl&tlg, tj eìacpopaTg àxTgv/u>y (ictpvTccTaig ' rcag <fè
nXeioai rovg èavrw arpnrevoctfiévovg ènuixlìiey, (óg t%u>v q'Qov-
Qia xaià Tìjg IraXiug ' rrjv le yrjy «u'rtòV xal r« otxTj/jfitft èg
rovade /xeicccf épuiu <henépi$ef.

(3) Cfr. ciò che dissi nelle Notizie degli scavi 1890,
p. 109 a proposito dell'iscrizione dedicata al Genio della Colo-
 
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