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ANTICHITÀ CEETES1

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tramezzate, alla distanza di m. 1,50 circa, da filari
di parallelepipedi con bugne ; il muro nell' interno è
riempito di piccole pietre con calce ; la larghezza è di
circa m. 2,50 e non è piantato in linea retta, ma
obliquamente al letto del fiume e curvo. La parte
centrale ad arco è crollata e si vede che è stata rico-
struita varie volte ; nel lato nord è in mattoni. Sembra

Fio 57.

invece che la costruzione originaria fosse più antica;
in basso sono le pietre di base delle spalle, molto
grandi, irregolari e non unite con cemento. La parte
che manca in alto e al di sopra non si può calcolare
che approssimativamente; tuttavia molta ne deve man-
care, poiché il resto dell'acquedotto che continua sulla
sponda destra del fiume verso nord, cioè verso la discesa
dell' acqua, è molto più alto del livello superiore del
ponte, e oltroacciò mancano le tracce del cunicolo per
V acqua. Sulla sponda sinistra le tracce dell' acquedotto
scompaiono presto alla vista voltando, dopo un breve
cammino a nord, verso ovest.

Il piccolo golfo di Chersoneso (fig. 57) ha ad occi-
dente una penisola con una elevazione, sulla quale si
trovava l'antico e celebrato episcopio, ora quasi intera-
mente distrutto (!). Essendo questo il punto più elevato,
qui doveva stare in antico la torre di vedetta (2) come
nelle altre città marittime con porto. Questo è an-
cora abbastanza ampio ed utilizzabile, malgrado le
alterazioni prodotte dai movimenti del suolo (3).

(!) A tempo del Pashley si conservavano ancora le colonne.
Il luogo avea tratto da questo il nomo di èniaxoniavó o ma-
xoniu. ...

(2) Stadiasm. § 349, 350: vSuoq s/st xcà pijoov s/ovaav
mvqyov xcà hfiéva. Chi sa che il nome Episcopianò non abbia
un' origine più antica in axontj ?

(3) E intenzione di riattivarlo, essendo adatto all'esporta-
zione delle carrubbe, di cui è ricca la regione.

Si vede a fior d' acqua ancora il molo, una sco-
gliera ad oriente e a sud avanzi di mura a raggio che,
dall' analogia di quelle che ho visto nell' antico porto
del Pireo, credo fossero le case nautiche o ripari per
le navi ormeggiate (').

La maggior parte delle antichità di Chersoneso
spettano ad epoca romana, tra cui la graziosa fonte
piramidale con musaici, di cui parla anche lo Spratt.
La fontana di Chersoneso è una vasca quadrata a
livello del terreno, alla quale gira intorno un orlo ese-
guito in muratura a calce e mattoni. Dentro questa
vasca a un metro e venti di distanza è una piramide
schiacciata con una base quadrata di m. 4,72. L'al-
tezza originale di questa non è conservata, essendo
distrutta nel vertice. Tale piramide è ornata sulle sue
quattro facce da fini musaici a colori, rappresentanti
scene d'uomini ed animali nell' acqua. I quattro spi-
goli ottusi hanno delle scalette per il rimbalzo dell' ac-
qua, secondo il sistema di molte fontane romane (-).
Dalla parte centrale, come risulta dal foro nel mezzo,
usciva l'acqua mediante uno zampillo, la quale rica-
dendo sulle pareti inclinate e sulla scaletta della pi-
ramide, dovea produrre un effetto assai grazioso. Non
resta nessun avanzo della bocca dell'acqua, e non si può
quindi asserire come questa fosse distribuita. Quanto
all'epoca cui risale questa costruzione, opinerei che
fosse del II secolo dell'impero, come mi sembra ri-
sultare dallo stile e dal soggetto dei musaici, del resto
assai guasti.

A dieci minuti al sud di questa è il teatro rivolto a
sud-ovest. Il diametro interno è di circa 27 m., la forma
è greca, la costruzione in pietre e mattoni con calce, ro-
mana; vi restano ammassate molte pietre che facevano
parte delle costruzioni della cavea ; l'orchestra sembra
ottenuta scavando il terreno.

Si vede che nei tempi imperiali, come Lyttos era
rimasta ancora una delle più potenti città cretési, il
suo porto ebbe un grande sviluppo. Ma l'origine di
questo risale, come Lyttos, a tempi antichissimi; se-
condo Plutarco sarebbe anzi anteriore a Lyttos, fondato
dai Tirreni Pelasgi. Sulle sue monete sono effigiate
le divinità più antiche locali, Apollo sull' omphalos e

(1) Cfr. Graser, Philologus XXI, pag. 1 seg.

(2) V. p. es. gli avanzi della sala da bagno trovata in via
dei Serpenti, conservati nel Museo Capitolino.
 
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